Due mondi lontani quello della politica, chiassosa, spesso inconcludente e ripiegata su se stessa, e quello dell’assistenza a chi ha bisogno, silenzioso, pratico, operativo. Troppe luci da una parte, contraddizioni, spesso anche vistose, e limiti, fisiologici e strutturati e troppe ombre dall’altra, con i servizi verso gli ultimi che si assottigliano nell’economia socio-assistenziale sotto attacco per effetto di mille tagli.
Eppure l’8 agosto l’incontro, in forma privata, che il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha avuto a Palermo con il missionario laico palermitano Biagio Conte alla Missione “Speranza e Carità” ha segnato un punto a favore dell’impegno del parlamento siciliano nella lotta contro la povertà. L’occasione è servita per avviare un progetto e fare il punto sulle attività svolte dalla missione. A ricevere Miccichè è stato il cappellano don Pino che ha illustrato i bisogni e le necessità della missione che nelle sue tre diverse sedi a Palermo ogni giorno fornisce la mensa per 1500 persone bisognose.
La struttura di Biagio Conte è l’unica al momento che ha risposto al bando pubblicato dall’Ars sul fondo povertà. Nell’incontro non sono mancati momenti di cordialità e un simpatico scambio di battute tra i due, entrando nel cuore dei problemi di una struttura che si è messa a capo di una preziosa esperienza di servizio per la comunità palermitana.
Le risorse disponibili per questo tipo di iniziative ammontano a centomila euro che vengono fuori dalle cifre risparmiate (seicentomila euro) dal taglio dei tetti degli stipendi dei dirigenti dell’Ars.
E qui subentra l’attraversamento della linea che può segnare un confine virtuoso tra “le parole” e “i fatti”
Lo stesso presidente dell’Ars ha, infatti, chiesto ai deputati un contributo “una tantum” di 1400 euro per portare questo fondo a 200mila euro, ma fino a questo momento l’invito di Miccichè ha coinvolto solo quattro o cinque deputati sui settanta che compongono l’Assemblea regionale siciliana. Sarebbe una risposta in più, vera e concreta, alimentata “dal fare”. L’auspicio è che questo invito trovi accoglienza presso l’Ars e sia il segnale più esplicito di un bisogno di assistenza sentito e non soltanto percepito.
Proprio in occasione delle ferie d’agosto, peraltro, e della pausa estiva, per un insieme di ragioni, la città tende a svuotarsi e diminuisce anche, mediamente, la partecipazione dei cittadini alla beneficenza.