“Non si può parlare di futuro dell’aeroporto se non si fa una seria analisi del passato e di ciò che è successo la scorsa estate. Nessuna conseguenza politica ha avuto, infatti, l’incendio che ha causato innumerevoli disagi, milioni di euro di perdite e un incalcolabile danno di immagine per Catania e per la Sicilia. Oggi abbiamo assistito ad un consiglio straordinario basato su pochi dati e su idee progettuali imponenti che pongono dubbi concreti sulla loro fattibilità. Che si parli di Porto e Aeroporto la sostanza non cambia, il rituale è sempre lo stesso, le solite planimetrie, i soliti grafici e le solite proposte che però non riportano dati precisi sui tempi di realizzazione e sui costi. Se qualcuno pensa, però, che i fatti della scorsa estate possano passare in sordina, si sbaglia di grosso“. Così in una nota i gruppi consiliari del M5s e del Pd del Comune di Catania si sono espressi in merito alle condizioni dell’aeroporto.
“L’aeroporto di Catania – aggiungono – è un luogo dove si intrecciano interessi politici, economici e di potere. Saprà il Comune di Catania mettersi al disopra di questi interessi e provare a governarli per il bene della città? Se si comincia così, la risposta è sicuramente negativa. Sul terminal Morandi, bisogna fare i conti con le fragili condizioni idrogeologiche della zona, rivedere tutto in funzione del redigendo Pug, chiedersi quali alternative e soluzioni possono essere studiate per integrare al meglio lo sviluppo del nuovo aeroporto con il porto e la futura rete ferroviaria. Vorremo che si sfruttassero al massimo le potenzialità del nostro aeroporto senza dover attendere la realizzazione dei lavori del terminal B“.
“La credibilità, però, si conquista sul campo – concludono – e con azioni concrete, non tramite posizioni acquisite solo per meriti politici. Lo sviluppo passa attraverso competenza e integrazione con le istanze della città. Crediamo che gli attuali vertici non siano all’altezza delle sfide che richiede lo scalo etneo, l’hanno dimostrato con la (pessima) gestione dell’emergenza post incendio, per la quale nessuno, quantomeno per questioni di opportunità e serietà, ha fatto un passo indietro“.