“Lungi dal voler giudicare le ragioni che spingono forze politiche dalle idee e dai programmi diametralmente opposti a sedersi attorno al nascente governo Draghi, sarebbe auspicabile che nel programma vi fosse la parola Sud. La pandemia da Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia già flebile del Mezzogiorno, che se collassa, farà collassare l’intero Paese”. A dichiararlo è l’europarlamentare siciliano Ignazio Corrao a proposito del programma di governo del nascente governo Draghi.
“Dalle prime indiscrezioni – sottolinea Corrao – il nuovo governo punterà su 8 aree macroeconomiche tra le quali troviamo le maxi riforme connesse al recovery come Pubblica amministrazione, giustizia civile e fisco, l’emergenza pandemica con un piano vaccinale degno di nota e quella ambientale ed economica strettamente correlate, senza dimenticare scuola e infrastrutture. L’elenco è lungo ma la parola Sud non è stata ancora pronunciata. Per questo richiamo i futuri responsabili a non cedere il passo alle pressioni di certe lobby e a cominciare a guardare al sud come opportunità per lo sviluppo dell’economia italiana ancora ad un’idea industriale che bacia Lombardia, Veneto o Emilia Romagna. Questa crisi sanitaria ci ha insegnato come il nord senza la forza lavorativa del meridione non avrebbe futuro. Questa diseguaglianza geopolitica, industriale e infrastrutturale ha creato un gap enorme negli anni che ha portato l’Italia ad una dipendenza dal nord nociva sia per il sistema produttivo sia per quello socio economico ed ambientale. Basti guardare ai livelli d’inquinamento lombardi dettati da sovraffollamenti delle città. Centinaia di migliaia di italiani, grazie anche allo smartworking hanno abbandonato le città del nord per la riscoperta dei loro territori e di quella libertà di scelta di cui non dovrebbero essere privati. Il futuro anche a livello europeo va in quella direzione con una vera e propria democratizzazione del luogo di lavoro. Per questo chiedo al promesso governo Draghi una riforma per il SUD con una chiara presa di posizione verso politiche che possano riequilibrare l’industria italiana, dando gli strumenti necessari al mezzogiorno per svilupparsi, un cambio di paradigma su come impostare la spesa per non ripetere gli errori del passato che hanno portato l’Italia nel baratro” – conclude Corrao.