“Ancora che cercate l’agenda rossa e gli autori dell’omicidio Agostino? Aprite i cassetti in Procura che sono chiusi da quasi 40 anni…”. Lo ha detto il boss mafioso Giuseppe Graviano rispondendo a muso duro all’avvocato Antonio Ingroia durante l’esame del processo sulla ‘ndrangheta stragista, oggi a Reggio Calabria.
È Graviano show in Aula. Il boss di Brancaccio perde la testa e si scaglia contro l’ex pm Ingroia e i suoi colleghi, urlando talmente tanto da costringere la presidente della Corte a calmare gli animi.
“Dell’agenda rossa di Borsellino parlerò solo quando avrò letto tutte le intercettazioni che mi riguardano. Fino ad allora non dirò niente”, ha ribadito il boss, che poi è tornato ad accusare il pentito Gaspare Spatuzza che ha permesso – con le sue rivelazioni – di smascherare il falso pentito Scarantino e il depistaggio sulla strage di via D’Amelio.
Spatuzza “ha scagionato alcuni colpevoli della strage di Via D’Amelio solo per convenienza“, dice Graviano.”Aspetti le domande che mi farà su Spatuzza il mio avvocato, è inutile che mi fate parlare delle stesse cose…”, riporta l’Adnkronos.
“QUALCHE GIUDICE MORTO FATTO EROE PER SBAGLIO”
“C’è qualche giudice di Palermo che è stato fatto eroe, anche se è un vostro collega mi spiace dirlo, ma sapete che la storia ci insegna che a volte le medaglie al valore vengono anche tolte…”. Parole durissime, quelle pronunciate dal boss mafioso.
Il capomafia di Brancaccio parla della morte del padre, Michele Graviano, avvenuta nel 1982 in pieno periodo di guerra di mafia a Palermo. E sostiene che le carte sono rimaste “nei cassetti” per “38 anni”. “Quindi, siccome lì c’è tutto, si troverà perché ci sono i muri di gomma”. E rivolto ancora a Ingroia: “Avvocà, non mi faccia più parlare. Basta sono stanco…”. A chi si riferisce il boss quando parla di un giudice che non avrebbe reso onore alla toga? Secondo l’avvocato Ingroia, il riferimento sarebbe a Giovanni Falcone. Perché secondo Graviano il giudice ucciso a Capaci avrebbe coperto il pentito Totuccio Contorno.
E poi Graviano aggiunge: “Avete avuto in Procura qualche magistrato responsabile. Là troverete tutto, sul motivo perché in questi 38 anni non qualche procuratore non ha esercitato la professione con tutti i crismi. E’ una vergogna. Non continuate a fare domande a me. Io risponderò solo dopo che avrò le risposte. Prima voglio i responsabili della morte di mio padre”.
“VOGLIO LA VERITÀ SULLA MORTE DI MIO PADRE”
“Berlusconi è stato uno dei mandanti delle stragi mafiose?”, chiede l’avvocato Antonio Ingroia. “Non parlo, prima voglio la verità sulla morte di mio padre. Il processo di mio papà per quasi 38 anni ha soggiornato in un cassetto, dal 1982 al 2019. È sufficiente aprire quel cassetto…”.
“Il dottor Lombardo (procuratore aggiunto di Reggio, ndr) mi ha detto che farà accertamenti – ha aggiunto Graviano – bisogna prendere quel processo e scrivere la verità come sono andati i fatti. Non sta bene che la sentenza si ferma a Gaetano Grado, c ‘è qualche magistrato che non ha fatto bene il suo lavoro… In procura troverete tutto; se in questi 38 anni qualche procuratore non ha esercitato la professione con tutti i crismi. Non continuate a fare domande a me, io risponderò solo dopo che avrò le risposte”.
“MAI CONOSCIUTO DELL’UTRI”
Poi, il boss Giuseppe Graviano, ha confermato quanto dette nelle scorse udienze al pm Giuseppe Lombardo, cioè di “avere incontrato per tre volte Silvio Berlusconi”.
Ma quando l’avvocato Antonio Ingroia gli chiede “se in uno dei tre incontri” con l’ex premier fosse presente l’ex senatore Marcello Dell’Utri, che ha scontato una pena per concorso esterno in associazione mafiosa, Graviano replica secco: “Ma se le ho detto che non l’ho mai conosciuto... Se ci fosse stato anche lui glielo avrei detto”.. E Ingroia: “Le ho fatto questa domanda perché in una intercettazione del giugno 2016 parlando con Umberto Adinolfi in carcere parlava di Dell’Utri. Che si sarebbe dovuto fare un esame di coscienza insieme con Berlusconi”. E Graviano spiega: “Io questa intercettazione non me la ritrovo ma le rispondo. Dissi che Berlusconi si doveva fare un esame di coscienza perché aveva approvato delle leggi che mi facevano restare in carcere”.
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