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La tragedia della strage delle foibe, voluta dal maresciallo Tito, è uno di quegli eventi del Ventesimo secolo, accaduti sul confine orientale in terre italiane, dove venne negata l’umanità. Strage che, anche se numericamente inferiore ad altre, fu perpetrata con una crudeltà altrettanto elevata dai partigiani comunisti titini, ma che, a differenza delle altre, è stata ignorata, o meglio nascosta.
Più di 350 mila persone, costrette all’esodo per salvarsi la vita, lasciarono case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia, dove furono malamente accolte, costrette a vivere nella paura e nella povertà più assoluta, etichettate come traditori e fascisti dai loro connazionali.
In Sicilia arrivarono circa seimila esuli, smistati in due campi profughi, Termini Imerese e Cibali, mentre i siciliani che morirono in quelle terre lontane, secondo l’ultima stima dell’Albo d’oro dei fratelli siciliani caduti nella difesa del territorio nazionale al confine nord- orientale d’Italia, sono stati 437.
L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Palermo ha commemorato questo giorno istituzionalmente, insieme alle più alte cariche civili e militari, scuole e cittadini presso Villa Martiri delle Foibe, via Bianchini 42, ore 10:00 con il Silenzio suonato dal trombettiere dei bersaglieri Davide Abbate.
Hanno partecipato alla manifestazione degli esuli, il sindaco Leoluca Orlando, Giuseppe Giammalva, vicesegretario della regione Siciliana a nome del Presidente Musumeci, il viceprefetto Eleonora Giarrusso a nome del perfetto De Miro, Raoul Russo a nome dell’assessore al turismo Manlio Messina, il colonnello Salvatore Vullo a nome del generale di Divisione Maurizio Angelo Scardino, il comandante provinciale vigili del fuoco Agatino Carrolo e il professor Randazzo per il Provveditorato agli studi di Palermo.
Si sono uniti anche tutte le associazioni combattentistiche di Palermo e della provincia, insieme a delle classi dell’istituto scolastico Einaudi Pareto e del Leonardo Sciascia e tanti civili tra cui Giampiero Cannella, ex assessore comunale che, nella precedente amministrazione, concesse lo spazio dedicato.
L’evento si è potuto svolgere a seguito dei controlli e della messa in sicurezza da parte della Digos, la squadra di artificieri, la squadra cinofila, la polizia di stato e dei carabinieri, intorno alla Stele che rappresenta il monte Corno, le rocce del Carso e le foibe, disegnato ed eretto dallo stesso presidente ANVGD Palermo, Gino Zambiasi.
“Non siamo qui per ricordare, il ricordo è un nome, una data, un nome, un luogo. Noi siamo qui per fare memoria” così il sindaco Leoluca Orlando ha testimoniato stamani alla manifestazione degli esuli. “Il ricordo è freddo mentre la memoria ti inquieta – continua il sindaco – e siamo qua per inquietarci ponendoci alcune domande come il perché per tanti anni il silenzio su una “sciagura nazionale”, come detto dal presidente Mattarella. Per interrogarci sull’odio che, non soltanto caratterizza e rende insopportabile la guerra, ma che in questo caso si è vissuto anche quando la guerra era finita. Quando erano venute meno le ragioni militari ma solo pura barbarie”.
L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, fondata fin dal 1947, è la maggiore rappresentante sul territorio nazionale degli italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale, la quale, oltre ad aver cercato di tutelare gli esuli, ha sempre levato la sua voce per richiamare l’attenzione su questa drammatica pagina di storia, difendendo e diffondendo la storia, la cultura e le tradizioni delle terre degli esuli, lottando per la non strumentalizzazione politica ed il negazionismo dei partiti ostili.