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“Il potere della parola”: Eva vs Totò, ovvero, la “Scrittrice affermata” vs il “Plebeo popolano”

martedì 12 Maggio 2020

L’orda degli pseudo intellettuali al servizio della mediocrità: la difesa della Murgia vs Battiato

La cultura d’élite di Eva, scrittrice affermata, contro la cultura paesana e popolare di Totò, u’ figghiu plebeo du’ populinu. È questo il tema del quale vogliamo scrivere oggi a partire da fatti noti, utilizzando le griglie di lettura e la cornice interpretativa delle quali ci ha dotato Paul Watzlawick col saggio “Pragmatica della comunicazione umana” (1967) che ha rivoluzionato tutti i principi e i metodi di lettura del comportamento interattivo umano finalizzato alla comprensione, attraverso la comunicazione, delle distorsioni interpretative del messaggio frutto dei disordini linguistico-comportamentali dei soggetti coinvolti, ovvero, di pre-giudizi e/o di finalità non apertamente dichiarate da chi produce il messaggio.

Il fatto dal quale prendiamo spunto per la nostra riflessione è quello relativo alle dichiarazioni del 1° aprile 2020 sul suo Canale YouTube della scrittrice sarda Michela Murgia contro il cantautore e musicista siciliano Franco Battiato. Dichiarazioni pubbliche che tutti i lettori di questo articolo possono ascoltare in questo stralcio di video:

“Il finto intellettualismo di Franco Battiato. Buon Vicinato di Michela Murgia” 

https://youtu.be/K9-1CpBhkmY

A queste “critiche” della Murgia, viste e ascoltate da diverse decine di migliaia di persone, seguono diversi articoli su magazine nazionali e regionali, tra i quali l’articolo del 6 aprile 2020 pubblicato nella rubrica “Libri e cinematografo” del magazine ilSicilia.it, che intesteremo fittiziamente in questa analisi a “Totò”, uno dei protagonisti indiretti di questa “polemica”. Il link dell’articolo lo trovate a seguire. Riflessioni, quelle di Totò, che hanno suscitato da un lato gli apprezzamenti e le condivisioni di centinaia di lettori; dall’altro la difesa a spada tratta della Murgia da parte di pochissime persone (2-3 a dire il vero!), tra le quali una scrittrice siciliana affermata – l’affermata è dovuto se non altro perché questa persona scrive per una delle case editrici più importanti del nostro Paese – che in queste pagine chiameremo “Eva”, e di una nota professionista della mia città, che chiameremo “Alba”. Entrambi i nomi sono fittizi!

Questo a seguire il link dell’articolo su “IlSicilia.it” del 6 aprile 2020:

La mediocrità vs il genio artistico, ovvero, Murgia vs Battiato | «I testi di Battiato? Minchiate assolute … citazioni senza significato!»

Ebbene, l’articolo venne postato nelle pagine social e nei profili Facebook di Totò. Ne seguì un dibattito, una scambio di opinioni, di riflessioni e di impressioni tra centinaia di lettori e di amici virtuali.

Franco Battiato

L’esordio di Eva all’interno di questo dibattito – che da punti di vista diversi e personali discute sulle dichiarazione contro Battiato della “scrittrice” sarda Murgia (che si era espressa contro i testi e la musica dell’autore siciliano definendoli delle «minchiate assolute!») – è stato tanto perentorio quanto prepotente. Il dirompente ingresso di Eva sulla scena della chat di Totò è stato caratterizzato da una imponente e fragorosa parola: «FALSO!» Una parola scritta in maiuscolo e grassetto, proprio per far intendere al lettore quanto fossero stati calunniosi, bugiardi e impostori il racconto e le analisi fatte da Totò nel suo editoriale su ilSicilia.it in merito a quanto detto, in modo chiaro e diretto dalla Murgia su Battiato. Il “FALSO”, pronunciato virtualmente da Eva a “gran voce”, come un grido disperato di giustizia, lascia intendere – per chi non avesse avuto conoscenza diretta dei fatti – come Totò avesse opportunisticamente, faziosamente e vigliaccamente distorto la realtà, creando ad arte un caso di calunnia finalizzata al discreditamento pubblico di un’“artista” – la Murgia – che invece, nella realtà, aveva detto esattamente l’opposto rispetto a quello che tutti – compreso l’editorialista Totò – avevano capito! Se volessimo decodificare il “FALSO” pronunciato da Eva – utilizzando cautamente il modello interpretativo di Watzlawick – il significato sarebbe questo:

