Ancora un po’ di pazienza e ci siamo. Ci saranno voluti circa due mesi ma alla fine avremo una giunta regionale nel pieno delle sue funzioni.
Sicuramente, l’inizio della diciottesima legislatura non sarà ricordato come veloce o sereno ma, meglio tardi che mai. Intanto, facciamo chiarezza sul percorso passato, presente e futuro.
Renato Schifani viene eletto Presidente della Regione il 25 settembre con una maggioranza di 40 deputati ed una opposizione di 30.
Lunedì 7 e martedì 8 novembre i 70 deputati regionali eletti si insediano e giovedì 10 novembre voteranno per eleggere il presidente dell’assemblea.
Tra venerdì 11 e domenica 13, i dodici assessori, se individuati e nominati, presteranno giuramento diventando finalmente operativi.
Così dovrebbe andare, salvo imprevisti o giochetti vari che, ormai, sembrano improbabili.
Giovedì 10, Gaetano Galvagno, deputato catanese alla sua seconda legislatura, dovrebbe essere eletto presidente dell’Ars.
Alla prima votazione serviranno 47 voti e ciò sarà impossibile in quanto, la maggioranza, se compatta, ne conta 40. Dovrebbe farcela nella stessa giornata, alla seconda votazione. In questo caso ne bastano 36 (maggioranza semplice) e l’onorevole Galvagno dovrebbe essere eletto presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Considerate che la votazione è a scrutinio segreto e tutto può sempre succedere ma, non si prevedono sorprese.
A questo punto, il Presidente Schifani dovrebbe indicare i nomi degli assessori, dunque il giuramento e poi l’insediamento.
Anche sui nomi sembrano trovate le intese.
Ci sono due correnti di pensiero. Quella integralista di Schifani che, per il governo vorrebbe solo deputati eletti e l’altra dei partiti che chiedono almeno un’eccezione tecnica per ognuno di loro.
Fratelli d’Italia ottenuta la Presidenza dell’Assemblea avrà quattro assessori. Alessandro Aricò dovrebbe ottenere l’importante assessorato alle Infrastrutture, Giusi Savarino il Turismo, Elvira Amata gli Enti Locali e Giorgio Assenza i Beni Culturali.
Forza Italia avrà l’Economia per Marco Falcone, il Territorio e Ambiente per Edy Tamajo (che vorrebbe il Turismo) e la Sanità per Margherita La Rocca Ruvolo.
Alla Lega andranno l’Agricoltura per Luca Sammartino e la Formazione e l’Istruzione per Mimmo Turano.
La Democrazia Cristiana Nuova ha concordato Famiglia e Lavoro per Nuccia Albano e le Attività Produttive per Andrea Messina.
Infine agli Autonomisti l’Energia e Rifiuti per Roberto Di Mauro.
Ci sono alcune possibili variabili da considerare.
Corre voce che potrebbero esserci due misteriose sorprese mai scritte da nessuno. Un tecnico donna in quota Forza Italia per la Sanità e uno palermitano per Fratelli d’Italia per i Beni Culturali.
Inoltre, riuscirà il Presidente Schifani a non aprire ai tecnici ?
In questo caso, attenzione Ruggero Razza per Fratelli d’Italia, Francesco Scoma per la Lega, Massimo Russo per gli autonomisti ed un eventuale tecnico donna per la Sanità di Forza Italia.
E i primi dei non eletti resteranno in silenzio?
Tra questi Edy Bandiera, Beppe Picciolo, Piero Alongi, Luigi Genovese, Francesco Scarpinato, Eleonora Lo Curto, Elena Pagana, Brigida Alaimo.
Deputati big del voto che aspiravano a un assessorato, resteranno fuori dal governo?
Fabrizio Ferrara di Fratelli d’Italia in virtù di un buon successo di consensi, potrebbe reclamare un posto tra i non musumeciani. Lo stesso dicasi per Vincenzo Figuccia della Lega e uno tra Nicola D’Agostino e Luisa Lantieri per Forza Italia potenzialmente esclusi ma sicuramente non contenti.
Per questi come per Pino Galluzzo di Fratelli d’Italia, Ignazio Abbate della Democrazia Cristiana Nuova e Giuseppe Lombardo degli Autonomisti, scatterebbe una compensazione con le sette presidenze di commissione, la vice presidenza dell’Assemblea Regionale o i sei posti nel consiglio di presidenza. Inoltre ulteriore “conforto” lo porterebbe qualche presidenza di Ente Regionale tipo Irfis o Ast.
E l’opposizione?
Anche in questo caso l’esperienza potrebbe fare trionfare la “capacità relazionale” di Antonello Cracolici per il Partito Democratico e Nuccio Di Paola dei Cinquestelle.
Il primo sembra in dirittura d’arrivo per la vice Presidenza dell’Assemblea spettante alla minoranza. Il secondo andrebbe alla Presidenza della Commissione Antimafia.
Almeno, al momento, non si sente nessun nome di tecnico mandato dal nord o da Roma e Milano. Ce li ricordiamo bene questi fenomeni che in passato sono venuti in Sicilia con un campionario fantastico di “competenze e verità assolute” e dei quali non ricordiamo neanche il nome, o forse li abbiamo voluti dimenticare.
Quindi tutto deciso? Quasi, forse, probabile.
Sapete bene quando si parla di poltrone, cariche, macchine blu con autista, capitoli di spesa e nomine di sottogoverno da gestire le sorprese sono sempre possibili.
Ancora una settimana e lo sapremo.