Dopo le intercettazioni shock introdotte ieri nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, col boss Giuseppe Graviano intento ad accusare il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, interviene con una nota il suo legale, Niccolò Ghedini, senatore di FI.
“Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano, depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni, vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente a Berlusconi. Tale interpretazione è destituita di ogni fondamento, non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano“.
“Ogni illazione in proposito troverà adeguata risposta nelle sedi competenti”, aggiunge Ghedini. “Che, del resto, il Presidente Berlusconi sia totalmente estraneo a fatti consimili è stato già ampiamente dimostrato in più sedi giudiziarie”, prosegue l’avvocato. “È doveroso osservare come ogni qual volta il presidente Berlusconi sia particolarmente impegnato in momenti delicati della vita politica italiana e ancor più quando si sia nella imminenza di scadenze elettorali, si vota domenica in oltre 1.000 comuni, appaiano nei suoi confronti notizie infamanti che a distanza di tempo si rivelano puntualmente infondate ed inesistenti ma nel frattempo raggiungono lo scopo voluto”.
Fanno quadrato intorno al Cavaliere, i fedelissimi, tra questi,l’esponente di Forza Italia Osvaldo Napoli: “Il boss mai pentito Giuseppe Graviano, in regime di detenzione sulla base del 41-bis, lancia accuse infamanti contro il presidente Berlusconi, accuse rispetto alle quali nessuno ha mai cercato riscontri. Il copione scelto è quello di sempre: Berlusconi recupera la sua centralità politica ed ecco, puntuale, una registrazione, non si sa da chi custodita e da chi passata alla stampa, pronta a lanciare fango. Graviano era all’oscuro di essere intercettato? Le sue confidenze ad altri detenuti, così come le sue affermazioni su Berlusconi ma anche su altri politici, sono oro colato per gli inquirenti, per la grancassa mediatica e chiunque altro voglia costruire teoremi che, alla prova dei fatti, risultano sistematicamente infondati. Come infondata si è rivelata nel tempo l’inchiesta Stato-mafia. Nella nebbia che avvolge il Paese e il quadro politico le parole di Graviano, registrate e “date alle stampe” sono fatte per avvelenare e creare un clima torbido. C’è da chiedersi: cui prodest?” .
Mentre c’è chi addirittura sostiene che Graviano sapeva di essere intercettato. “È grave che vengano fuori esternazioni senza nessun riscontro, pronunciate da un mafioso che sicuramente sapeva di essere intercettato e aveva tutto l’interesse a pronunciare nomi altisonanti”. Lo afferma il segretario nazionale di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi.