Si spengono i riflettori del G7 e Taormina ritorna quella di sempre. Conclusa la due giorni del summit internazionale, la città si è risvegliata sin da domenica mattina all’insegna del “Liberi tutti” e dopo sei giorni di zona rossa sono subito rientrati in paese i residenti delle frazioni e delle aree periferiche rimasti fuori dal perimetro del centro storico dalla mezzanotte del 22 maggio scorso sino a tutta la giornata di sabato. Ripartiti i sette grandi, Taormina ha riaperto soprattutto le porte all’accoglienza ai turisti, che di buon mattino hanno affollato nuovamente Corso Umberto, le zona panoramiche e i vicoli della Perla dello Ionio. Il momento simbolico che più di qualsiasi altro ha segnato il confine tra la conclusione del G7 e il ritorno alla normalità è stato, più di ogni altro, quello delle migliaia di Forze dell’Ordine e Forze Armate che hanno lasciato Taormina riconsegnandola alla routine turistica di sempre. Diversi cittadini hanno salutato con una stretta di mano e con un grazie i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri, i militari dell’Esercito, dell’Aeronautica e della Marina, i pompieri, e tutti gli addetti alla sicurezza. Un contingente straordinario che ha contribuito a far vivere giorni di protezione totale alla comunità locale. Dopo sei giorni di zona rossa e di centro storico riservato a soli 2 mila residenti, come detto, sono rientrati anche gli altri taorminesi ed e’ iniziato l’immancabile commento su come sono andate le cose.
Le lamentele per i disagi, le polemiche sul presunto (ma di fatto inesistente) danno turistico e le discussioni sui ritardi sono andate in frantumi, polverizzati dalla netta evidenza di una Taormina che è stata protagonista assoluta di questo G7 e ha ricevuto dalla due giorni dei 7 grandi una promozione turistica e una vetrina eccezionale in termini di immagine. Tutti i network del mondo, chi più e chi meno, hanno esaltato e celebrato la grande bellezza di Taormina, una Perla rivelatasi più potente dei potenti stessi. La città che doveva essere cornice del vertice ha assunto il ruolo di vera e propria protagonista dell’evento, relegando in secondo piano le discussioni politiche che hanno determinato un intesa sulla lotta al terrorismo e un nulla di fatto sul clima.
Ad ogni modo il vero dato significativo che rimarrà impresso di questo G7 è il ribaltamento totale dell’atmosfera attorno all’evento, con gli scetticismi invernali e le critiche (troppo spesso insensate) che si sono trasformati nella consapevolezza tangibile di aver vissuto a Taormina 48 ore irripetibili. Giorni che si consegnano agli archivi come la pagina più prestigiosa di sempre della storia locale. I sette grandi si sono lasciati conquistare e accompagnare dall’accoglienza cordiale e calorosa dei taorminesi, e sono rimasti incantati dalla bellezza superba di luoghi come il Teatro Antico, piazza IX Aprile e la Villa comunale. Altrettanto incantevoli gli alberghi che hanno accolto i leader e le delegazioni in modo impeccabile e dando riprova di rappresentare il top nell’industria italiana dell’ospitalità. Se ne vanno i militari, finiscono i controlli ai varchi con i metà detector attorno alle porte e i vicoli e si concludono i posti di blocco sulla litoranea ma il G7 tanto temuto e criticato, alla fine e’ diventato una parentesi che i taorminesi conserveranno nei ricordi per molto tempo. E c’è già chi attende impaziente che sia di nuovo G7 a Taormina: accadrà in autunno, il 25 novembre e si tratterà del G7 delle Pari Opportunità. Prima però ci sarà un’estate da vivere in relax, poi verrà il momento del countdown per il bis e stavolta indossare il badge non sarà più un supplizio.