Una nuova richiesta d’indagini urgenti è stata presentata dall’avvocato Alberto Raffadale al pm Ludovica D’Alessio che sta coordinando le indagini sulla morte di Aurora Maniscalco, la giovane hostess morta a Vienna in circostanza ancora da chiarire.
I familiari, la zia Ninfa Maniscalco, il padre Francesco Paolo Maniscalco e la madre Giada Cucina, attraverso il legale hanno chiesto alla procura di eseguire una serie di verifiche e sequestri urgenti come l’acquisizione della cartella clinica dove era annotata la richiesta dei medici austriaci di eseguire l’autopsia.
Ancora il sequestro, presso l’ospedale Generale di Vienna (Akh Wien), degli indumenti e di tutti gli effetti personali, inclusa la catenina, che Aurora indossava al momento della caduta. I reperti – secondo i familiari – sono indispensabili per gli accertamenti tecnico-scientifici volti per cercare tracce biologiche di terzi, fibre o altri elementi indicativi di una colluttazione.

L’avvocato Raffadale chiede anche che vengano acquisite tutte le registrazioni video dai sistemi di sorveglianza installati presso l’immobile a Vienna, Universumstrasse 23-29, e nelle immediate vicinanze e chiede di esaminare sia il cellullare di Aurora e anche quello del fidanzato Elio Bargione.
E’ stato chiesto alla polizia austriaca di eseguire un nuovo sopralluogo nell’appartamento per cercare tracce o elementi biologici che possano indicare una dinamica dei fatti diversa da quella suicidaria.
Per le indagini il legale chiede un accurato esame dattiloscopico sulla balaustra dell’appartamento e l’acquisizione della documentazione fotografica realizzata dalle forze dell’ordine austriache intervenute sul luogo. Infine è stato richiesto di sentire una donna ripresa in un filmato depositato che ha riferito di continui e accesi litigi tra la vittima e il convivente, dell’autore del servizio televisivo e del testimone al quale Elio Bargione avrebbe fornito due versioni contrastanti dell’accaduto.
Secondo il legale è necessario alla luce dell’autopsia eseguita all’istituto di medicina legale di risentire i due testimoni che hanno raccontato che la giovane è caduta sbattendo per prima la testa. Cosa diversa da quanto sarebbe emerso dall’esame sul corpo di Aurora.