I Cinque Stelle fanno quadrato intorno a Di Maio: “Chi tocca il nostro capo politico attacca ciascuno di noi. Il M5s è un monolite. Qualche volta ci siamo espressi a più voci ma quello che è successo in questo mese di agosto ci ha ricompattato”, ha detto il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli in conferenza stampa.
Una precisazione che si sarebbe resa necessaria per molteplici ragioni, soprattutto perchè, al di là del braccio di ferro con il Pd circa il ruolo del capo politico grillino, il vero nodo – anzi la quasi certezza – è che il Conte bis appanna ulteriormente la figura di Luigi Di Maio, visto che l’ex “avvocato del popolo” tornando in sella al governo con una diversa maggioranza, di fatto è diventato una figura ingombrante per i 5 Stelle e che potrebbe seriamente mettere in crisi le logiche e le leadership consolidate dei grillini. E allora, ecco la manifestazione di orgoglio pentastellato, che appare invero poco credibile, visto che arriva dallo stato maggiore del Movimento e non dai suoi attivisti.
Intanto, un’altra questione è quella relativa al voto riguardo il nuovo governo che avverrà sulla Piattaforma Rousseau: “Far votare i propri iscritti sulle scelte fondamentali per l’Italia è il metodo del MoVimento 5 Stelle. Rappresenta da sempre il nostro valore fondante ed è altamente democratico”, scrive in un post sul blog il M5S confermando il voto su Rousseau.
E ancora, sempre il blog delle Stelle scrive: “Sono valori democratici che non barattiamo per nulla e nessuno e chiediamo vengano rispettati, così come rispettiamo chi decide la propria linea politica in una direzione di delegati. Il Pd ha i propri organi decisionali, noi abbiamo il nostro: gli iscritti”.
Il fatto è, però, che a quanto pare gli iscritti al movimento 5 Stelle non saranno chiamati a votare a favore o contro l’accordo di governo giallo-rosa con il Pd, ma solamente sul nome di Giuseppe Conte quale nuovo presidente del Consiglio: evidentemente, così facendo, i vertici grillini vogliono evitare che possa arrivare una valanga di NO attraverso il voto on line e addolcire la pillola di un governo con chi fino a ieri (neanche un mese fa) veniva accusato di essere il “Partito di Bibbiano” e il “Partito del salva banche contro gli italiani”.
Il dato numerico è che se si fosse andati alle elezioni anticipate, i sondaggi affermano che il M5s avrebbe perso per strada circa 300 parlamentari fra deputati e senatori che non sarebbero stati rieletti. Il rebus è invece il consenso che il Movimento 5 stelle perderà ulteriormente dopo avere governato insieme all’ “odiato Pd”, visto che nell’immaginario di molti attivisti, il Partito democratico è visto come il nemico numero uno del progetto grillino, il partito dell’establishment, della Fornero e dei corrotti, con oltre mille indagati fra i suoi esponenti. una pillola fin troppo amara da ingoiare per chi per anni ha gridato “onestà onestà”.