Già la scorsa estate, quando don Ciotti riprese la frase dell’allora presidente della Regione Puglia Nicky Vendola “il Ponte unirebbe due cosche” le reazioni non si erano fatte attendere (QUI). Lo stesso presidente di Libera precisò anche il senso delle sue dichiarazioni.
Lo striscione è tornato in primo piano nel corso del corteo dei no pontisti di sabato scorso a Messina (QUI). “Più che due coste unirà due coste”. Stavolta la voce del sindaco di Messina Federico Basile, che da un anno si batte per il coinvolgimento della città nelle decisioni, si è levata alta. E anche quella del leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca.
“Nel rispetto di tutte le espressioni democratiche da cittadino e da sindaco accolgo come ho sempre fatto ogni tipo di corteo o azione di comunicazione legale e legittima – scrive Basile su facebook – Ma quando un’azione di legittima democrazia diventa strumento di altro genere di comunicazione non posso non condannare un comportamento che prescinde dal tema della manifestazione. Ho letto il manifesto che è stato esposto durante il corteo no ponte … e davvero non capisco quale messaggio si voglia dare”.
Ad appiccare la miccia era stato in mattinata l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, con un post al vetriolo: “Ma che schifo di messaggio è questo? Auspico che gli organizzatori del corteo prendano le distanze da questo striscione. E’ una generalizzazione che fa male alla stragrande maggioranza di siciliani e calabresi onesti”.
De Luca invita i presidenti Schifani e Occhiuto a querelare gli autori dello striscione e ribadendo di essere contrario al “ponte di Salvini”, aggiunge che non è possibile che ogni opera che viene fatta al sud debba necessariamente “odorare” di mafia. “Perché dobbiamo sempre essere bollati di mafiosita’? Un uomo di chiesa come Don Ciotti, che ha tutto il mio rispetto per il suo ministero e per le sue attività, che esempio sta dando con queste affermazioni? “