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Palazzo delle Aquile ha ospitato il convegno “Il futuro della Sicilia si chiama identità”, fortemente voluto dal Dipartimento Cultura della Lega Salvini Premier di Palermo e organizzato con il Gruppo Consiliare della Lega al Comune, che ha ospitato tra i relatori anche il senatore Toni Iwobi, vicepresidente Commissione permanente Affari Esteri e Immigrazione.
Il convegno, introdotto dal giornalista Alberto Samonà, ha segnato un primo momento di dibattito sul tema dell’identità come occasione di crescita comune dell’intera Isola, non solo del capoluogo, che nella sua essenza rappresenta un brand di indiscutibile valore culturale e storico, dove il termine identità sintetizza, o dovrebbe farlo, il sincretismo fra culture diverse, nel nome di una vera integrazione libera da slogan e demagogia, fondata sul rispetto reciproco e
“Senza l’identità un territorio, una nazione muore – dichiara il senatore Iwobi – se vogliamo uccidere una nazione il metodo veloce è togliere identità e cultura, dobbiamo ripristinate la volontà di conservare la nostra cultura per le future generazioni“.
La parola chiave resta sempre confronto:”Mai negare il confronto – continua Iwobi nella video intervista – attraverso il dialogo si trovano soluzioni uniche ai problemi che incombono. La Lega è sempre aperta al confronto ed è al servizio del popolo“.
Al convegno erano presenti, oltre a Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale e responsabile enti locali Sicilia, e Elio Ficarra, responsabile enti locali Palermo e Provincia della Lega, anche alcuni rappresentanti, tra imprenditori e operatori di specifici settori, che da tempo sono impegnati nella promozione, a vario titolo, della Sicilia.
L’imprenditore ed esperto di comunicazione Giovanni Callea, l’imprenditrice turistica Tamako Sakiko Chemi, Lilla Oliveira Pecorella, dell’Ufficio di presidenza della Consulta delle Culture, Filippo Occhipinti, coordinatore cittadino dei Verdi, e Osas Egbon, presidente dell’associazione “Donne di Benin City”, l’unica in Italia a essere stata fondata da nigeriane ex vittime della tratta, impegnate sul territorio nella lotta contro la prostituzione.
Ognuno ha dato il proprio contributo, dunque, in tema di identità quale possibilità di mettere insieme tradizioni, beni culturali e archeologici, turismo, agricoltura, enogastronomia, arti, mare, commercio, artigianato, sotto un unico comune denominatore: la Sicilia, appunto.
Ha fatto discutere, invece, l’assenza, al tavolo dei lavori, sia del neo assessore alle Culture del Comune di Palermo Adam Darawsha, sia del presidente della Consulta delle Culture, Ouattara Ibrahima Kobena.
“Avevamo invitato anche il neo assessore – ha detto Igor Gelarda – che invece si è sottratto. Chi non si vuole confrontare, secondo me ha sempre torto“.