Una vittoria sporca e complicata, ma doverosa per svoltare le sorti di un campionato compromesso (forse solo all’apparenza). Dopo il 2-0 contro il Modena, il Palermo prolunga la propria striscia verde e conquista il secondo successo consecutivo, come mai era avvenuto nel corso della stagione. Termina così 1-0 il match valido per la ventiduesima giornata di serie B. La vittoria apre nuovi scenari in zona playoff, permettendo alla squadra di Dionisi si agganciare a quota trenta proprio le vespe, al quinto posto e a sei punti dalla Cremonese.
A regalare i tre punti e rivelarsi ancora una volta decisivo è Le Douaron, giunto così al suo quarto gol. Nota di merito va certamente a Vasic, subentrato nel corso del secondo tempo al posto di Segre. Il serbo illumina e dona nuova linfa alla manovra siciliana. Per la giovane promessa mai sbocciata del tutto si spera possa essere il punto di partenza e soprattutto di riscatto.
Guardando il bicchiere mezzo vuoto, tanti sono i punti da rivedere e migliorare: primi fra tutti gli esterni, sia a destra, sia a destra. Il mercato potrà essere certamente d’aiuto. Deludente oggi il centrocampo, spesso in difficoltà nei duelli individuali, favorendo le avanzate gialloblù.
A caccia della seconda vittoria consecutiva, il tecnico toscano punta tutto sulla continuità, anche sotto il profilo degli interpreti, confermando in blocco la squadra scesa in campo la settimana precedente contro il Modena. Una mossa in controtendenza rispetto alle precedenti uscite e che certifica la volontà del mister di voler dare maggiore fiducia e stabilità ad una formazione ancora alla ricerca della propria completa identità.
I ritmi sono alti fin dai primi secondi, con il club di viale del Fante più aggressivo sulla corsia di destra, con le galoppate di Pierozzi e gli interessanti spunti di Le Douaron. Iniziative, però, fin troppo evanescenti e condite da un pizzico di egoismo. Le maglie rosanero coprono bene le zone del campo, lasciando poco spazio agli ospiti, con i reparti corti e legati tra di loro. Poco o nulla riesce comunque a far impensierire Thiam, sicuro nelle poche uscite e aiutato dai tiri fuori misura dei siciliani.
Al quarto d’ora le vespe alzano la testa e chiamano in causa Sirigu, con una serie di insidiosi calci piazzati. Dagli sviluppi di questi il brivido maggiore lo regala Fortini, ma la sua conclusione pesca la leggera deviazione in scivolata di Lund, che spedisce il pallone di poco sul fondo. Poco dopo è il turno di Candellone a provare, invano, il colpaccio. Nel momento di maggior equilibrio, il Palermo fatica a ritrovare il pallino del gioco. Soprattutto nei duelli a centrocampo, nell’uno contro uno, non riesce ad avere la meglio e anche i rimpalli non sorridono ai padroni di casa. A esserne maggiormente penalizzato è Ranocchia. Proprio dal piede educato del numero 10, alla soglia della mezz’ora, arriva la chance più ghiotta, ma l’ex Juventus è costretto a fare i conti con la deviazione in corner di una maglia gialloblù.
Dieci minuti più tardi è serrata botta e risposta tra siciliani e campani. In una lunga rincorsa dalla fascia sinistra, Ceccaroni taglia bene il manto del Barbera, arriva in area, ma non riesce a sfruttare l’ampio corridoio a disposizione, regalando la sfera tra le braccia di Thiam. Il gioco riparte e la Juve Stabia riparte in velocità, affidandosi alla conclusione di Candellone, ma il numero 27 non incrocia bene e favorisce il preciso intervento in scivolata con i piedi di Sirigu.
Al quarantacinquesimo di accende la corsia di sinistra. Un Lund ancora fin troppo spento e non ancora in piena forma, innesca la corsa e il taglio in area di Ceccaroni, oggi “tuttofare” chiamato agli straordinari, costretto a compensare le mancanze del compagno americano. Le Douaron, però, non riesce a concretizzare il rigore in movimento, rendendo facile la lettura a Thiam.
Il Palermo paga a caro prezzo la presenza di esterni poco brillanti fisicamente e con i minuti contanti nelle gambe. Una condizione che incide, inevitabilmente, sui palloni realmente a disposizione del tandem di attacco Brunori-Le Douaron, in continua crescita per affinità e compatibilità. Dionisi, costretto a fare i conti con la coperta troppo corta lungo entrambe le fasce, decide così di catapultarsi nel secondo tempo, posticipando i cambi e lasciando invariata la disposizione tattica.
Al cinquantesimo, il lavoro in pressing del capitano e dell’ex Brest manda in tilt la retroguardia e l’estremo difensore gialloblù, attento e reattivo, però, sul tentativo ben calibrato di Brunori. Gli ospiti non si lasciano intimorire e la superiorità a centrocampo continua a dare i suoi frutti. A salvare più volte il tabellino è la sinergia tra porta e difesa, con interventi chirurgici e un Sirigu provvidenziale sulla sforbiciata di Adorante.
Il tecnico toscano opta per maggiore gamba e sostituisce uno scarico Segre per Vasic. Il match cambia completamente volto e per la prima volta in maglia rosa il classe 2002 si rivela decisivo, una vera e propria freccia in più nell’arco di Dionisi. Sei minuti più tardi, infatti, tenta il tiro dal limite dell’area. Un rimbalzo di troppo impedisce a Thiam di bloccare la sfera e respingere così in maniera goffa, scontando la presenza di un Le Douaron rapace e opportunista: 1-0.
Il serbo si gasa e diventa indomabile per le vespe: prima con un ottimo suggerimento per Brunori, impreciso nello stop, capace di tagliare tutto il campo e degno di nota per l’ottima lettura tattica, e pochi minuti dopo con un’incornata, a pochi dal secondo palo, dagli sviluppi di calcio d’angolo, terminata alta sopra la traversa a causa del corpo fin troppo sbilanciato.
Al settantanovesimo l’allenatore rosanero ruota le proprie pedina e dona nuova linfa alla propria formazione: fuori Brunori, Le Douaron e Ranocchia e dentro Verre, Henry e Saric. L’ultimo slot è dedicato a Pierozzi, sostituito per Diakité. Il club di viale del Fante contiene e mantiene le redini del gioco fino allo scadere del novantesimo. Al Barbera termina 1-0.