Tenere i conti aziendali in ordine. Potenziare i servizi di trasporto pubblico locale e riorganizzare le attività ad oggi in perdita, anche attraverso l’affidamento ai privati. Il piano industriale di Amat è arrivato all’attenzione del Consiglio Comunale. Il documento era diventato una sorta di mistero. L’azienda, il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore Maurizio Carta avevano garantito che la redazione dell’atto era a buon punto. Parole di cui avevano dubitato le opposizioni e le organizzazioni sindacali. Oggi arriva qualche certezza in più.
La bozza arriva in Consiglio Comunale
Ad occuparsi di stilare il nuovo piano industriale è stata, a quanto pare, una società ligure specializzata nella programmazione del trasporto pubblico locale. La bozza, ancora al vaglio degli uffici e dell’Amministrazione, punta a dettare i confini della gestione operativa della società guidata da Giuseppe Mistretta per i prossimi tre anni. Secondo le indiscrezioni che filtrano da Palazzo Comitini, vengono sostanzialmente confermati i punti elencati nella nota che era stata inviata dal dirigente dell’Ufficio Mobilità Sostenibile Alessandro Carollo agli attori direttamente interessati dai tavoli tecnici tenutisi a Palazzo Palagonia. Ciò però con qualche novità.
“Finalmente i consiglieri comunali hanno potuto visionare la bozza di piano industriale proposta da Amat – sottolinea l’esponente del M5S Concetta Amella -. Personalmente, pur condividendo l’importante obiettivo di rilanciare l’azienda da un punto di vista gestionale, non posso non sottolineare che il documento in questione appare fin troppo schematico, soprattutto sui nodi cruciali della programmazione triennale. Ciò a cominciare dai termini della privatizzazione di alcuni servizi in perdita, come bike e car sharing oppure come il servizio segnaletica. Tali voci non sono solo composte da numeri, ma anche e soprattutto da lavoratori che hanno famiglie a carico. Per questo vanno tutelati. Fatto su cui noi, come M5S, ci batteremo con forza”.
Tram cuore pulsante del piano industriale di Amat
A prendersi la scena del piano industriale di Amat è il sistema tram di Palermo. Il potenziamento del trasporto pubblico ferrato è un elemento chiave per il futuro della società. Dal tram passa la riorganizzazione dei percorsi di Amat, la riassegnazione degli autobus, la soppressione di alcune linee e la gestione dei parcheggi d’interscambio. Strutture quest’ultime ritenute chiave nel convincere i cittadini palermitani a rinunciare alla propria auto in favore dei mezzi pubblici.
Secondo le ultime previsioni fornite nei giorni scorsi a ilSicilia.it dall’assessore Maurizio Carta, il primo cantiere a partire sarà quello della linea C, ovvero la tratta che in futuro collegherà la stazione Notarbartolo alla stazione Centrale attraverso viale Regione Siciliana, via Ernesto Basile e corso Tukory. La nuova data di inizio lavori è fissata a gennaio 2025. La stessa ha subito già diversi rinvii dovuti alla necessità di adeguare la progettazione esecutiva alle indicazioni dell’ente che si sta occupando di analizzare il documento. Gli interventi dovrebbero durare circa tre anni, per poi concludersi a questo punto entro dicembre 2027. Un lasso di tempo in cui partirà anche un altro cantiere, ovvero quello della linea B (stazione Giachery-stazione Notarbartolo). Al momento, il via libera al cantiere è fissato a giugno 2025, mentre la data di fine lavori prevista è novembre 2026.
La riorganizzazione di alcune linee bus e l’occhio rivolto alla Provincia
Un cronoprogramma dal quale, fanno sapere alcuni consiglieri comunali, dipende anche il futuro del trasporto pubblico gommato. Collegare alcune aree della città con il tram vuol dire infatti esautorare alcune linee esistenti. Diversi autobus potrebbero dunque cambiare percorso. Fra la linee che sarebbero menzionate nel piano industriale di Amat figurano 100, 108, 118, 304, 380, 534, mentre potrebbero essere soppresse la 109 e la 234. Sarebbe previsto inoltre un cambio per la linea 101. Attualmente, uno dei capolinea è posto davanti allo stadio Renzo Barbera. Ma in futuro il punto di arrivo della tratta in questione potrebbe traslocare alla stazione Francia, la quale diventerá il punto di arrivo della linea E1. Una di quelle della sopracitata fase due di cui fanno parte le linee del tram C, B, A1 ed F.
Gli autobus in questione potrebbero quindi essere reindirizzati su altre linee, nonchè su altri progetti aziendali. Nelle scorse settimane infatti era filtrata l’indiscrezione che Amat avrebbe l’intenzione di potenziare i collegamenti con i comuni della “prima corona” della Provincia di Palermo. Ad oggi, l’azienda di via Roccazzo serve Monreale (389), Villabate (224) e Isola delle Femmine (628). In caso di allargamento della platea, nel programma potrebbero essere coinvolti comuni quali Altofonte, Misilmeri, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi e Torretta (comune quest’ultimo che ospita da qualche tempo il centro sportivo del Palermo Calcio). Un’operazione che comunque è di lungo periodo e che non partirà probabilmente prima del 2026. Tutto ciò, ovviamente, a patto che venga rispettata la tabella di marcia di altri progetti, come ad esempio l’avvio dei lavori per la fase due del tram. Insomma, un’operazione non proprio semplice da portare a termine.
