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I danni del maltempo e l’agricoltura siciliana in ginocchio. Martina dichiara lo stato di calamità

martedì 10 Gennaio 2017

Campi distrutti, aziende zootecniche isolate, danni per svariate centinaia di milioni di euro e speculazione dei prezzi al dettaglio, con aumenti che sfiorano il 200%. È un bilancio pesantissimo quello dell’ondata di gelo che ha travolto la Sicilia e altre regioni del Sud.

Una situazione che sta mettendo in ginocchio i settori dell’agricoltura e della zootecnia, rispetto alla quale il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina è disposto a riconoscere lo stato di calamità: “Siamo vicini agli agricoltori e agli allevatori delle zone colpite dal maltempo di questi giorni. Come Ministero siamo pronti a dichiarare lo stato di calamità appena arriverà richiesta dalle Regioni interessate. È necessario portare avanti rapidamente la stima dei danni e metteremo in campo tutti gli strumenti necessari per sostenere le aziende”.

Un intervento chiesto in questi giorno a gran voce da tutte le associazioni di categoria e per il quale sono necessari dati certi. Per la Confederazione italiana agricoltori siciliana la valutazione, spiega la presidente Rosa Giovanna Castagna, “è ancora provvisoria, anche per l’impossibilità di raggiungere alcune zone”. “Temo che il bilancio regionale – continua – possa peggiorare generando gravi danni economici per tutto il comparto agricolo e zootecnico”. Castagna chiede quindi di “intervenire in tempi brevi”. In questi giorni, conclude, “si registrano gelate con gravi danni agli ortaggi, enormi danni e disagi per le numerose aziende zootecniche tra Nebrodi, Madonie e zone interne con impossibilità di raggiungere i siti aziendali, animali abbandonati a se stessi e, di contro, un’indennità compensativa che non arriva e, per i fortunati che l’hanno ricevuta, è dimezzata”.

Anche la Coldiretti ha subito espresso apprezzamento per l’annuncio del ministro, sottolineando che “l’agricoltura di mezza Italia è in difficoltà con decine di migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta bruciate dal gelo, serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure”.

Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, spiega la Coldiretti, sono migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve.

“Tonnellate di latte sono state gettate per l’impossibilità di consegnarlo – conclude la Coldiretti – ma con il gelo sono in tilt le consegne alimentari anche di altri prodotti deperibili come frutta e verdura a causa delle difficoltà di circolazione nelle aree più colpite dalla neve e dall’abbassamento delle temperature con effetti che sono già visibili sugli scaffali dei supermercati dove ora occorre vigilare sulle speculazioni”.

 

Per le organizzazioni di rappresentanza del settore bisogna fare presto. ”E’ urgente dichiarare lo stato di calamità naturale, le istituzioni intervengano tempestivamente su tutti i territori colpiti dall’inaspettata e straordinaria ondata di gelo che si è abbattuta sul nostro paese, specialmente al Sud”. Lo afferma Franco Verrascina, presidente di Copagri.

Secondo la Copagri, la situazione è drammatica, “non solo per la produzione di ortaggi invernali bruciate del freddo ma anche per i numerosi agrumeti e vigneti, soprattutto in Puglia e Sicilia. Pesante, poi, il prezzo che paga il settore zootecnico con danni importanti alle stalle crollate sotto il peso della neve, e impossibilità delle imprese a lavorare perché isolate”.
“E’ urgente – sottolinea ancora la confederazione – intervenire per aiutare le aziende a mettere in salvo le produzioni e a riprendere al più presto le attività produttive, ma soprattutto accelerare le procedure per garantire l’arrivo dei moduli abitativi e delle stalle a tutte le aziende e agli allevamenti danneggiati in quelle zone colpite dagli eventi sismici in Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo dove la situazione è ancora più grave”.

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