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Governo Musumeci: via libera alle Zes

giovedì 8 Agosto 2019

Ultima tra le regione di Italia, la Sicilia, è pronta per attivare le proprie ZES (Zone Economiche Speciali).

Il 25 settembre, crisi di governo nazionale permettendo, dovrebbero essere elargite le somme per la progettazione: 250 milioni di euro per il Sud Italia in tre anni per benefici fiscali. Le zone economiche speciali sono aree specificamente perimetrate, non particolarmente estese, in cui scattano contributi, esenzioni fiscali e procedure amministrative semplificate per le attività imprenditoriali che vi hanno sede o che vi si insedieranno. Oggi a palazzo D’Orleans il presidente Musumeci,  il vicepresidente Armao e gli assessori Falcone, Bandiera e Cordaro hanno presentato le zone economiche speciali per la Sicilia.

Abbiamo a disposizione 5.580 ettari per rientrare nel perimetro massimo imposto dalla legge. Una percentuale dell 8,50% l’abbiamo messa a bando. Così ogni comune potrà dire quali sono le proprie esigenze e attraverso una graduatoria che terrà conto di precisi parametri si elaborerà una lista delle imprese vincitrici”. Racconta Musumeci in conferenza stampa.

Musumeci ha aggiungo che con le Zes si rendono “vantaggiosi gli investimenti in Sicilia attraverso il credito d’imposta per investimenti, sgravi fiscali, agevolazioni sul lavoro, ammortamenti per le aziende. In tre anni per il Mezzogiorno sono disponibili 250 milioni di euro per agevolazioni e 50 dovrebbero essere destinati alla Sicilia, ha proseguito. “Abbiamo lasciato quasi l’8,5% dei 5.580 ettari individuati a bando – ha spiegato – in modo che così ogni comune potrà dire quali sono le proprie esigenze e presentare un progetto poi sarà fatta una graduatoria. I comuni avranno 30 giorni di tempo per rispondere, in modo di arrivare al 25 settembre puntuali con la data fissata dal ministro Barbara Lezzi. Certo – ha sottolineato Musumeci – siamo preoccupati per le sorti del governo, perché secondo le dichiarazioni del ministro per il Sud Lezzi il 25 settembre si sarebbero sbloccate le agevolazioni, ma se ci fosse crisi di governo può far slittare la data. Per parte nostra ci auguriamo che arrivino nuovi investitori e quelli che già operano in Sicilia possano consolidare la loro presenza con nuovi investimenti e nuove assunzioni”.

 

Autorità portuale Palermo, foto vecchiaDiventerà Zes l’area del porto di Palermo. Era inserita anche l’area del prato che risulta però non utile e verrà sostituita dalle aree del rettorato e di palazzo Butera. L’idea è di far nascere un distretto culturale per le arti moderne. Zona economiche siciliane, anche l’area del mercato ortofrutticolo e della stazione San Polo. E poi ancora un’area di 89 ettari a Brancaccio e la zona industriale di Partanna Mondello dove ora ci sono la ex Coca Cola e l’Elenka.

decathlon coca colaA Termini Imerese è la zona del porto e la ex Fiat a essere stata identificata come Zes per un totale di 469 ettari. A Carini i vantaggi saranno nell’area industriale, in particolare dove nascerà il centro Rimed, per un totale di 326 ettari.

La giunta ha molto usufruito della possibilità di parcellizzare l’area Zes in varie micro-aree. E proprio questa è una delle critiche dei sindacati: “La logica iniziale – ha spiegato Claudio Barone, segretario regionale della Uil in una nota – era quella di valorizzare i porti, gli interporti e la aree limitrofe. Eppure nell’elenco delle future Zes sono finite aree di Enna e Caltanissetta. Segnale che c’è stata una eccessiva frammentazione, forse perché un pezzettino di territorio con sgravi e facilitazioni amministrative non si nega a nessuno. Noi però siamo favorevoli alle Zes e chiediamo anche di recuperare i ritardi degli anni scorsi per evitare che questa opportunità non sfruttata venga ceduta dal governo nazionale ad altre Regioni aumentando le loro Zes”.

IL DETTAGLIO DELLE ZONE:

La perimetrazione elaborata dalla cabina di regia e dal gruppo di lavoro interdipartimentale istituiti dal governo Musumeci per le Zes valorizza le aree produttive ed anche alcune aree interne, comunque strettamente connesse dal punto di vista economico e funzionale alle infrastrutture portuali esistenti e alle aree immediatamente contigue. Si è tenuto conto anche dell’esigenza di disporre di sufficienti aree libere per nuovi investimenti.

La Zes Sicilia occidentale vede incluse: le aree industriali di Aragona-Favara, Caltanissetta, Carini, Palermo-Brancaccio, Termini Imprese e Trapani e ancora il Porto di Palermo, il Porto e il retroporto di Termini Imprese, la Stazione Sampolo con il mercato ortofrutticolo di Palermo, la zona Palermo-Partanna Mondello, il porto di Trapani, l’aeroporto di Trapani Birgi, i porti di Mazara del Vallo, Licata e Porto Empedocle con il suo retroporto e i retroporti di Mazara, Marsala.

Nella Zes Sicilia orientale andranno le aree industriali di Gela, Paternò, Belpasso, Messina-Larderia, Villafranca Tirrena, Augusta-Melilli, Priogo Gargallo, Siracusa, Milazzo-Giammoro ed Enna e ancora il porto di Catania con il retroporto, l’Asi, l’interporto e Mas, Tremestieri, il retroporto di Milazzo, porto di Augusta, aeroporto di Comiso, l’interporto di Melilli, il porto di Pozzallo con il suo retroporto e infine il porto di Messina e la zona della fiera.

Il cammino delle Zes siciliane è iniziato nel marzo 2018 quando il governo Musumeci ha istituito una cabina di regia regionale con il compito di predisporre il piano di sviluppo e di individuare delle aree candidate alla inclusione nelle Zes in stretto raccordo con gli enti locali e le organizzazioni sindacali e datoriali. Nello scorso maggio l’ok del governo regionale alle linee guida per l’identificazione e la delimitazione della superficie disponibile che vede il 35% destinato alla Zes della Sicilia occidentale e il 65% alla Sicilia orientale.

 

 

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