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I dati

Fuga di cervelli ed emigrazione, sempre più siciliani scelgono di andare via: da Agrigento, Enna e Caltanissetta le maggiori partenze

martedì 18 Giugno 2024

In Sicilia non si arresta la fuga di cervelli, l’emigrazione, soprattutto quella giovanile, torna ad essere un fenomeno molto comune,  ma soprattutto forse non ha mai smesso di esserlo. Sempre più persone preferiscono evadere dalla propria terra, un fenomeno che interessa maggiormente il meridione, è come tornare agli anni ’60, quando si fuggiva dalle campagne del sud verso il triangolo industriale di Genova-Milano-Torino.

Ma questa volta si vola verso i paesi Esteri. Il report “State of the Global Workplace” del 2023 di Gallup rileva proprio che gli italiani sono i lavoratori meno coinvolti, più stressati e più rassegnati al proprio destino in Europa. A causa di questo, sono sempre più numerosi i giovani e gli adulti che decidono di trasferirsi in paesi in grado di rispondere alle loro necessità di crescita, sia personale che professionale.

Infatti, il 53% dei lavoratori a livello mondiale ritiene che sia un buon momento per cambiare lavoro e circa la metà dichiara di avere intenzione di lasciare il proprio impiego, considerando la ripresa del mondo occupazionale dopo l’interruzione dovuta alla pandemia globale. I temi sempre più attuali sono quelli delle migrazioni interne e degli espatri. Nel 2022, i movimenti migratori interni sono cresciuti, il +4% rispetto al 2021 e +10% rispetto al 2020. Per ciò che riguarda gli espatri, invece, il 44% delle partenze tra gennaio e dicembre 2022 ha riguardato giovani italiani tra i 18 e i 34 anni.

Al primo gennaio 2023 gli italiani iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono ben 6 milioni, a fronte di una popolazione di 58,8 milioni di residenti in Italia. Il 46,5% dei quasi 6 milioni di italiani residenti all’estero è di origine meridionale, il 37,8% del Nord e il 15,8% delle Regioni del Centro.

Da quale regione partono più italiani che vanno all’estero? Possiamo dunque dire che la regione che detiene il primato è proprio la Sicilia. 

È certo che il numero di italiani all’estero sia superiore a quello registrato ufficialmente. Questo perché alcuni italiani lavorano o vivono all’estero, senza però essere iscritti all’Aire. Come abbiamo già visto qualche tempo fa (CLICCA QUI) la Sicilia risulta essere la regione con un andamento demografico che va in discesa, questo si avverte maggiormente nelle zone interne. AgrigentoCaltanissetta, Enna e Messina sono le città più colpite, una discesa di 30.950 abitanti, pari al -6,9% che ha determinato una riduzione da 446.837 a 415.887 abitanti.

La Sicilia è la regione d’origine della comunità più numerosa che va via, oltre 815 mila. Seguono poi, restando al di sopra delle 500 mila unità, la Lombardia (quasi 611 mila), la Campania (+548 mila), il Veneto (+526 mila) e il Lazio (quasi 502 mila). Il 48,2% dei 6 milioni di italiani all’estero è donna (oltre 2,8 milioni).

E come è molto facile immaginare i siciliani che risiedono all’estero sono sempre più giovani. Crescono le classi di età centrali costituite da giovani, giovani adulti e adulti maturi. Il 23,2% (oltre 1,3 milioni) ha tra i 35 e i 49 anni, il 21,7% (più di 1,2 milioni) ha tra i 18 e i 34 anni. Guardando alle classi di età più mature il 19,5% (oltre 1,1 milioni) ha tra i 50 e i 64 anni mentre gli anziani over 65 sono il 21,1%. Tra questi, la fascia più rappresentata è quella dei 65-74 anni (9,6%, 570 mila circa). I minori sono più di 855 mila (14,4%). Il 51% è all’estero da più di 15 anni, il 19,3% da meno di 5 anni. Il 49% è all’estero per espatrio, il 40,4% è nato all’estero da cittadini italiani.

Cosa ci spinge a partire? Le ragioni che spingono i siciliani a lasciare la propria terra sono tante e sono diverse. C’è chi parte per amore, chi per ragioni lavorative, per una realizzazione personale. Ma i dati ci dicono che la maggior parte delle persone, soprattutto studenti, scelgono di andare perché trovano nell’Erasmus una buona opportunità per evadere, una sorta di ‘assaggio’ dell’Europa, ad oggi i numeri sono molto altri, circa 13, 7 milioni.

La storia della migrazione siciliana è conosciuta da tutti ma a differenza di quando è avvenuto nelle precedenti ondate, dove figura la donna spinta al trasferimento per riunire la famiglia e ricongiungersi agli uomini, negli ultimi anni è stata sostituita dalla figura di una donna moderna e dinamica, motivata dalla prospettiva di una vita indipendente.

Tra gli anziani che decidono di trasferirsi altrove una volta conseguito il diritto a pensione, le donne sono risultate molto meno motivate dalla ricerca di vantaggi economico-fiscali rispetto agli uomini”. Le motivazioni alla base della mobilità femminile, dunque, risiedono non tanto nell’interesse economico quanto nel benessere dato dalla valorizzazione di genere, delle competenze e dei meriti nonché dalla vicinanza degli affetti.

Ma cosa poi ci spinge a rimanere a vivere all’Estero? La remunerazione economica sembra essere il motivo principale, più opportunità lavorative, una vita più “facile”, e una più agevolata stabilità economica. Quindi lasciare la propria terra ad oggi sembra essere sempre più ‘comodo’.

Il diritto di migrare e il diritto di restare nella propria terra camminano insieme nella storia contemporanea”. Una libertà che è sempre più individuale e la storia dell’emigrazione siciliana e dalle culture da essa nate rivelano realtà molto frastagliate.

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