Sono stati presentati oggi i lavori di consolidamento, appena conclusi, delle antiche strutture murarie del Castello di Calatubo ad Alcamo (TP), che ha beneficiato di un contributo di 30.000 euro stanziato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano – e Intesa Sanpaolo nell’ambito della settima edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare, in cui il bene si è aggiudicato il terzo posto nella classifica nazionale con 71.967 voti.
Il Castello di Calatubo si erge isolato nella campagna fuori Alcamo. Si tratta di un grande complesso architettonico che ha attraversato diverse epoche storiche e che si fa risalire al X-XI secolo, anche se è difficile stabilire con esattezza l’impianto originario. Costruito su un terreno abitato sin dal VII secolo a.C., nel 1093 venne incluso nella nuova Diocesi di Mazara e nel Medioevo divenne una robusta fortezza a controllo di un vasto territorio, finché all’epoca di Federico II fu trasformato in masseria feudale.
Il castello fu utilizzato fino agli anni ‘60 del Novecento, per essere poi abbandonato e trasformato in ovile. Il degrado causato dal pascolo degli animali, il terremoto del Belice del 1968 e l’assenza prolungata di interventi, hanno portato al crollo dei solai e di numerose murature. A ciò si è aggiunta l’opera degli scavatori di frodo, interessati ai reperti archeologici che venivano alla luce nella vicina necropoli del VII secolo a.C. Acquistato nel 2006 dal Comune di Alcamo dai precedenti proprietari privati, il bene è oggi ridotto in stato di rudere.
In occasione del censimento “I Luoghi del Cuore” 2014, grazie all’impegno dell’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” – fondata al fine di recuperare questo importante sito frutto di numerose stratificazioni che hanno attraversato oltre dieci secoli di storia – sono stati raccolti oltre settantamila voti a favore del bene.
Un risultato straordinario, che ha permesso al castello di accedere ai 30.000 euro assegnati da FAI e Intesa Sanpaolo in virtù del suo posizionamento sul terzo gradino del podio. Gran parte del contributo “I Luoghi del Cuore” è stata destinata, nel 2017, alla messa in sicurezza dell’ingresso e della prima corte su cui prospetta la chiesetta che si trova all’interno del complesso, realizzata grazie a puntuali microconsolidamenti che hanno reso possibile l’accesso al castello.
Queste azioni hanno permesso di bloccare il degrado, che avanza rapidamente con costanti microcrolli, assicurando in tal modo la conservazione della struttura monumentale fino a oggi interessata da fenomeni di dissesto che rischiavano di compromettere l’integrità del sito.
All’evento di inaugurazione erano presenti, oltre al sindaco di Alcamo Domenico Surdi, il presidente regionale FAI Sicilia Giuseppe Taibi, il capo delegazione FAI Trapani Nicola Adragna, il capo gruppo FAI Alcamo Bino Ferrara, il presidente dell’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” Stefano Catalano e l’Ing. Anna Perrino, che ha raccontato l’intervento di consolidamento.
LE DICHIARAZIONI
Il sindaco Domenico Surdi ha dichiarato: “Sono stati ultimati i lavori per la messa in sicurezza e il consolidamento del Castello di Calatubo, pregevole esempio di architettura medievale siciliana purtroppo ridotto allo stato di rudere. Grazie al FAI e all’iniziativa ‘I Luoghi del Cuore’ e insieme ai fondi comunali e del Bilancio Partecipato abbiamo portato avanti un percorso di recupero che vuole essere il primo passo per restituire al territorio dell’intero Golfo di Castellammare questo bene di grande rilievo storico e artistico. Ringrazio l’Associazione ‘Salviamo il Castello di Calatubo’ e quanti hanno votato questo ‘Luogo del Cuore’ permettendo così di avviarne il percorso di ristrutturazione”.
“Dopo l’ottimo risultato ottenuto con il censimento ‘I Luoghi del Cuore’ 2014 – commenta Giuseppe Taibi, presidente regionale FAI Sicilia – esprimo la mia piena soddisfazione per la realizzazione dell’intervento di messa in sicurezza delle strutture murarie della prima corte del Castello di Calatubo, della chiesa e dei locali annessi, al fine di assicurarne la pubblica fruizione. Il tutto è stato possibile grazie all’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, insieme al Comune di Alcamo. Un passo fondamentale che ci auguriamo possa essere l’inizio di un percorso verso il totale recupero di questa antichissima fortezza, testimonianza imperdibile della nostra identità”.
Soddisfazione anche nelle parole di Nicola Adragna, capo delegazione FAI Trapani: “Il territorio siciliano è ricco di bellezze architettoniche, alcune delle quali purtroppo versano in condizioni di abbandono. Grazie al censimento ‘I Luoghi del Cuore’ promosso dal FAI, che raccoglie il sentimento popolare, gli dà forza e spinge gli enti competenti a intervenire, sono già state compiute opere di intervento su importanti beni del territorio, quali il Castello della Colombaia a Trapani e le Saline e Laguna dello Stagnone di Marsala. Nel 2014, su iniziativa dell’Associazione ‘Salviamo il Castello di Calatubo’ ben 71.967 alcamesi innamorati di questo sito così ricco di storia, hanno votato per salvarlo dalla sua rovina. Grazie a loro, all’impegno fattivo della Fondazione, della Delegazione FAI di Trapani e del Gruppo FAI di Alcamo e al Comune di Alcamo, oggi salutiamo con soddisfazione i lavori di messa in sicurezza appena conclusi e auspichiamo che quanto realizzato sia solo l’inizio di un completo e totale recupero della struttura”.
E Stefano Catalano, presidente dell’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” ha affermato: “Dopo una lunga attesa si sono finalmente conclusi i lavori per la messa in sicurezza della prima corte del Castello di Calatubo, realizzati grazie ai fondi messi a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito della settima edizione de ‘I Luoghi del Cuore’. Abbiamo raggiunto un rilevante traguardo ma il nostro impegno non finisce qui e continuiamo a darci da fare, così come stiamo facendo da anni, per riuscire a garantire la salvaguardia del sito e permetterne il completo recupero. Ci stiamo adoperando a 360° per trovare una soluzione definitiva affinché tutto il complesso possa, una volta per tutte, riscattarsi da quel mortificante abbandono in cui versano la gran parte delle antiche strutture. Non finiremo mai di ringraziare quanti hanno sostenuto e continuano a sostenere il nostro amato castello, e in modo particolare il FAI che, ogni due anni, attraverso il censimento dei luoghi da non dimenticare dà voce alle segnalazioni dei cittadini e stimola l’Italia intera ad agire per la tutela e la valorizzazione del suo straordinario patrimonio culturale e ambientale”.