Si aprirà ufficialmente il 25 gennaio la mostra “Ricordi Futuri 3.0. Diaspore in terra di Sicilia“, nata in coproduzione con la Fondazione Sant’Elia e con l’Assessorato comunale alla Cultura, tra i primi eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
In anteprima abbiamo visitato l’esposizione, ospitata nella sala delle Capriate di Palazzo Sant’Elia, e incontrato Ermanno Tedeschi curatore, insieme a Flavia Alaimo, con alle spalle tanti anni dedicati alla valorizzazione delle eccellenze culturali ebraiche ed israeliane.
Il percorso narrativo creato ad hoc conduce ad un’esperienza avvolgente, a tratti graffiante, a tratti subliminale, e di grande effetto emotivo nella memoria della Shoah, che in Sicilia si arricchisce di documenti e materiali storici inediti, come le lettere di espulsione dei professori universitari, tra gli altri, il grande fisico Emilio Segrè, il biochimico Camillo Artom e l’oncologo Maurizio Ascoli, durante il ventennio fascista.
In mostra anche una video intervista a Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, che pochi giorni fa è stata nominata senatrice a vita.
Dopo Asti e Torino l’esposizione è giunta in città, dove, ha unito il proprio bagaglio storico e artistico con le opere degli artisti contemporanei locali tra cui Paolo Amico che presenta l’opera “Freedom“.
Il progetto è stato realizzato grazie alla co-produzione tra l’Associazione culturale Acribia e la Fondazione Sant’Elia, gode dei patrocini della Città Metropolitana di Palermo, dell’Università di Palermo, dell’Associazione Francese Amici dell’Università di Tel Aviv, dell’Ambasciata di Israele e dell’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.