L’appuntamento è doppio: venerdì con l’assemblea dei sostenitori del partito a Fiumedinisi (“là dove tutto è iniziato”) e sabato a Palazzo Zanca a Messina per una conferenza stampa. Dopo due settimane di silenzio e dopo quella che lo stesso De Luca definisce “batosta elettorale” (QUI) il leader di Sud chiama Nord torna in campo.
SONO CAMBIATO
L’attenzione è su quanto quella frase postata due giorni fa: “Cambieranno tante cose perchè questa esperienza mi ha cambiato o forse mi ha svegliato…” inciderà sulle sorti politiche di molti amministratori e sulle strategie del movimento. Le indiscrezioni non mancano, così come le rose di nomi di quelle “teste che cadranno” annunciate a maggio e ribadite a più riprese (QUI).
TOTO RIMPASTO
Altrettante rose circolano su chi andrà a sostituire le teste cadute. Al di là del rimpasto della giunta Basile, che appare sempre più certo, c’è la rotta che De Luca dovrà dare ad un percorso che a questo punto non sarà più nazionale (non in questo momento almeno). L’avventura di Sud chiama Nord come esperienza nazionale si è rivelata un flop ed ha pure innescato meccanismi che intralciano anche la corsa alle Regionali 2027 come candidato presidente del centro sinistra.
IL FIATO SUL COLLO
Se in piena campagna elettorale Cateno De Luca ha indicato numeri, soglie da raggiungere e regole da seguire a urne chiuse “150 mila voti in provincia di Messina, il 20% a livello regionale, chi prende un voto in più è il candidato alle regionali”, (QUI) le urne hanno consegnato una realtà ben diversa anche là dove i deluchiani hanno la roccaforte. E il fiato sul collo degli avversari si sente. Quindi non basta solo il rimpasto (che pure avrà un suo peso), De Luca sa di dover cambiare strategia. Non a caso, a caldo, ha fatto capire che in fondo lui è “alternativo a questo centro destra” e non necessariamente legato ad una coalizione di centro sinistra pura.
IL CENTRO SINISTRA
Pd e M5S sono usciti ringalluzziti dalle Europee, con i pentastellati che restano il primo partito del centro sinistra (e guardano all’eurodeputato Antoci come la punta di diamante di un lungo percorso) e i dem che non hanno alcuna intenzione di cedere il passo a chi, come De Luca, intemperanze dialettiche a parte, è sceso dal 25% delle Regionali 2022 a poco più del 7% in Sicilia. Quanto al centro destra i risultati dell’isola hanno fatto alzare l’asticella di Forza Italia a livello nazionale e confermato la solida maggioranza di governo. I margini di manovra per l’obiettivo iniziale di Cateno, sono stretti, soprattutto se si pensa che le prossime competizioni elettorali sono lontane e tre anni in politica possono essere ere geologiche.
Per uno come De Luca, in perenne campagna elettorale, che da neo sindaco di Taormina si è lanciato nelle suppletive di Monza prima e nelle Europee poi, trascorrere tre anni senza neanche l’adrenalina di un’elezione è logorante.
NIENTE DIRETTA FB
E’ per questo che le indiscrezioni su sorprese e colpi di scena autunnali o di fine anno non mancano. Peraltro De Luca ha annunciato che a Fiumedinisi non ci sarà diretta sui canali social, chi vuol partecipare dovrà farlo in presenza, niente “assemblea in smart working”, segnale che le strigliate ci saranno. Il leader di Sud chiama Nord nelle ultime dirette prima del voto aveva annunciato che in caso di batosta si sarebbe ritirato a Fiumedinisi sebbene sia da escludere una scelta così drastica. Resterà in campo e vorrà riprendere saldamente le redini del suo movimento.
STANNO ARRIVANDO
Del resto, al di là delle dichiarazioni sui risultati a Messina ed in provincia (al di sotto delle sue aspettative e nonostante le reiterate strigliate) un politico navigato come lui sa bene che è un errore per i deluchiani non accorgersi che “stanno arrivando” come ormai si usa dire in politica. Il rimpasto ci sarà e sarà secondi la tesi di alcuni molto ampio. In entrata, secondo indiscrezioni, potrebbe esserci la presidente di ScN Laura Castelli ma i papabili ed assessori in pectore non si contano. Del resto è rimasto immutato il diktat di De Luca dal letto d’ospedale: voglio le dimissioni in bianco di assessori e vertici partecipate (QUI)
RESA DEI CONTI
All’orizzonte una resa dei conti tutta interna in casa ScN ed a proposito di conti ci sono anche quelli delle spese elettorali che senza dubbio De Luca sottolineerà come fatto anche durante la campagna. Il terreno di Basile si è fatto accidentato, con un’opposizione trasversale che a differenza del 2022 è compatta nei due fronti e sta preparandosi a serrare le fila. D’altra parte si stanno aprendo le prime falle. Se la gestione dei rifiuti ha fatto di Messina un modello, l’emergenza idrica sta diventando critica e le strategie “hard” sul piano della mobilità si stanno rivelando un boomerang. Nelle scorse ore anche l’ex sindaco Accorinti ha fatto notare che le cose non stanno come vuole lo storytelling di De Luca-Basile “prima di noi il diluvio” elencando quanto fatto nella sua amministrazione. Basile ha replicato ribadendo “prima di noi il disastro”.
MOSSE A SORPRESA?
Si sussurra che De Luca, ex sindaco di Messina, potrebbe decidere di ribaltare totalmente il tavolo con una delle sue mosse a sorpresa nel 2025. Soprattutto se, come sembra, non ci saranno le provinciali con elezione diretta ma solo quelle di secondo livello.
Insomma, non ci sono “urne di medio termine” da oggi al 2027 e De Luca deve tenere alta l’attenzione la tensione dei suoi. Altrimenti il rischio è un’altra corsa solitaria senza contare divorzi e addii già consumati ed altri in arrivo.
Il week end sarà di fuoco, se non altro sotto il profilo mediatico. Non è dato sapere se due settimane sono bastate al leader di ScN per riflettere sul da farsi a mente fredda ma senza dubbio a luci spente ha già un elenco di cose da fare (e teste da tagliare)