Michela Murgia

«In questo articolo Totò ha calunniato la Murgia. Non è vero che la Murgia non ama Battiato anche se nel suo Canale YouTube ha detto che i suoi testi sono delle “minchiate assolute”. È proprio il contrario: Murgia ama Battiato, i suoi testi e la sua musica! Se guardate il video fino alla fine capirete che la Murgia ha detto esattamente il contrario in quanto occorreva leggere il “meta-messaggio” perché la Murgia di fatto stava giocando un ruolo! È evidente l’impostura di Totò di travisare le parole della Murgia togliendole da un contesto che ne qualifica invece il vero senso». L’azione comunicativa di Eva, a questo punto, è chiara: quella di chi lancia un poderoso grido di attenzione dall’alto del suo sapere e della sua saggezza verso il basso degli ignoranti e analfabeti mal capitati lettori e appassionati di musica e di arte che, hailoro, non hanno gli strumenti intellettuali e culturali per comprendere cosa è “vero” da cosa è “non-vero”!

In un primo momento, alla lettura delle prime poche righe di Eva (l’intero scambio di battute tra Eva e Totò lo trovate a seguire), Totò rimase esterrefatto, stupito, non poteva credere che avesse potuto scrivere una “minchiata” di quelle proporzioni, volendo rimanere nelle definizioni della Murgia! Quell’“ingresso in scena di Eva” così spettacolare, glielo fece mentalmente associare ad un’altra scena, altrettanto spettacolare: quella del Marchese del Grillo, la bellissima commedia italiana del 1981 diretta dal brillante Mario Monicelli con un superbo Alberto Sordi nei panni del Marchese appunto, il quale afferma la sua indiscutibile superiorità rispetto alla “plebe” posta agli arresti dai gendarmi del Papa perché accusati di gioco d’azzardo e rissa. Le parole del Marchese del Grillo, dall’alto del suo potere e della sua posizione aristocratica verso il basso degli ignoranti e analfabeti mal capitati plebei, risuonano così «Mi dispiace, ma io so’ io, e voi nun siete un cazzo!».

Per ascoltare le parole di Alberto Sordi (Il Marchese del Grillo): https://www.youtube.com/watch?v=K9-1CpBhkmY

Ecco, il messaggio che viene lanciato ai lettori della chat di Totò, con l’esordio in scena di Eva, è proprio questo: io sono io (una importante scrittrice) e voi che leggete (insieme al plebeo che ha scritto l’articolo), non siete “nessuno”. Quindi, seguite acriticamente e senza discutere quello che io vi dico, ovvero, che l’articolo di Totò dice cose FALSE, e non lasciatevi ingannare come dei poveri ingenui dalle “FAKE NEWS” scritte dal plebeo Totò!

Ma siccome i fatti sono quelli che sono, e qualsiasi persona che capisce l’italiano può “oggettivamente” verificarne la loro veridicità o la loro falsità, è come aver detto a migliaia di persone che: «Pur avendo visto non hanno veduto e pur avendo ascoltato non hanno sentito!» Insomma, Eva, dalla sua presunta posizione di pre-dominio e di assunto domino intellettuale di auto-certificata capacità di analisi degli eventi umani come pochi al mondo sanno fare, con una semplice parola gridata a gran voce, “FALSO”, qualifica subliminalmente migliaia di persone come soggetti affetti da allucinazioni uditive e da allucinazioni visive! Una massa immonda di migliaia di psicotici gravi da ricovero immediato presso quei forse pochi e residui ospedali psichiatrici (criminali) nazionali che l’entrata in vigore della legge Basaglia nella seconda metà del Novecento ha risparmiato dalla chiusura definitiva!

