“Finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili, contanti riferibili a Matteo Messina Denaro“. A rivelarlo, a Palermo, intervenendo alle cerimonie per il 32esimo anniversario della strage di Capaci il comandante del Ros Vincenzo Molinese.
“La mafia – ha spiegato – riesce a inquinare la società civile. La forza di Cosa nostra è al di fuori dell’organizzazione: riesce a penetrare tra professionisti, istituzioni è una sua peculiarità. I grandi risultati nella lotta alla mafia creano disorientamento nelle organizzazioni mafiose“.
“In Cosa nostra non ci sono regole di successione. Giovanni Motisi è latitante da 26 anni, troppo tempo. Noi abbiamo il dovere di fare cessare la sua latitanza e lo prenderemo, ma non c’è un capo conclamato che arriva dopo Messina Denaro“. Ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia che ha aggiunto: “Le mafie hanno già conosciuto momenti di crisi, ma mantengono strutture e organizzazioni del passato. Recentemente abbiamo intercettato conversazioni da cui si evince che il mafioso del 2024 è il mafioso del 1980 quanto a impostazione mentale: esistono ancora mandamenti, famiglie, serve l’autorizzazioni per compiere i delitti. Insomma vige il modus operandi di sempre“. Il magistrato ha ribadito l’importanza di attaccare le organizzazioni mafiose attraverso la lotta ai loro patrimoni.