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Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, oggi in visita istituzionale in Sicilia, ha incontrato a Palazzo d’Orleans, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
ZES (Zone economiche speciali), nomina dei commissari, infrastrutture e Ponte sullo Stretto di Messina sono stati alcuni dei temi affrontati.
“Io ritengo che il Ponte sullo Stretto sia necessario per rompere l’isolamento che condanna la Sicilia a una situazione di arretratezza”, ha detto il ministro Carfagna a margine dell’incontro a Palazzo d’Orleans con il presidente Musumeci. “Dalla relazione del ministro Giovannini – ha aggiunto Carfagna – emerge la necessità del Ponte sullo Stretto. Da quella relazione sono state escluse le soluzioni subacquee, restano in piedi le soluzioni ad una o tre campate. Quello che interessa è che pare ci sia la volontà tranne qualche ormai esigua perplessità, di assumersi la responsabilità dell’avvio della costruzione del ponte”.
Ridurre il divario di cittadinanza tra Nord e Sud è la missione del governo Draghi per rilanciare le sorti delle regioni del Mezzogiorno, l’obiettivo cardine dell’agenda politica del ministro Carfagna.
“Questa è una giornata importante perché è la mia prima visita istituzionale da ministro per il Sud. Fin dal giorno del mio insediamento ho ritenuto di dover avviare un’interlocuzione intensa e assidua con tutti i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno. Con Musumeci c’é stata subito un’intesa – ha aggiunto – sulle questioni da affrontare e da risolvere anche con un orizzonte temporale ridotto”.
“Mentre venivo qua a Palermo – ha continuato il ministro – pensavo a che cosa sarebbe l’Italia se la Sicilia avesse gli stessi tassi di crescita della Lombardia o del Veneto: sarebbe un Paese finalmente unificato e a beneficiarne non sarebbero soltanto la Sicilia e il Sud, ma l’intero Paese. Sarebbe un paese dove i termini ‘Sud’ e ‘Nord’ non indicherebbero più un insopportabile divario di cittadinanza, ma indicherebbero semplicemente una differenza di cibo, architettura e di paesaggi. Questo è l’obiettivo a cui noi dobbiamo lavorare, questa è la missione che mi sono posta: ridurre il divario di cittadinanza, lottare contro le ingiustizie che ancora affliggono i cittadini del Sud, lavorare affinché nascere al Sud non sia più considerato come un peccato originale da scontare attraverso un minore accesso ai servizi pubblici, a cominciare dall’istruzione, dalla sanità dai trasporti”.
Ridurre lo storico gap infrastrutturale che divide l’Isola dal resto dello Stivale attraverso “Il potenziamento del raddoppio della capacità ferroviaria della Palermo-Messina-Catania comporterà la possibilità di avere non più 4 ma 8 treni e la riduzione dei temi di percorrenza di 60 minuti rispetto agli attuali. Mi rendo conto che si tratta di interventi già programmati, ma non sono stati mai attuati. Il vantaggio di inserirli nel Pnrr risiede proprio nella necessità di portarli a compimento entro il 2026. Quindi, per tutti questi interventi stavolta c’é la garanzia della realizzazione e attuazione”.
Il governatore Musumeci ha evidenziato le priorità della Sicilia, e lo sviluppo del Mezzogiorno passa dal razionale utilizzo delle risorse del Fsc e dal raggiungimento degli obiettivi fissati nel Pnrr, facendo leva sul ruolo che la Sicilia può e deve svolgere al centro del Mediterraneo.
“Le esigenze sono tante e non tutte sono state soddisfatte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha affermato il presidente della Regione, Nello Musumeci – Stiamo lavorando di buona lena, servono progetti esecutivi e abbiamo elaborato un elenco di opere di media grandezza. Le opere strategiche purtroppo non sono inserite nel Pnrr, perché i tempi non sono quelli dell’Ue, ma noi continuiamo a insistere perché il ministero della Transizione ecologica da un lato e quello delle Infrastrutture dall’altro possano aprire un tavolo per consentire alla Sicilia di dotarsi di quell’impianto infrastrutturale indispensabile perché l’Isola possa finalmente diventare naturale piattaforma nel Mediterraneo”.
La Sicilia è certamente una terra competitiva in tutti i settori, dal turismo all’agroalimentare, a quello delle energie rinnovabili e alla cultura. “Ma deve essere messa nelle condizioni di esprimere al massimo le sue potenzialità. La Sicilia rappresenta il perno della strategia di rilancio della vocazione italiana nel Mediterraneo, in grado di intercettare gli scambi commerciali e turistici che riguardano il Mezzogiorno”, così ha concluso il Ministro per il Sud.