Superato lo spartiacque Sampdoria (CLICCA QUI), Michele Mignani ha avuto finalmente il tempo di immergersi nel mondo rosanero. Giunto nel capoluogo siciliano appena due giorni prima del match contro i blucerchiati, la squadra aveva sostanzialmente preparato l’incontro senza un timoniere, affidandosi nelle sole mani dei collaboratori tecnici. Pochi dettami e semplici linee guide sono comunque bastati a strappare un punto che alla vigilia appariva più che gradito, visto lo stato di forma arrembate degli avversari. Cosa aspettarsi dunque da Cosenza?
Le aspettative sulla prestazione in Calabria sono altissime. Il tecnico ligure ha ribadito la sua contrarietà a un modulo pressoché congelato in favore di una duttilità e una flessibilità dettate dalle esigenze del contesto e del momento, ma senza rinunciare ad alcune peculiarità. Difesa a tre o a quattro? I precedenti del mister avrebbero fatto pensare a quest’ultima opzione. Al suo debutto al Barbera, però, ha stupito tutti, alzando le barricate con Diakité, Lucioni e Ceccaroni. La soluzione, al momento, si è rivelata la più adeguata per andare in contro a quella che è divenuta una vera e propria emergenza. A forza di incassare, il Palermo si è trasformato inevitabilmente nella terza peggior difesa del campionato, con 47 gol subiti, pari merito con i doriani. Peggio solo le neopromosse Feralpisalò (51) e Lecco (60), rispettivamente penultima e ultimo il classifica. I primi accenni sono comunque arrivati. I rosa avranno pur incassato due reti, ma contro la squadra di Pirlo hanno sofferto meno del previsto. La continuità nell’arco dei novanta minuti è un traguardo ancora non tagliato, ma dei passi in avanti sono stati fatti: tanti errori ma nessun blackout registrato. La formazione siciliana ha retto e contenuto le pressioni, riuscendo anche a creare ghiotte occasioni per il controsorpasso. La ricetta Mignani è dunque perfezionabile. Un aspetto quest’ultimo che fa pensare a una conferma del modulo, accompagnato questa volta a un ventaglio di scelte più ampio a centrocampo.
Alle riflessioni di rito, il neo-tecnico ha aggiunto anche quelle causate dall’assenza di Lucioni e Di Mariano, che in realtà non sembrano destare più di tante preoccupazioni, fiducioso delle carte a disposizione nel proprio mazzo. La più intrigante resta quella tra i pali. Sempre titolare dal suo sbarco in città, Pigliacelli per la prima volta potrebbe accomodarsi in panchina per lasciare spazio a Desplanches. L’ultimo turno ha evidenziato tutti i pregi e i difetti del numero 22: importanti verticalizzazioni per far salire i compagni e parate provvidenziali capaci di scongiurare il peggio, contrapposte ai nove centri subiti dalla distanza e la troppa insicurezza nelle uscite. Il match contro la Sampdoria rischia così di rivelarsi fatale. Per il classe 2003, offuscato dalle precedenti gerarchie, potrebbe essere la volta buona per assaporare l’ebrezza dell’esordio. La staffetta in panchina ha certamente riacceso le speranze del Guanto d’Oro ai Mondiali U20, ma il posto dovrà guadagnarselo. Le eredità e le responsabilità, poi, sono parecchio pesanti. Riuscirà a reggerle? Da un estremo all’altro. Tra tanti punti sotto esame, l’unica certezza sono il tandem Brunori-Mancuso e il plus Di Francesco.
Al San Vito-Marulla, Mignani non solo dovrà trovare la prima vittoria ma anche sfatare uno dei tabù che da tempo perseguita il Palermo: il confronto con le piccole. Spesso intimorito e schiacciato in simili occasioni, il club di viale del Fante ha sempre faticato e un profilo, sulla carta, a portata di mano, come i calabresi, rischia di diventare un ostacolo più complesso del previsto. Il Cosenza di Viali non decolla. Piantati al quattordicesimo posto, con Bari e Spezia, i lupi della Sila sono ancora aggrappati alla speranza di non dover rivivere l’incubo playout. Il pari con il Cittadella è costato caro a Caserta, ma da circa un mese a questa parte nulla è cambiato. La scossa non è arrivata e la vittoria in casa manca dal 4-2 rifilato al Venezia.
Il viaggio di Mignani parte proprio da qui. I restanti cinque turni della regular season, nonostante la certezza matematica dei playoff non sia stata raggiunta, saranno una palestra non di poco conto. La sfida per accaparrarsi l’ultimo posto sarà un campionato a sé, tutto si azzera. E questo l’ex Bari lo sa molto bene.