Lega in crescita, distanzia un M5S in progressiva flessione. Governo e presidente del Consiglio restano con il vento in poppa.
E’ il quadro che emerge dalla rilevazione mensile di Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera“, da cui spicca che, stare al governo, fa bene alla Lega che tocca il 34% nelle intenzioni di voto degli italiani, distaccando il M5S, che perde un ulteriore 1.5% rispetto a settembre e si attesta al 28.5%. Stabile, invece, il Pd, fermo al 17% e stabile al ribasso anche Fi che registra un gradimento elettorale dell’8%.
Resta molto elevato il consenso per il governo (64%) la cui azione continua a essere apprezzata quasi unanimemente sia dagli elettori M5S (92%) che dai leghisti (94%) e che, tuttavia, non dispiace nemmeno a quelli che votano Fi (58%). L’indice di popolarità invece crolla al 14% quando si chiede a militanti Pd di esprimere un parere sull’esecutivo giallo-verde.
Giuseppe Conte raccoglie il 67% dei consensi, che restano pressoché immutati, rispetto alla rilevazione di settembre, per i due vice premier: Salvini con un indice di 57 e Di Maio che sale invece dal 51 di un mese fa al 52 di oggi.
Lo zoccolo duro dell’elettorato, tanto caro alle teorie politiche del professore Giovanni Sartori, sembra essere stato scalfito dalla “rivoluzione salviniana” ma, forse, il capo del Carroccio ha un merito in più cioè quello di aver sconvolto l’indirizzo dei consensi a fronte di una polarizzazione ideologica che si è assottigliata fino a generare le spinte centripete che hanno caratterizzato la politica italiana degli ultimi anni.
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