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Porte chiuse a ScN

Il Pd dice no a De Luca. “Scateno” tenta l’ultimo assalto a Calenda

martedì 23 Gennaio 2024

Il Partito Democratico dice no a Cateno De Luca e chiude le porte alla possibilità di accogliere nella sua lista per le Europee un candidato di Sud chiama Nord. Lo ha comunicato ufficialmente nella tarda serata di ieri il segretario regionale dei democratici Anthony Barbagallo, in una telefonata a De Luca. Ora per De Luca la via si fa sempre più stretta, gli rimane l’ultimo assalto a Carlo Calenda per un tentativo di intesa con Azione ed il “dentro o fuori” avverrà in un confronto finale tra i due in settimana entrante, a Roma.

Al tramonto di gennaio si aprono anche quelli che potrebbero essere poi gli scenari più clamorosi e al momento più probabili: la corsa in solitaria di ScN con una “lista identitaria” o la rinunci alla Europee, con la scelta di non presentarsi alla competizione di primavera. Lo sbarramento al 4% pende sempre più come una spada di Damocle sulle valutazioni del movimento di De Luca, al quale rimangono poche strade percorribili. Con il centrodestra non può andare, il Pd ha detto no, Renzi è il “nemico giurato” e allora Calenda diventa l’ago della bilancia dei piani deluchiani, uno spartiacque tra la possibilità concreta – in caso di accordo – di conquistare un seggio all’Europarlamento e il rischio – se salta tutto – di restare fuori dai giochi per Bruxelles.

“Ieri sera verso le 22 – ha spiegato De Luca – mi ha chiamato il segretario regionale del Pd, Barbagallo e mi ha preannunciato la loro posizione sulla formazione delle liste per le Europee. Mi ha detto chiaramente che a livello nazionale hanno deciso di formare una lista con rappresentanti del Pd. Quindi non c’è un’apertura riguardo alle altre forze politiche. Rispetto all’ipotesi di una ospitata nel Pd di un candidato di Sud chiama Nord, ci è stato detto che questa ipotesi non è praticabile. Così si è chiuso l’eventuale ragionamento, in modo anche corretto perchè ci hanno fatto sapere che le condizioni non ci sono. Questa possibilità era nata durante il lavoro sulla legge di stabilità all’Ars a Palermo. La prossima settimana sapremo se un’alleanza con altre forze sarà possibile, in particolare con Azione di Calenda. Sgarbi mi ha detto “con Calenda non vai da nessuna parte”. Vedremo, ho il dovere di percorrere strade praticabili. Il percorso deve essere portato avanti. lI Pd non coglie una opportunità, a casa propria ognuno comunque fa le sue valutazioni. Le Europee non sono la battaglia per la vita, forse vale per altri che sono subordinati a questo appuntamento per un discorso di sopravvivenza. Noi già esistiamo. Le Europee non sono indispensabili, si fanno se ci sono le condizioni. Ora attendiamo il confronto finale la prossima settimana con Calenda e tireremo le decisioni”.

La ratifica delle valutazioni che farà De Luca con il suo movimento si materializzerà a Taormina il 2 marzo, data in cui si terrà l’assemblea nazionale di Sud chiama Nord. Ora, come detto, De Luca non esclude l’eventualità di una lista autonoma del suo movimento ma comincia a prendere in considerazione pure l’eventualità di non prendere parte all’appuntamento elettorale del prossimo giugno.

“Se dobbiamo fare una lista identitaria e scendiamo tutti in campo – aggiunge De Luca – è una possibilità e non ci tiriamo indietro. Ma dobbiamo essere coscienti che sarebbe una battaglia dall’esito incerto. Se confermassimo il dato delle Regionali alle Europee, lo sbarramento è al 4% e servirebbe un milione di voti in tutta Italia. Nel 2022 ne abbiamo presi 500 mila in Sicilia, che equivalgono al 2% a livello nazionale. Andrà a votare il 50% in meno e la differenza la fa la capacità di portare gli elettori al voto. Potrebbe succedere che si va avanti da soli. Servono in ogni caso delle risorse, almeno Un milione e mezzo di euro per arrivare agli elettori ed affrontare dignitosamente le Europee. In realtà servirebbero 3 milioni di euro ma almeno per bussare alla porta della gente è necessario 1,5 mln. Vediamo cosa accade, non è escluso che si riesca a definire un’alleanza con Calenda, che ci farebbe concentrare nel collegio delle isole e del Meridione senza dover fare tutto da soli”.

Il sindaco di Taormina fa i conti, tra l’altro, si aspettava un’apertura dai Cinque Stelle, che al netto del dialogo da lui avviato a Palermo con Nuccio Di Paola e Antonio De Luca, non ha trovato un seguito tra i vertici del movimento. De Luca non ha avuto riscontri romani da Giuseppe Conte, che sembra avere altri piani. Non si esclude un ulteriore tentativo, già nelle prossime ore, di arrivare direttamente al leader dei grillini, anche con la sponda dell’ex viceministro e attuale presidente di SnC, Laura Castelli, che sta tentando di aprire un varco in questa direzione. Aspettando il verdetto di Calenda e “sognando” un sì in extremis dei grillini, De Luca insomma si avvicina ad un bivio: va da solo alle Europee o si chiama fuori dalla contesa?

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