I servizi in perdita: l’apertura ai privati
Secondo le ulteriori indiscrezioni filtrate da Sala Martorana, nell’attuale bozza di piano industriale viene dedicato grande spazio anche ai servizi in perdita. Elenco i cui rientrerebbero il bike e car sharing, la rimozione dei mezzi in sosta vietata e il servizio segnaletica. Così come concordato ai tavoli fra azienda e Comune di Palermo, tali voci operative rimarranno comunque in capo ad Amat. Ciò con la clausola che l’azienda, attraverso la predisposizione di bandi pubblici, possa ricorrere all’esternalizzazione dei servizi o di parte di essi ai privati. Forme di partenariato pubblico-privato che confermano la tendenza dell’Amministrazione Comunale guidata da Roberto Lagalla di efficentare le società Partecipate tramite il ricorso al libero mercato. Tutto ciò senza snaturare la natura pubblica delle aziende. Con riguardo al servizio segnaletica, ad essere oggetto dell’affidamento ai privati potrebbero essere i servizi collegati alle cosiddette strade primarie, ovvero alle vie che collegano Palermo alle strade extraurbane. In compenso, l’area in questione riceverà nuove competenze fornite dalla manutenzione delle piste ciclabili.
La riorganizzazione delle zone blu: previsioni specifiche per Mondello e centro città
Altri rumors confermati sembrerebbero essere quelli relativi al sistema delle “zone blu“. Da quanto si apprende, gli stalli a pagamento dovrebbero essere riorganizzati in cinque fasce, alcune delle quali modulate su sezioni orarie (una categoria in cui rientrano i parcheggi del centro città) o in base alle stagioni (come nel caso di Mondello). L’imperat è quello di migliorare gli introiti dei servizi ausiliari. Ciò anche alla luce dei vincoli imposti dal piano di riequilibrio a cui è soggetto il Comune di Palermo. Previsioni che, ad esempio, impongono di stabilizzare il corrispettivo concesso da Palazzo delle Aquile a quello concesso negli anni precedenti.
Politiche del personale e digitalizzazione
Altro elemento chiave interessa le politiche del personale. Amat, di recente, ha avviato una serie di concorsi per inserire nuovi dipendenti in organico. Ciò per far fronte alle attuali carenze presenti e che si potrebbero aggravare nel corso dei prossimi anni, così come successo in passato ad un’altra azienda Partecipata del Comune di Palermo quale è Rap. Fonti di Radio Palazzo parlano del possibile ricorso al turnover, nonchè a forme di accompagnamento alla pensione per quei dipendenti vicini alla quiescenza lavorativa. Non mancano poi i riferimenti alle politiche di digitalizzazione e di efficentamento energetico. In futuro sarà concesso grande spazio agli autobus elettrici. Inoltre, all’interno del piano industriale pare sia prevista la creazione di una sorta di control room dotata di sistemi di tracciamento all’avanguardia che permetterebbe di garantire quanto non è stata capace di fare l’app “Muoversi a Palermo” in questi due anni, ovvero un follow-up in tempo reale degli autobus che dia certezze all’utenza sul passaggio dei mezzi alle fermate.
Amella: “Serve concretezza, altrimenti parliamo di un libro dei sogni”
“All’interno del piano industriale, si parla del possibile ricorso, entro il 2026, a forme di collegamento inter-provinciali con alcuni comuni della Città Metropolitana. Un progetto di per sé nobile ma che cozza con una realtà che parla di periferie della città non adeguatamente collegate, con l’utenza che rimane in attesa alle fermate a tempo indeterminato – aggiunge la consigliera comunale Concetta Amella -. A tal proposito, l’azienda punta a migliorare la digitalizzazione dei servizi, in modo da attivare quel tracciamento in tempo reale degli autobus in giro per la città. Speriamo che questi propositi non rimangano lettera morta. Ciò anche alla luce dei problemi, ormai conclamati di Muoversi a Palermo. Applicazione presentata ormai nel 2023 come panacea di tutti i mali ma che oggi continua a non fare quello per cui è stata programmata, ovvero dare informazioni in tempo reale ai palermitani sul passaggio delle linee dell’Amat. C’è poi il tema dell’accensione delle 19 paline intelligenti che ad oggi, a distanza di 18 mesi, risultano ancora spente, eccezion fatta per 4 di esse. E’ inutile mettere in fila una serie di buoni propositi se non si è in grado di realizzarli. Altrimenti, più che di un piano industriale, si rischia di parlare di un libro dei sogni“.