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Il paradosso

Il mondo capovolto: Salvini “Sì al Ponte”, De Luca: “Così ruba i soldi al Nord”

lunedì 23 Ottobre 2023

Sembra di essere in un mondo capovolto. Non quello del libro del generale Vannacci ma sicuramente un mondo al contrario. Da un lato il leghista-nordista, milanese doc cresciuto con gli slogan bossiani “lumbardMatteo Salvini diventato il principale sostenitore del Ponte. Dall’altro il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca, siciliano-indipendentista che proprio sul Ponte ha cambiato idea in due anni specificando che in realtà lui è contro un particolare Ponte, quello di Salvini.

Nei panni del candidato più brianzolo di tutti gli altri (Galliani e Cappato compresi) alle suppletive per il seggio al Senato, Cateno De Luca in quel di Monza ha sparato a zero contro il ministro dei Traporti in comizi, dirette ed interviste.

A Lapresse ad esempio ha ribadito che Salvini è interessato solo a mettere la quindicesima prima pietra del Ponte perché il suo obiettivo è quello di continuare a prendere in giro il Sud con la strategia dell’annessione. Al giornalista che gli chiede perché mai i cittadini di Monza e della Brianza dovrebbero essere interessati alla questione De Luca risponde che il Ponte di Salvini ruba i loro soldi, quelli destinati alle Regioni del Nord.

“Salvini ha stabilito che il ponte sullo Stretto sarà finanziato dal fondo sviluppo e coesione, che è 70 miliardi di euro- ha detto De Luca– Il 20% di questi fondi, nella programmazione 2021-2027, sono destinati alle regioni dei Nord. Un miliardo e mezzo è destinato alle scuole, alle strade e alla sicurezza in Lombardia, di questi soldi 300 milioni sono destinanti al territorio brianzolo. È una rapina a mano armata che riguarda la logica lobbistica di Salvini”. Tesi questa ribadita fino a questa mattina nella diretta facebook del mattino. In sostanza la colpa di Salvini sarebbe quella di togliere al nord per dare al sud, il che a rigor di logica e di storia post Unità d’Italia ci potrebbe pure stare, nessuno ne avrebbe a male, sarebbe una sorta di (tardivo) risarcimento danni.

Nelle scorse settimane secondo quanto lo stesso Cateno ha fatto intendere e secondo vari rumors politici ci sarebbero stati incontri tra lui e Bossi e i nostalgici della Lega della prima ora, e il tema comune per entrambi sarebbe stato il no a “Roma ladrona”.

Vi è da dire che anche Salvini in anni non troppo lontani era contrario al Ponte, che considerava un’opera che avrebbe tolto risorse ad altre priorità per Sicilia e Calabria, quali strade, autostrade, ferrovie decenti. Dopo aver tolto la parola Nord al nome del partito (e averci aggiunto il suo), il ministro è diventato il principale promotore del Ponte, anzi quello che da esponente del governo lo sta traghettando dalle idee alla realtà.

Cateno De Luca non vede affatto bene la piega che sta prendendo la Lega al sud e in Sicilia, a maggior ragione dopo il patto federativo di Salvini con gli autonomisti di Raffaele Lombardo (altro suo acerrimo nemico), così il Ponte è diventato strada facendo la mamma di tutti gli attacchi mediatici.

Eppure fino al 2021, quando da sindaco di Messina De Luca intervenne alla manifestazione organizzata dai Sì Ponte indossò la maglietta e continuò a definirsi favorevole ed a considerarla un’opera grandiosa, infrastruttura principale in grado far realizzare anche le altre connesse.

Oggi il “Ponte di Salvini” lo irrita ed ai cittadini-elettori brianzoli spiega che a loro saranno “scippati” i denari per realizzare l’opera (una vera e propria nemesi) nell’odiata terronia.

Lo dico e lo ridico” ha ribadito pure questa mattina, aggiungendo anche che dovrebbe essere un referendum a far dire ai cittadini se lo vogliono o meno.

A chi gli ricorda che sta mettendo indirettamente il sindaco Federico Basile nella graticola, risponde che un conto è fare il leader di Sud chiama Nord (e candidato in Brianza) un altro è amministrare la città. “Noi sappiamo amministrare” spiega lasciando in un certo senso le mani libere a Basile di non scendere necessariamente in piazza contro il “Ponte di Matteo” al grido di “restituite i soldi al Nord”.

Del resto proprio oggi a Messina c’è la firma del protocollo per la nascita del MAXXI MED, il polo museale che davvero renderebbe la città centrale sotto il profilo culturale (QUI). Intesa questa nata grazie all’interlocuzione del senatore Nino Germanà con il presidente del MAXXI Alessandro Giuli e il ministro Sangiuliano il cui consulente culturale è il messinese Fabio Longo (QUI)

Basile finora sul Ponte ha mantenuto una posizione da sindaco, chiedendo massima attenzione per le opere connesse e soprattutto condivisione affinchè l’infrastruttura non passi “sopra la testa di Messina”.

Un lungo report in questo senso ha messo i puntini sulle i. Ma è chiaro che la posizione e le dichiarazioni di De Luca non passano inosservate.

Certo, non è ancora dato sapere se il 2 dicembre alla manifestazione No Ponte ci sarà anche Cateno, sia pure come leader di Sud chiama Nord. Nel 2006 al corteo No ponte che invase la città c’era anche l’allora sindaco Francantonio Genovese che però, così come tutti gli altri politici presenti alla manifestazione non prese la parola. Ma a proposito dei paradossi di questi mesi, c’è il Pd che ha messo in punizione dietro la lavagna Cracolici sul sì al Ponte dimenticando quanti dem e big del centro sinistra da Rutelli a Prodi a Renzi e Navarra sono stati col tempo favorevoli (QUI).

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