“I parchi archeologici siciliani a 18 anni da una legge pionieristica. Siracusa” è il titolo della conferenza che si svolgerà il 12 novembre, dalle 16 all’Auditorium del Museo archeologico Paolo Orsi, Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici.
Relazioneranno l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Sebastiano Tusa, “I parchi archeologici in Sicilia. Storia e prospettive”; Silvia Mazza, storica dell’arte, curatrice dell’evento, “Per una riforma dei parchi archeologici: punti di forza e contraddizioni del “modello siciliano””; Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, “Dal tentativo di salvare gli abusivi alla legge sui parchi archeologici“; Rita Paris, direttrice del Parco Archeologico dell’Appia Antica, “La Riforma del Ministero e i Parchi Archeologici: il caso del Parco Archeologico dell’Appia Antica“, e Antonella Bonini, funzionario archeologo del Parco Archeologico dell’Appia Antica, “Prassi di tutela e valorizzazione nel Parco Archeologico dell’Appia Antica: problemi e punti di forza“. Seguirà un ampio dibattito con interventi del pubblico.
La conferenza intende fare il punto sul tema dei parchi archeologici siciliani, una fetta rilevante del patrimonio, che annovera i principali attrattori turistici regionali (Valle dei Templi, Taormina, Siracusa, Selinunte e Segesta, Piazza Armerina), e su una normativa innovativa, la Legge regionale 20/2000 che, oltre ad aver istituito diciotto anni fa il primo parco, quello archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, disciplina l’istituzione di tutti gli altri. Si tratta di una legge lungimirante che ha introdotto una radicale mutamento nella concezione stessa della tutela, passando da un approccio vincolistico a uno che contempera la tutela e la valorizzazione, considerando, inoltre, i parchi archeologici come strumenti di sviluppo economico sostenibile dei territori in cui ricadono.
Durante la conferenza, l’assessore Tusa illustrerà il disegno di legge di riforma di questa storica normativa appena approvato dalla Giunta di Governo.
“Nei sei mesi trascorsi dalla mia nomina – dichiara l’Assessore – ho istituito il Parco di Segesta e reinserito nel Sistema dei parchi archeologici regionali quello di Pantelleria. In 18 anni dall’approvazione della Legge che ha previsto i Parchi archeologici in Sicilia, ne erano stati istituiti solo tre: Agrigento, Naxos e Selinunte. Tre Parchi in 18 anni è uno dei paradossi della nostra Regione che non ha attuato una buona legge che molti ci invidiano”.
“Ho accettato l’incarico di assessore dei Beni culturali da parte del Presidente Musumeci – aggiunge Tusa – soprattutto per vincere insieme a lui questa sfida: la Sicilia deve avere tutti i Parchi previsti. Con la recente approvazione del disegno di legge da parte della giunta di governo, la Sicilia avrà finalmente quell’impulso in termini di sviluppo culturale che i parchi archeologici, con la loro nuova strutturazione, potranno dare. Si tratta – conclude l’Assessore – di una semplificazione della legge n.20 del 2000: maggiore autonomia eliminando le differenze esistenti tra il Parco di Agrigento e gli altri parchi con la possibilità di utilizzare le somme introitate dai biglietti di ingresso per pagare i salari accessori al personale di custodia. Elemento fondamentale che metterà fine all’annosa questione delle aperture straordinarie; si elimina così l’immagine negativa che in talune occasioni siamo stati costretti a mostrare”.
“In anticipo di tre lustri sulla riforma targata Franceschini – spiega Silvia Mazza – che ha introdotto nel MiBACT (oggi MiBAC) musei e parchi autonomi, questa legge pionieristica necessita, infatti, di una fondamentale revisione, che vada non solo nella direzione di un aggiornamento, ma che intervenga anche su contraddizioni e carenze che, insieme a responsabilità politiche e amministrative, spiegano perché dopo tutti questi anni i parchi archeologici siciliani dotati di autonomia finanziaria e gestionale siano ancora solo tre, ai quali si è aggiunto da qualche mese quello di Segesta, istituito, ma non ancora autonomo”.
La conferenza sarà anche occasione, per la prima volta, di confronto con gli analoghi istituti riformati del MiBAC. Verranno, quindi, illustrati i temi principali della riforma statale, l’istituzione dei Parchi archeologici, ricondotti alla Direzione Generale Musei, gli aspetti della tutela mista assegnata ad alcuni Parchi (con funzioni di Soprintendenze), cosa si intende per «Parco», gli strumenti di pianificazione, il significato dell’autonomia, etc. In particolare il Parco dell’Appia Antica si presta bene a un confronto con quello istituendo di Siracusa, per i caratteri peculiari che ne fanno un «parco urbano», ovvero «un pezzo di città con la quale crea una discontinuità, ma con la quale convive», come spiega il direttore Rita Paris.
Tra gli altri temi correlati, saranno trattati anche quello del Parco Regionale dell’Appia Antica, che ha competenze di carattere naturalistico, il cui perimetro coincide con quello del parco archeologico; e quello dello strumento del Piano Territoriale Paesistico, vigente dal 2010, di elevata qualità e di dettaglio, che interessa il Parco archeologico per i suoi aspetti monumentali e paesaggistici che lo connotano preminentemente. Anche quest’ultimo, tema di grande attualità per Siracusa, il cui Piano Paesaggistico è stato approvato appena l’anno scorso.
Infine, è prevista una seconda tappa a Roma, al Parco archeologico dell’Appia Antica, con l’intervento di altri direttori dei parchi riformati del MiBAC. La Conferenza bilaterale Siracusa-Roma rappresenta la prima occasione di verifica della Riforma Franceschini in materia di istituti autonomi e di confronto col “modello siciliano”.