In realtà Eva, in quello che scrive nella chat, pretende acriticamente ragione, senza porre a conforto della sua tesi né fatti oggettivi né alcuna reale motivazione. E questa “dovuta ragione”, secondo Eva, le è dovuta perché frutto del suo dichiarato mestiere, quello di occuparsi professionalmente di analizzare testi e di capire (a vantaggio dei suoi lettori e del suo datore di lavoro) cosa in realtà quei testi (scritti o parlati) “vogliono dire” e cosa invece “non vogliono dire”. Insomma, Eva è un’esperta nel comprendere e decodificare quella che Watzlawick nel già citato saggio definisce la “meta-comunicazione”, ovvero «la comunicazione sulla comunicazione … Ogni comunicazione ha un suo aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione». Volendo semplificare il concetto, ai soli fini di questo articolo (e non certamente dal punto di vista scientifico), questo significa che non è tanto il messaggio esplicito che è importante, quanto il messaggio che sta all’interno del messaggio che la Eva avrebbe immediatamente capito e tutti gli altri non hanno capito! Insomma, siamo di fronte ad una strabiliante mistificazione di messaggi e di contenuti, di comunicazione e di metacomunicazione, un disperato tentativo di voler inquinare le acque per renderle opache, non più trasparenti, un voler insinuare il dubbio su fatti per i quali il dubbio non c’è, una strenua e coraggiosa difesa della rocca dell’élite degli pseudo intellettuali del club di cui abbiamo scritto prima.

Ma v’è di più, come direbbe il mio avvocato.

Eva ad un certo punto mi scrive: «Io non difendo nessuna amica, non è nel mio stile. Io ho spiegato esattamente cosa difendo, e quel che difendo ha a che vedere con l’impostura di isolare una espressione da un contesto, quando il contesto dice l’opposto.» Ebbene, Totò per Eva, nell’analizzare i fatti e nello scrivere la sua opinione, sarebbe un “impostore, un odiatore”, un “sinistro”, un “mistificatore di quella realtà” che Eva vede e tutti gli altri no! Una qualifica, quella dell’“impostore” – non la chiameremo offesa perché sarebbe dare importanza affettiva ad un epiteto scomposto, frutto di evidente frustrazione e di nervosismo generati dall’impossibilità di ottenere sic et simpliciter immediata ragione – che significa per Eva passare alla fase successiva: “offendere quando non si hanno argomenti per controbattere”. E anche questa è un’altra storia…

Ray Banhoff

Resta il fatto che per Eva, a questo punto, sono “impostori”, nell’ordine di apparizione in queste pagine: Ray Banhoff dei “Rolling Stone”, Andrea Giostra de “IlSicilia.it”, Vittorio Sgarbi sul suo Canale YouTube, oltre alle decine di migliaia di persone che hanno espresso il loro disaccordo sui social e alle decine (forse centinaia) tra giornalisti e critici delle varie arti che hanno scritto come i sopra citati “attori” di questo fatto! Ma detto questo, lascio volentieri la parola a Vittorio Sgarbi che secondo Eva e i pochi strenui difensori della Murgia, si sarebbe lasciato prendere per i fondelli dal gioco delle parti preventivamente organizzato con la scrittrice Chiara Valerio. Questa ulteriore posizione – l’“essersi lasciato prendere per i fondelli” dalla Murgia nella sua preventiva recita del “ruolo del cattivo” in contraddittorio con il “ruolo del buono” impersonato da Chiara Valerio – è sostenuto anche da altri strenui e commoventi difensori della Murgia, una tra tutti Alba, altro nome di fantasia, della quale a seguire potrete leggere l’intero scambio di opinioni con Totò nella sua chat, che così gli scrive: «Totò, era uno scherzo/esperimento sociale … Ho letto il tuo articolo e anche tutti gli altri. Per me hai preso una bella cantonata. Lo svelamento dello scherzo, nella tempistica e nelle modalità è conveniente anche alla struttura della trasmissione, che evidentemente non segui, e consentono di dire che chi ha reagito così male senza neanche approfondire, non ci ha fatto una bella figura.» Quindi scopriamo da Alba che la Murgia ha vestito nottetempo i panni della “scienziata”, del ricercatore in “psicologia sociale”, della “sociologa”, e di tutto il resto che necessita per fare un attendibile “esperimento sociale”… scopriamo anche da Alba che tutti quelli che hanno criticato l’uscita della Murgia “non ci hanno fatto una bella figura!”. Quali risorse creative mette in moto la mente umana quando deve inventarsi qualsiasi cosa per difendere l’indifendibile! Tutto questo per me è ammirevole e sorprendente al contempo!

