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I veleni dei 5Stelle. Dai social alla realtà, alle comunarie è campagna old-style

mercoledì 18 Gennaio 2017

Nei post on line si ammicca, i forum sono pieni di illazioni. Gli spifferi sono tanti, si parla addirittura di dossier. La faida nei 5stelle sta toccando livelli inaspettati. E per certi aspetti inquietanti. Quel monolite che sembrava indistruttibile nel nome dell’anti-casta non c’è più. Frantumato sotto i colpi di uno scontro tra fazioni che non fanno prigionieri. Lo scandalo delle firme false su cui indaga la Procura di Palermo e che coinvolge i tre deputati nazionali Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino ha rotto il giocattolo perfetto.

Sono lontani i tempi delle feste, delle bicchierate e delle pacche sulle spalle per l’ascesa all’Assemblea siciliana e le abbuffate al ristorante con Beppe Grillo. C’eravamo tanto amati, ora l’avversione e l’odio alimentano le bande, a questo si sono ridotti i gruppi che se le stanno dando di santa ragione: ‘monaci’, ‘regionali’ e ‘outsider’. L’un contro l’altro armati. Il meetup “il Grillo di Palermo” si è spaccato, è nato “Palermo in movimento” cui hanno aderito i “regionali” che stanno cercando di tenere la barra delle ‘comunarie’. Su Facebook la scissione viaggia su due profili. Navigando nell’intricato groviglio social dei grillini si può trovare di tutto. Ma è fuori dalla rete virtuale che la faida sta assumendo contorni ancora più equivoci.

Questione di ore ormai, poi il verdetto del web dirà chi tral’avvocato Ugo Forello e il poliziotto Igor Gelarda sarà il candidato sindaco. Ricevuta la mail dallo staff milanese, gli iscritti al blog di Grillo in un lasso di tempo stabilito dai guru di Rousseau potranno esprimere la preferenza per uno dei due. La selezione sul web è partita alle 10 di oggi e si chiuderà alle 19.

Al primo turno delle ‘comunarie’ votarono in 524 su una platea di elettori di circa 2mila persone, è venuta fuori la lista dei potenziali consiglieri comunali, che giorno dopo giorno si è svuotata per i forfait di alcuni candidati: ne sono rimasti 27. Ma non sarà l’ultimo atto. Anzi.  La guerra è appena all’inizio.  All’apertura delle urne mancano 4 mesi. Un tempo infinito. Si vocifera di dossier con informazioni su alcuni dei protagonisti della faida, di audio-video compromettenti, di archivi con immagini che rivelerebbero verità scomode.  Si parla di campagna elettorale old style: promesse, impegni, garanzie, ammiccamenti.

 

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