Da qualche giorno c’è anche un gin siciliano in un delle collezioni più prestigiose al mondo. Il Gin Insulae è, infatti, appena entrato nel catalogo dell’Atlas Bar di Singapore. I profumi e le note, agrumati e freschi, e di carattere, hanno convinto il management e gli assaggiatori dell’Atlas ad aprire le porte della propria torre dei gin al distillato siciliano.
Il Gin Insulae è davvero un prodotto unico nel suo genere. In primis perché nasce dall’idea di due giovani di Palermo, amatori e non professionisti del settore: raccontare, attraverso il distillato del momento, una sicilianità raffinata e fuori dagli stereotipi è lo spirito che contraddistingue questo gin. Nonostante il gin sia distillato fisicamente in Piemonte, in una distilleria d’epoca che utilizza fuoco di legna e alambicchi in rame, le nove botaniche caratteristiche sono rigorosamente siciliane e certificate come colture biologiche.
Non c’è dubbio che sia autentico Made in Sicily. Il sentore agrumato è infatti dato dalle bucce delle arance amare e dolci di Catania, del limone di Siracusa e del mandarino Tardivo di Ciaculli. Una nota pepata, e facilmente riconoscibile, è data dalla carruba di Ragusa. Arrotondano il gusto le suggestioni balsamiche del pistacchio di Bronte, della mandorla di Avola e l’elemento leggermente grasso e tostato portato in dote dal sesamo di Ispica. Chiude il bouquet dei sapori il gelsomino, paradisiaco per il naso e quasi inesistente in bocca.
Il ponte tra i produttori palermitani del Gin Insulae e l’ATLAS Bar Singapore è Valerio Bordonaro, direttore dell’ufficio di Roma dell’Associazione Italia ASEAN di Enrico Letta, e frequentatore di alcune delle più dinamiche capitali del sudest asiatico. “Il mio ausilio sarebbe stato inutile se non ci fosse stato, dentro quelle belle bottiglie, un prodotto eccezionale e che esprime valori e storie. Se un’idea mi stuzzica provo ad aiutarla, ma il progetto, l’idea o il prodotto devono essere straordinari in partenza. Non c’è bastone per chi non ha le gambe”.
L’Atlas ha una delle più estese e raffinate collezioni di gin in Asia, con oltre mille etichette – la più antica è del 1910! – esposte sulle mensole di una torre di 15 metri all’interno della grande hall. Le italiane sono una trentina e il nostro Paese è all’undicesimo posto per numero di bottiglie nella torre, preceduta da Inghilterra (oltre 300), USA, Australia, Olanda, Spagna, Scozia, Belgio, Germania, Canada e Sudafrica.
Nonostante i dati di questa particolarissima classifica non siano esaltanti, il settore vini, spiriti e aceti emerge nell’export italiano per andamenti prevalentemente positivi, con la forte punta espansiva delle “acquaviti e liquori” che registrano un +22,7%.
Secondo FederVini, a livello di sbocchi, si evidenziano i seguenti mercati emergenti: Egitto (+47,9%), Ucraina (+42,9%), Lettonia (+30,3%), Nigeria (+24,1%), Filippine (+27,6%), Bulgaria (+29,8%), Nuova Zelanda (+24,8%) e Angola (+22,1%). Fra i mercati maggiori, invece, va sottolineata la crescita della Polonia (+10,7%) e i trend costanti della Germania (+2,7%) e della Francia (+4,1%), degli USA (+1,2%) e della Russia (+1,0%).
Analizzando i dati per settore per settore merceologico, invece, i vini e i mosti raggiungono un incremento del 3,6%, i vini spumanti confermano una brillante tendenza, +11,7%, e come già detto, il settore delle acquaviti e dei liquori presenta una crescita a due cifre con + 22,7%.
Infine, va tenuto sempre a mente la crescita, da ogni punto di vista – ma in primo luogo demografica e di potere di acquisto – dell’Asia. Se il Sistema Asia, infatti, continua a crescere e a essere una calamita per i produttori europei, non bisogna però dimenticare che l’emergente classe media asiatica è sempre più sensibile a gusti e seduzioni autentiche e di qualità. Per aggredire questo mercato le possibili strategie da attuare sono due: grandissimi numeri, prezzi competitivi e catene di distribuzione globali; oppure altissima qualità, intermediari appassionati e target molto mirato. Gin Insulae va certamente in questa seconda direzione. Salute e ad maiora!