Ma detto questo… c’è da aggiungere che purtroppo le bugie e le mistificazioni hanno le gambe corte, anche quando organizzate in buona fede – intendo dai pochi strenui e instancabili difensori della Murgia – e inesorabilmente vengono a galla, sono disvelate e vestono i panni del ridicolo, se non dell’“intellettualmente disonesto”. E anche questa è un’altra storia dalla quale qui dobbiamo necessariamente andare oltre…

Vittorio Sgarbi

Come dice chiaramente Vittorio Sgarbi nel video del 7 aprile 2020 sul suo Canale YouTube – avendo probabilmente fatto le stesse verifiche cha ha fatto Ray Banhoff prima di scrivere il suo articolo pubblicato da Rolling Stone il 5 aprile 2020, e come ho fatto Andrea Giostra prima di pubblicare la sua riflessione su IlSicilia.it il 6 aprile 2020 – la signora Murgia questa volta ha superato tutti i limiti della decenza intellettuale e della sana “critica” che nella fattispecie ha lasciato impietosa il passo all’evidente arroganza e supponenza. Vittorio Sgarbi, rivolgendosi alla signora Murgia, dice: «Io mi sono scusato quando ho detto cose sbagliate su fonti sbagliate della gravità del virus. Lei abbia il coraggio di scusarsi senza fare troppo la spiritosa come ha cercato di fare come se avesse per caso assunto una posizione negativa. A lei non piace Battiato? A me piace moltissimo. Lo amo, lo rispetto, lo guardo come guardo un grande scrittore, un grande pensatore, un uomo che con la musica ci ha dato poesia e vita. Quello che non so se lei è in grado di fare.»

A seguire l’articolo di Rosa Guttilla su “IlSicilia.it” e il video integrale di Vittorio Sgarbi: https://ilsicilia.it/sgarbi-difende-battiato-murgia-vai-a-studiare-prima-di-dire-cose-senza-senso-video/

Sgarbi difende Battiato: “Murgia vai a studiare prima di dire cose senza senso”: https://youtu.be/pYyEkucioa4

Non abbiamo altro da aggiungere, se non augurarvi buone letture e di porre sempre la necessaria attenzione e di diffidare a chi dice di sé di “saperla più lunga di tutti altri”.

Post scriptum:

«Si spiega così come mai nessuna figura alla Nietzsche spunti oggi a denunciare il popolino “mediocre” che cerca di consolidare la sua posizione alla media e giusta distanza da ogni cosa. Questa accezione della mediocrazia non è più in uso. Se si accendesse, alcuni sociologi legittimisti si affretterebbero a relegare l’altezzoso personaggio entro i confini di “uomo del risentimento”, intellettuale in soprannumero delle istituzioni scolastiche, potenziale teorico del complotto, lui stesso un “mediocre” che ritorce l’odio verso sé stesso contro l’intera società. Perché la mancanza di vitalità e spirito battagliero attribuita a questo popolo zoppicante oggi è non tanto l’oggetto di una critica quanto di un’ingiunzione: i poteri costituiti non deplorano i comportamenti mediocri, li rendono inevitabili. Si afferma sempre di più un nuovo genere di mediocrazia. La parola non indica più un insieme di intellettuali autonomi e di bottegai complessati che si cimentano alacremente con le abilità e le arti un tempo riservate all’élite, così come i membri di quest’ultima se li rappresentavano nel XIX Secolo. Oggi il termine “mediocrazia” designa piuttosto standard professionali, protocolli di ricerca, processi di verifica e calibrature metodologiche attraverso i quali le organizzazioni dominanti si accertano di rendere intercambiabili i propri subalterni. La mediocrazia è l’ordine in funzione del quale i mestieri cedono il posto ad una serie di funzioni, le pratiche a precise tecniche, la competenza all’esecuzione pura e semplice.» (Alain Deneault, “La mediocrazia”, Neri Pozza ed., 2017, pp.27-28)

Post post scriptum:

«La capacità di metacomunicare in modo adeguato non solo è la conditio sine qua non della comunicazione efficace, ma è anche strettamente collegata con il grosso problema della consapevolezza di sé e degli altri.» (Paul Watzlawick e altri, “Pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio ed., 1971, p. 46).

