Alla luce dei risultati delle urne, del 4 marzo scorso, il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì esterna un’analisi sulla situazione del suo partito in Sicilia.
Parla di “gestione fallimentare del partito“, definisce le ultime elezioni Politiche “un disastro” ma, soprattutto, invoca un nuovo leader per Forza Italia nell’Isola.
“Purtroppo avevo ed ho ragione. Armati di coraggio e di rispetto per i nostri elettori – dice – adesso chiedono di porre fine ad una gestione fallimentare del partito anche cinque deputati regionali oltre che ampie fasce un po’ da tutta la Sicilia.
Sono certo che l’azione coraggiosa, sorretta da argomenti seri e non di mero poltronificio, degli onorevoli Calderone, Cannata, Caronia, Gallo, e Genovese, già bollati come ‘ribelli’, giungerà presto all’attenta valutazione del presidente Berlusconi.
Queste elezioni sono state un disastro, pur in una terra generosa come la Sicilia. L’aritmetica non si può smentire: siamo passati dal 26% e dai 14 senatori del 2013 (quando Miccichè era fuori da Forza Italia) al 20% e ai soli 3 senatori del 2018.
Nonostante ciò, c’è qualcuno che cerca pure di cantar vittoria e che non si capisce che film abbia visto la notte del 4 marzo, come osserva giustamente la stampa.
I patetici comunicati con cui gli amici di Miccichè – incalza D’Alì – cercano di nascondere la verità, rafforzano agli occhi di tutta la Sicilia, e dell’Italia intera, l’evidente fallimento di una gestione da condominio“.
Per il senatore azzurro, la mala gestio del partito, in Sicilia, avrebbe causato danni anche all’indirizzo nazionale: “Hanno azzerato lo sforzo titanico del presidente Berlusconi e gli hanno precluso la guida del Paese con liste platealmente rifiutate dagli elettori, costruite con la ingenua complicità di un tavolo nazionale ignorante delle singole realtà e sordo ad ogni richiamo”.
Tra le denunce del politico trapanese, inoltre, c’è anche quella di aver conosciuto la composizione finale “Dei fallimentari listini” soltanto dai giornali.
“Occorre una vera nuova stagione di dibattito e di vicinanza ai territori – conclude D’Alì – perché Forza Italia, in Sicilia, ha bisogno di una nuova guida”.