Il 31 maggio si celebra la giornata mondiale senza tabacco.
Un fenomeno, quello del tabagismo, che ha avuto un’impennata a seguito del lockdown causato dall’emergenza covid-19. L’evento, voluto fortemente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha come obiettivo quello di sensibilizzare i fumatori sui benefici della scelta di smette di fumare.
Fra questi ricordiamo, a titolo informativo, il miglioramento della frequenza cardiaca, una migliore attività cardiovascolare e una notevole riduzione del rischio di contrarre patologie croniche.
Il Ministero della Salute, a tal proposito, ha messo a disposizione il numero verde 800.554.088, per avere maggiori informazioni sui rischi del fumo e su come intraprendere il percorso per smettere.
I DATI DELL’ISS
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica (e-cig), alto il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Tra i fumatori di sigarette tradizionali chi non è riuscito a smettere ha invece aumentato il numero di sigarette fumate. I dati sono stati presentati nel corso del convegno annuale dell’ISS, che quest’anno, a causa della pandemia Covid-19, si è tenuto in streaming.
I DATI IN ITALIA
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020, il Ministero della Salute pubblica, come ogni anno, il Report Prevenzione e controllo del tabagismo.
Secondo i dati ISTAT, in Italia i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni. La prevalenza è scesa per la prima volta sotto il 19% ed è pari al 18,4%. Il fumo è più diffuso nella fascia di età che va tra i 20 e i 44 anni.
Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno nel nostro Paese; più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, nel nostro Paese la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia, dopo il tumore al seno e al colon-retto.