Appendice.

Cronologia dello scambio di batture su Facebook tra Eva e Totò, e tra Alba e Totò

LA MEDIOCRITÀ VS IL GENIO ARTISTICO, OVVERO, MURGIA VS BATTIATO | «I testi di Battiato? Minchiate assolute … citazioni senza significato!» | di Andrea Giostra 

Riporto a seguire i due scambi più interessanti a supporto della riflessione scritta in questo articolo. Li potrete leggere in due Parti:

1. Eva vs Totò. 1^ Parte

2. Alba vs Totò. 2^ Parte

1. Eva vs Totò. 1^ Parte

Eva:

FALSO. Basterebbe ascoltare con attenzione il dialogo-finto-conflittuale tra Michela Murgia e Chiara Valerio per capire che chiunque non potrebbe che essere onorato. Io lo sarei. Mozart, Da Ponte, Battiato, Fleur Jaeggy… e le «assolute minchiate incomprensibili» pronunciate all’inizio che diventano un modo per mettersi in ascolto di ciò che non comprendiamo, la consapevolezza che il mondo ci mette davanti molto più di quel che possiamo comprendere. Ripeto, basterebbe voler ascoltare.

Totò:

Cara Eva, capisco bene che è una tua carissima amica e voglia difenderla pubblicamente a spada tratta. E questo ti fa grande onore!… almeno dal mio punto di vista… Ma prima di scrivere pubblicamente “FALSO!” avresti dovuto leggere i vari articoli (sono decine e in diverse prestigiose testate) che parlano di questo video YouTube (che io ho visto e ben compreso senza filtri inibitori). Capisco anche che non avrai avuto il tempo di leggere “questo articolo” , ma ci sta perché so che sei una donna super impegnata! Ma almeno leggi quello del prestigioso magazine Rolling Stone, prima di scrivere FALSO! Sono sicuro che continueresti a difendere la tua amica, ovvio (lo farei anche io ti confesso!), ma magari dentro di te il dubbio che abbia sempre ragione solo perché le vuoi bene, potrebbe (forse! dico forse!) lentamente insinuarsi! Questo è l’articolo di cui ti ho scritto che (se avrai tempo) potresti leggere:

https://www.rollingstone.it/opinioni/opinioni-musica/i-testi-di-battiato-minchiate-assolute-che-cosa-non-coglie-michela-murgia/510852/amp/

Eva:

E ho scritto FALSO, proprio perché ho letto il pezzo con attenzione, e l’ho trovato falso nel modo appunto in cui riduce un dialogo a un monologo, e non considera il senso incentrato sulle parole di Chiara Valerio cui Michela Murgia infine dà ragione, e cioè, proprio l’opposto di quel che viene sostenuto in questo articolo: il valore di ciò che non si comprende, di chi (Battiato appunto tra questi) proprio perché esige uno sforzo oltre i tuoi limiti, ti dà una lezione che ti porti dentro per tutta la vita: e cioè il mondo ti mette dinanzi cose che sono al di là della tua comprensione. Un postura che Chiara definisce la base di ogni atteggiamento non fascista. Ed è su questo punto fondamentale che Michela Murgia dice, incarnando la sua parte di controcanto: su questo mi hai convinto. Tanto più che prima ironicamente contesta proprio i versi scritti da Battiato con Jaeggy, l’autrice di cui ogni giorno Chiara Valerio posta frasi di indiscutibile bellezza.

