Si apre il sipario sul
Governo Gentiloni e la “recita a tempo” del nuovo Esecutivo, che vivrà il suo prologo nel necessario voto di fiducia alle Camere. In scena il teatrino della riforma elettorale, potrebbe arrivare al suo ultimo atto a fine maggio al
Teatro Antico di Taormina, lì dove si ritroveranno i potenti del pianeta per
il G7 presieduto dall’Italia. Sembra questa la scadenza fissata dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nei colloqui con l’ormai ex Ministro degli Esteri che si avvia a prendere il posto (sulla carta o nei fatti?) di
Matteo Renzi alla guida di Palazzo dei Chigi. Mattarella vuole che l’Italia sia impeccabile padrona di casa al G7 del 26 e 27 maggio, appuntamento chiave dell’agenda politica internazionale nell’anno alle porte. E Gentiloni, pur tra le plateali ire delle opposizioni e le evidenti perplessità di quegli italiani che si chiedono a cosa sia servito detronizzare Renzi per poi ritrovarsi con un suo
“fedelissimo” in cattedra a distanza di sette giorni, conosce la macchina organizzativa del G7.
Da Ministro degli Esteri, Gentiloni, sinora aveva seguito con i suoi uffici della Farnesina tutta la parte riguardante l’ospitalità nella città del Centauro delle 35 delegazioni attese per il G7, ed inoltre anche la previsione dei relativi bandi come quello Consip da 25 milioni per l’organizzazione “chiavi in mano” dell’evento e di riflesso conosce anche i termini dell’avviso di manifestazione di interesse indetto di
recente dalla Prefettura di Messina (in sinergia con il Ministero degli Esteri) sui servizi di ristorazione ed
alberghieri per il personale delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate che saranno operativi a Taormina. Se da questo punto di vista serviva un “traghettatore” che fosse addentrato nelle vicende del G7, indubbiamente Gentiloni corrisponde all’identikit. Semmai, una volta sbrigata la prassi del voto di fiducia, il neo-premier sarà chiamato a nominare il Commissario per il G7, figura fondamentale per sbloccare le procedure finalizzate a far partire i cantieri del summit di Taormina. Il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, ha chiesto una deroga in tal senso perché i tempi sono strettissimi.
Le opere da attivare riguardano la messa a norma del Palacongressi, la sistemazione di piazza Vittorio Emanuele, la strada che va da Corso Umberto al Teatro Antico, la riqualificazione della Villa Comunale, e l’elipista da approntare.
“Però – ha spiegato Giardina – occorre al più presto la nomina del Commissario, che dovrà darci un supporto tecnico, come quello dato dai Vigili del Fuoco il cui Comandante provinciale si è detto pronto a mettere subito a nostra disposizione i loro ingegneri per fare le cose in tempi rapidi. Serve una deroga alle norme vigenti, altrimenti se dovremo aspettare le varie approvazioni di Genio Civile, Soprintendenza, Vigili del Fuoco e Commissioni varie, non arriveremo a fare le cose neppure da qui a cinque anni. Ho chiesto espressamente, già da tempo, a Roma che il Commissario da nominare possa avere il potere di derogare sulle normative vigenti. Una volta ottenuta la spendibilità delle somme messe a disposizione dal Governo, sarà essenziale che i lavori possano iniziare entro un mese, un mese e mezzo al massimo”. La legge di bilancio
prevede 45 milioni per il G7, 30 per l’organizzazione e 15 per le opere da realizzare sul territorio. Fare la legge elettorale, “traghettare” l’Italia al G7 di Taormina di fine maggio, e poi presumibilmente avverrà il rompete le righe: questo il
crono-programma che attende Gentiloni. E allora nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama c’è chi si appresta ad accendere un cero a San Pancrazio, il Santo Protettore di Taormina e tra questi probabilmente anche il neoministro ai rapporti con il Parlamento,
Anna Finocchiaro originaria di Ragusa. Perché il G7 di primavera e la necessità di avere un Governo in carica per quell’evento potrebbe rivelarsi un toccasana per le pensioni della Casta.