Si terranno martedì e mercoledì prossimi gli interrogatori di garanzia, davanti al Gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo, delle sei persone destinatarie di ordinanza cautelare nell’ambito dell’operazione ‘Garbage Affair’. Al centro dell’inchiesta della Procura distrettuale su dirigenti del Comune di Catania e imprenditori una gara da 350 milioni di euro in tre anni e l’appalto ‘ponte’ sulla raccolta di rifiuti vinto dal consorzio Seneco, di cui fanno parte Senesi e EcoCar, e su ‘regalie’ che le aziende avrebbero fatto per evitare controlli sull’appalto e sull’esecuzione dei lavori.
Tra gli ‘omaggi’: smartphone e computer portatili di ultimissima generazione, viaggi di piacere, l’affitto di una casa a Roma per le figlie universitarie del ragioniere comunale e l’assunzione a tempo indeterminato in aziende private dei loro fidanzati.
Si trovano in carcere l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni, e Orazio Stefano Fazio, 64 anni, funzionario della direzione ecologia e ambiente del Comune di Catania. Entrambi sono accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Agli arresti domiciliari è Antonio Natoli 46 anni, dipendente del consorzio Seneco, indagato per corruzione.
Deodati è comproprietario della Ipi srl che in raggruppamento temporaneo di imprese con Oikos è stata dal 9 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 affidataria del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania. Fino al 2 marzo 2017 Deodati è stato anche socio della Ecocar srl affidataria, in consorzio con Senesi spa, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Catania.
Fazio è invece responsabile dei servizi esternalizzati di ecologia e ambiente del Comune e responsabile dell’esecuzione del contratto di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Il Gip ha deciso anche l’interdizione per 12 mesi dall’esercizio di uffici direttivi per Francesco Deodati, 51 anni, e Massimo Rossi, 54 anni, ragioniere generale del Comune di Catania. Deodati è accusato di turbata libertà degli incanti e Rosso (sospeso anche per un anno dai pubblici uffici) di corruzione. Sospensione per un anno dai pubblici uffici infine per Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore di Ecologia e ambiente del Comune di Catania.
LA REPLICA DEL SINDACO DI CATANIA
“Al di là dell’amarezza e della rabbia per il tradimento di alcuni dirigenti e funzionari, da questa vicenda emerge la consapevolezza di esser riusciti a mettere in piedi, in 5 anni di intenso lavoro, un sistema che può aver contribuito a fornire a magistratura e forze dell’ordine, dotati di sofisticati sistemi di investigazione, elementi utili per debellare le sacche di corruzione”. Lo afferma il sindaco di Catania, Enzo Bianco, sull’inchiesta ‘Garbage Affair‘ della Procura distrettuale sull’appalto ponte per la gestione dei rifiuti, avviata su indagini della Dia.
“Fui io stesso – ricorda Bianco – a segnalare l’anomalia che le gare d’appalto milionarie dei rifiuti erano andate deserte in una lettera alla Procura di Catania e all’Autorità anticorruzione nel settembre dello scorso anno. E puntai il dito contro alcune specifiche situazioni. Ecco un brano della lettera: ‘Appare ancora più grave che il Rti Senesi spa – Ecocar srl nella propria istanza di annullamento in autotutela abbia chiesto, fra l’altro, di non aggiudicare la gara anche nel caso in cui qualche impresa avesse presentato un’offerta. E’ evidente, a tal riguardo, l’interesse del suddetto Rti al mantenimento dello status quo, essendo l’attuale affidatario del servizio’.
Un’analoga segnalazione avevo già fatto nell’aprile del 2017. Ho sempre sostenuto – aggiunge Bianco – che le istituzioni debbano fare squadra per combattere le illegalità, soprattutto quando queste sono all’interno delle istituzioni stesse. Questa vicenda dimostra quanto la collaborazione, nel rispetto dei compiti istituzionali, sia importante. Ringrazio ancora la Procura e la Dia per la precisione e la professionalità con cui hanno agito. E – osserva il sindaco di Catania – faccio mie le parole del procuratore Zuccaro invitando i tantissimi dipendenti comunali onesti e profondamente feriti da questa vicenda a segnalare le anomalie che riscontrano in ogni settore. Tra l’altro ricordo che recentemente il Comune di Catania ha varato un sistema che consente di segnalare in maniera anonima le cose che non vanno. Non è un invito alla delazione, ma – conclude Bianco – a fare del Comune una casa di vetro, trasparente. Come dev’essere, nell’interesse di tutti”.