Totò:

Eva… ex post siamo tutti bravi a rimediare alle “minchiate” commesse… Scusa il termine poco elegante ma è quello utilizzato dalla signora de quo… Resta il fatto che «sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani… Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani» tanto per usare un detto utilizzato recentemente da un immobiliarista italiano verso un cliente statunitense che avrebbe voluto approfittare della situazione di “malattia” da Covid-19 del nostro Paese … Poi saprai, come tutti i siciliani, che Battiamo da mesi sta molto molto male… e a maggior ragione, utilizzare il suo nome e la sua musica, per darsi un po’ di facile visibilità social, è un’altra “minchiata” (ti chiedo scusa per la seconda volta per l’utilizzo di questa parola). Resta il fatto che la Signora ha ottenuto quello che voleva: che si parlasse di lei e che il suo video sul suo Canale YouTube avesse centinaia di migliaia di visualizzazioni. Obiettivo raggiunto e per questo risultato mediatico e di marketing, mi congratulo pubblicamente con la tua amica!

Eva:

Già questo modo di rispondere, per chi mi conosce davvero, mi sembra inopportuno, se non offensivo, nei termini e nei modi. Io non difendo nessuna amica, non è nel mio stile. Io ho spiegato esattamente cosa difendo, e quel che difendo ha a che vedere con l’impostura di isolare una espressione da un contesto, quando il contesto dice l’opposto. E siccome fa parte del mio mestiere e della mia deontologia «leggere» i testi, non ho fatto altro che andare a studiarmi il dialogo, non il monologo, il dialogo tra le due scrittrici, Michela Murgia e Chiara Valerio. E nei dialoghi concepiti come contraddittori il senso sta proprio in mezzo a quel che ogni parte dice, con l’intento di dare l’assist all’altra parte. E questo spiego nel post che ho dedicato a questa vicenda soltanto perché ne andava non del valore di un artista, ma del senso delle parole e dell’impostura di travisarle togliendole da un contesto che ne qualifica il senso. Tutto qua. E, per precisione riguardo ai miei intenti, credo di essere stata l’unica scrittrice che mentre collaborava con un quotidiano – «OGGI È UN IMPORTANTE E MOLTO LETTO QUOTIDIANO NAZIONALE (N.d.R.)» – ai suoi albori, da sola ha preso posizione con un articolo esigendo che venisse pubblicato nel giornale stesso con cui collaborava per contestare tutta la redazione, a partire dal direttore, per il modo liquidatorio e sbeffeggiante con cui era stato trattato un autore di cui non condivido quasi sempre né il pensiero né i modi, e che ho contestato in modo leale e aperto e duro in molte occasioni.

Totò:

Ti avrei offeso perché ho scritto che è una tua amica? Perché non lo è forse? Se non lo è, mi scuso pubblicamente… Evidentemente sono stato male informato! Scusami allora Eva…

Eva:

Se avessi letto nel pezzo che c’è stato un uso del format poco chiaro, perché per far comprendere bisognava meglio esplicitare la natura di questi dialoghi dove quasi sempre i riferimenti sono pretesti o figure di culto da cui partire per sviluppare pensieri a volte serissimi e a volte puri divertissement… allora, avrei detto: VERO. YouTube è un media che arriva a un pubblico vasto e generico. Bisognerebbe cercare di dichiarare in modo più chiaro gli intenti, senza dare per scontato che una scelta del genere venga compresa in modo immediato. Perché un equivoco di questo tipo non giova a nessuno. E la difesa stessa di Battiato (che amo come lo ama Michela Murgia, e basterebbe leggere la sua dichiarazione al Corriere), alla luce di quel dialogo, risulta ridicola e offensiva proprio nei confronti di Battiato, che reputo troppo intelligente per non comprendere… cosa vuol dire essere messi accanto a Mozart…

Eva:

Non apprezzo né i termini né i modi di questo commento che trovo abbia dentro della violenza, in tutta onestà, perché vuole soltanto ribadire un pregiudizio e una malafede: cioè che io mi sia fatta carico di difendere Michela Murgia, quando ho spiegato esattamente e fino allo stremo cosa stavo difendendo. Quindi non lo ripeterò. Poi non so nemmeno se le persone in questione sapessero e avessero considerato le condizioni di salute di Franco Battiato, cioè della persona. Io per esempio non sapevo esattamente che problemi avesse. E purtroppo questo accade con tante figure pubbliche, di cui non si sa nulla, perché non dicono niente di quel che vivono o stanno attraversando, anche in termini di salute. Dunque, questo vale per tutti, se parliamo delle persone e non dei personaggi pubblici.

