Il sindaco Leoluca Orlando riunisce la sua maggioranza per cercare di assestare tutte le pedine della sua scacchiera. Il primo cittadino oggi alle 16 siederà con i gruppi consiliari a Villa Niscemi. Presenti anche i suoi assessori che continuano a dargli fiducia al di là delle polemiche che attanagliano da molti mesi la gestione di Palermo da questa amministrazione.
Il professore cerca di strigliare la sua maggioranza coinvolgendola a condividere la sua “visione” di Palermo. Una prospettiva che in troppi casi è stata polemizzata dai suoi stessi uomini. Ma oggi il team del primo cittadino è come se fosse alla resa dei conti. I segnali sono stati già dichiarati a Palazzo delle Aquile durante la sfiducia di Orlando che le cronache giornalistiche hanno messo nero su bianco l’ovvio: ossia che la mozione presentata dalle opposizioni non ha sortito nessun effetto creando soltanto un nuovo dialogo nella maggioranza da tempo ai ferri corti.
Numerosi sono i nodi da sciogliere tra gli alleati del professore ma qualcuno già affila le lame e si prepara all’incontro.
Il professore a Palazzo delle Aquile è stato chiaro ed ha mostrato i suoi muscoli. “Io non sono stanco e vado avanti. Si proseguirà l’esperienza amministrativa in presenza di una condivisione di visione. Altrimenti sarò io a staccare la spina. L’unico che ha la maggioranza sono io, perché ho messo assieme un’unione di minoranze“.
Ma ad oggi i problemi di Palermo sono una Polaroid che dura da tempo e i cittadini alzano i toni sui social: dalle piste ciclabili, ai rifiuti, all’eterna emergenza del cimitero dei Rotoli e così via. Inoltre la sua maggioranza ha delle lotte intestine che stando alle parole del primo cittadino devo arrestarsi velocemente. Italia Viva conta 8 consiglieri comunali ed è il gruppo più ampio della maggioranza. I renziani non condivido le scelte in merito alla mobilità dell’assessore Giusto Catania. A questo si aggiunge la smania da parte di alcuni gruppi consiliari della maggioranza di voler cambiare qualche assessore. La motivazione? L’immobilismo del lavoro di qualche assessore. Come Vincenzo Di Dio nominato alla Edilizia Privata alla vigilia del lockdown. E proprio sull’Edilizia Privata che l’amministrazione cammina sui carboni ardenti.
L’8 ottobre, davanti al giudice Ermelinda Marfia, si ritroveranno all’udienza preliminare in merito all’inchiesta Giano Bifronte due funzionari comunali, Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune, e Giuseppe Monteleone, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive; l’architetto Fabio Seminerio; gli ex consiglieri comunali (si sono dimessi dopo l’arresto) Giovanni Lo Cascio, era capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica del Comune, e Sandro Terrani, all’epoca capogruppo di Italia viva, membro della commissione Bilancio. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche i costruttori Giovanni Lupo e Francesco Lo Corte, della Biocasa srl; Agostino Minnuto, direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa; e l’architetto Giovanna D’Attardi, compagna di Monteleone, che dalla Biocasa avrebbe avuto diversi incarichi. Gli imputati sono indagati, a vario titolo, di corruzione.