Chi di rimonta ferisce di rimonta perisce. Si torna a festeggiare allo stadio Renzo Barbera. Il Palermo si rimette in carreggiata e ottiene il secondo successo di fila, vincendo 2-1 contro il Sudtirol.
La grinta e la voglia di rivalsa hanno prevalso sulla solidità della squadra di Bisoli. I gol di prepotenza di Ceccaroni e Aurelio hanno permesso di gonfiare il già succoso bottino, alzando l’asticella a quota 16 punti, e riacciuffare il secondo posto in classifica.
A sbloccare il match sono i tirolesi. Il Barbera sembra essere di ispirazione a chiunque ne varchi le porte. A tirare la magia fuori dal cilindro è Ciervo. Il giovane classe 2002 si inventa un fantastico destro a giro che beffa Pigliacelli. I biancorossi si confermano la “bestia nera” del numero 22. Al di là dell’ottimo guizzo anche il portiere rosanero detiene le sue colpe, con una posizione abbastanza discutibile, inchiodato sul primo palo. L’estremo difensore è stato protagonista anche di alcune uscite a vuoto, assistite da un pizzico di fortuna.
A mettere una pezza e far scoppiare di gioia i 24.402 tifosi, presenti oggi allo stadio di viale del Fante, ci hanno pensato due elementi della retroguardia rosanero, riscoperti per l’occasione bomber: Ceccaroni al 48esimo, subito dopo il rientro in campo, favorito da una leggera deviazione di Odogwu e Aurelio, capace di bucare la difesa e la parta del Sudtirol come un ariete, nel finale. L’ultimo quarto d’ora, all’arrembaggio nell’area tirolese, questa volta, è stato dunque proficuo per i rosanero. Il centro del terzino sinistro conferma la grande competitività sulla fascia. Subentrato a Lund, autore di una prestazione più che sufficiente, il numero 31 ha accolto bene il passaggio del testimone e donato maggiore freschezza a una delle zone di campo su cui Corini ha dimostrato di puntare maggiormente.
Nel complesso, quella andata in scena nel pomeriggio, è stata una partita molto equilibrata fin dai primi minuti. Il Sudtirol giunge spesso in anticipo sulle prime palle ed è favorito nei rimpalli. L’ottima capacità degli uomini di Bisoli di ripartire in velocità, come nel caso dell’1-0, e di chiudersi a riccio nella propria metà campo impedisce al Palermo di imbastire le trame di gioco. Palla a terra i rosanero riescono a perforare la retroguardia degli ospiti e la fisicità di Brunori e Mancuso permette ai due giocatori di attaccare l’area avversaria, impensierendo Poluzzi. Il numero 7 è sicuramente uno dei migliori in campo. Un vero e proprio rapace da area di rigore. Il pareggio dei rosa fa saltare gli schemi e le due compagini si allungano notevolmente, donando al match un nuovo volto. A influire molto anche la scelta dei cambi.
A supporto del tridente offensivo, Vasic, per estro e tecnica, si è dimostrato ancora una volta a suo agio nella zona di trequarti, con ottimi inserimenti e suggerimenti per i compagni. Meno lucido e brillante rispetto ai precedenti incontri Segre. Il numero 8 è un diesel: parte con il freno a mano per poi crescere con il passare dei minuti. Da segnalare due ottimi gesti tecnici: la rovesciata su appoggio di Stulac e il tiro dalla distanza allo scadere dei primi 45 minuti. A pesare sulla sua sostituzione al rientro dagli spogliatoi è l’ammonizione rimediata al 21esimo.
A mancare anche oggi è stata l’impronta dello sloveno. Dalla cabina di regia arrivano poche o nulle idee. Se il gol sembrava aver riacceso il fuoco del centrocampista le speranze sono state disattese. La grande varietà a centrocampo ha permesso a mister Corini di far girare le sue pedine e cambiare volto: Coulibaly ha regalato maggiore fisicità e copertura, Gomes più dinamicità in mezzo al campo, conquistando molti palloni vaganti. Entrambi hanno però peccato di alcune sbavature che in più di un’occasione hanno fatto tremare la squadra.