Totò:

Eva, certamente… Ma non è quello il punto. Questo non potevi saperlo tu… Tu non c’entri nulla infatti. Hai scritto quello che pensavi. Come decine di migliaia di persone (compreso io nel mio piccolo piccolo) hanno scritto quello che pensano di questa vicenda. Sicuramente in quello che ho scritto non ho offeso nessuno, né c’è alcuna “violenza” nelle mie parole… Poi è chiaro, come ben ci spiega Paul Watzlawick, che le distorsioni comunicative tra chi produce il messaggio e chi lo riceve hanno spesso una componente determinante e intima nella decodifica dei codici comunicativi! Ma questa è un’altra storia che non è il caso di trattare qui…

Eva:

Ma cosa significa Totò? Ho appena spiegato che non mi sono tirata indietro per esigere il rispetto di una persona di cui non condividevo la visione pur rischiando di non scrivere più per una testata…? Vorrei sapere quante persone lo avrebbero fatto. La dimensione amicale come misura del proprio pensiero forse è radicata in chi la sta utilizzando nei miei confronti. Perché il mio pensiero è chiarissimo.

Eva:

Credo che il punto sia proprio questo: ragionare in termini di amici e nemici. Il che si commenta da sé. Non ho altro da aggiungere.

Totò:

Eva, ma quali amici e nemici?? Quale violenza?? È chiaro che chi non ha argomenti per controbattere alza il tiro e passa alla provocazione e alla “violenza” verbale… Non mi sono mai lasciato trascinare verso queste bassezze comunicative: violenza, offesa, nemico, amico, ideologia, destra e sinistra… Insomma… Questo non è il mio livello di confronto dialettico… Non mi è mai appartenuto! Né lo sarà mai, malgrado le provocazioni e le insinuazioni più o meno velate di chi da torto vuole ragione! Buon pomeriggio a te…

PS – e poi non capisco cosa centrino la propria storia, la carriera personale, il curriculum vitae con questa vicenda! Non è che qui stiamo analizzando la biografia, le vicende professionali o il CV delle parti per capire chi ce l’ha più “lungo” e “immacolato” per stabilire sulla base di questo chi ha torto e chi ha ragione al di là della questione di cui si discute. Chissà perché mi viene in mente la mia insegnate delle elementari che sosteneva che l’ottenere ragione esclusivamente attraverso la maggiore potenza dell’urlo in faccia al proprio interlocutore, al di là delle questioni trattate, fosse dei trogloditi delle caverne di tempi lontani milioni anni? Chissà… ? Chissà… ? Ci penserò stanotte…

2. Alba vs Totò. Seconda parte

Alba:

Era uno scherzo/esperimento sociale. E ha perfettamente dimostrato come basti nulla per scatenare reazioni incontrollate e poco pensate, saltando tutti quei processi di riflessione ed approfondimento, pure dovuti di fronte a situazioni che ci attivano.

Totò:

Cara Alba, non era per niente uno scherzo… Solo dopo che le hanno fatto capire di aver fatto una “minchiata”, hanno organizzato il presunto scherzo! Con una bella intervista anche sul Corriere della sera! È gente questa – la Murgia & co. – disposta a tutto pur di farsi pubblicità e far parlare di sé… E poi che scherzo è parlare in questo modo di un grande artista che vive come un vegetale da mesi??!! Se fosse stato uno scherzo (e non lo è stato! ) sarebbe comunque stato di gusto immorale!! Un caro abbraccio… Ciao…

PS: e quando leggerai quello che ho scritto nell’articolo, avrai altri elementi (non basarti mai solo sui titoli degli articoli). Ciao

Alba:

Ho letto il tuo articolo e anche tutti gli altri. Per me hai preso una bella cantonata. Lo svelamento dello scherzo, nella tempistica e nelle modalità è conveniente anche alla struttura della trasmissione, che evidentemente non segui, e consentono di dire che chi ha reagito così male senza neanche approfondire, non ci ha fatto una bella figura.

Totò:

Opinioni a questo punto!! La tua e la mia! Io ho le mie fonti sicure, e ti posso assicurare (ma certamente non hai nessun motivo per crederci visto la tua convinzione!) che non era per niente né uno scherzo né un esperimento sociale (come lo definisci tu!)!! Resta il fatto che la signora sarda ha ottenuto quello che voleva: marketing e pubblicità sulla pelle di un genio della musica, oggi moribondo e in stato quasi vegetativo!! (e qui l’immoralità non ha limiti!! E anche questa è una mia opinione!) E questo tu me lo chiami arte?? Boh!!?? La tua ovviamente è una opinione – non è la verità calata dal cielo! – che non condivido ma che rispetto!

PS – Non credo proprio che giornali prestigiosissimi come Rolling Stone si siano fatti prendere per i fondelli (come tu sostieni!) dalla signora sarda! Forse non leggi Rolling Stone come me e non conosci la reputazione di questo magazine (lascia perdere me e il mio articolo perché non sono nessuno come ben sai!) Ma certamente un grande redattore come Ray Banhoff non è tipo che prima di scrivere un editoriale come quello che ha scritto su Rolling Stone sulla signora sarda non verifica prima la notizia (come ho fatto io nel mio piccolo con fonti che ti posso assicurare sono molto molto affidabili!) per poi scrivere cose che sono in linea con quelle che ho scritto io! Però ci sta difendere e fare corporazione attorno ad una signora che si distingue per mediocrità e per cinismo!! Va bene! Rispetto la tua idea corporativa! Un caro e affettuoso saluto a te…

Rolling Stone: “«I testi di Battiato? Minchiate assolute». Che cosa non coglie Michela Murgia?”:

A questo punto posto nella mia chat l’articolo dell’8 aprile 2020 de “IlSicilia.it”, a firma di Rosa Guttilla, che riporta le dichiarazioni e la critica di Vittorio Sgarbi contro la Murgia:

https://ilsicilia.it/sgarbi-difende-battiato-murgia-vai-a-studiare-prima-di-dire-cose-senza-senso-video/

Così mi risponde Alba:

Alba:

Totò, sì… allora siamo a cavallo. Ma tu hai mai letto la Murgia?

Totò:

Alba, mi chiedi se ho letto la Murgia? Per cultura e formazione sono abituato a parlare e a scrivere di quello che so e mai di quello che non so. Nella fattispecie – e mi riferisco all’articolo e all’analisi fatta da diversi autori e critici – non c’entra nulla se abbia o non abbia letto la Murgia visto che non stiamo parlando della Murgia scrittrice, ma della Murgia “critica” che può dire, ovviamente, tutto quello che vuole così come possono dire tutto quello che vogliono anche gli altri che hanno scritto di questo fatto (senza passare all’offesa ovviamente, cosa che non ho fatto né io né quasi tutti i giornalisti e critici che hanno commentato questa vicenda). Io nel mio piccolo piccolo ho scritto la mia opinione, ma è evidente che vale poco o nulla! Tanti altri – scrittori, giornalisti e critici delle varie arti – hanno scritto o detto la loro esprimendo un pensiero che certamente mi trova d’accordo e che è simile a quello che ho scritto io. Ma fatta questa opportuna precisazione, ho letto la Murgia del suo romanzo più noto, Accabadora, e l’ho trovato ben scritto e interessante… Poi ho letto i suoi libri successivi, e li ho trovati scontati, con un linguaggio molto modesto e al contempo – se posso dire la mia opinione di lettore (e non certo di critico letterario quale non sono!) – mediocre e omogeneizzato a quello che è il linguaggio della letteratura contemporanea degli autori italiani viventi più venduti e più sponsorizzati dalle più importanti case editrici del nostro Paese. Per quello il mio titolo: “la mediocrità contro il genio creativo”.

Ah… scusa… dimenticavo… questa la mia recensione sul libro che ti dicevo, pubblicata l’8 ottobre 2017 (quasi 3 anni fa!) su fattitaliani.it, un noto magazine nazionali di arte e cultura. Lo posto qui esclusivamente per evitare che tu possa sospettare che dica di avere letto la Murgia quando invece non l’ho fatto!

https://www.fattitaliani.it/2017/10/libri-da-leggere-assolutamente.html

Ciao e buone letture a te…

 

 

 

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