E’ pronta la III edizione dell’evento “Un piatto per la pace”, che prenderà il via il prossimo 31 maggio. Una manifestazione che Inner Wheel Club Qarinis e Fidapa Palermo-Mondello organizzano, anche quest’anno, presso l’Istituto Alberghiero “Danilo Dolci” di Partinico.
Ecco l’intervista a Maria Frisella raccolta da Andrea Marchione.
Il “Piatto per La Pace”, evento ideato da lei, allora Presidente dell’Inner Wheel Qarinis Maria Frisella, quest’anno giunge alla sua terza edizione. Da Past President può dirci perché è stato ideato?
“A margine dello scoppio della guerra in Ucraina, quando violenza e distruzione, fame e disperazione del popolo suggerivano l’urgenza di riflettere sui valori umani, sulle ragioni dei rapporti economici, sulla interdipendenza dei Paesi nel villaggio globale, l’idea del “Piatto per la pace” è sembrata una possibile ricerca dei valori che condizionano l’equilibrio delle relazioni internazionali. D’accordo tutte le socie del club, abbiamo ricercato la sostenibilità della pace rendendo vivo il valore comunicativo e socializzante del cibo, sostentamento e forza economica, rispetto della Terra e dei suoi frutti ovunque ci si trovi. Da Lévi-Strauss sappiamo quanto gli uomini si lascino spingere al piacere di dialogare e confrontarsi nel condividere insieme un pasto, e da Marvin Harris, che ha studiato il fenomeno culturale del consumo di cibo delle diverse società oltre i confini del nativo, sappiamo la doppia valenza linguistica del cibo che è in grado di “parlare, ma anche di farci parlare”. È il principio della relazionalità e della reciprocità in un modello culturale suggeritore di legami storici e funzionali che passino dalle consapevolezze sperimentate e dalla forza diplomatica”.
Come avete pensato di sperimentare il valore socializzante del cibo?
“Attraverso la sua elaborazione culturale e pratica. Partendo dalla riproduzione di ricette tradizionali di altri popoli, gli studenti dell’alberghiero Danilo Dolci di Partinico sono stati sollecitati a ricercare e comprendere sensibilità differenti o simili, fra tradizioni, culture, storie, fedi, tecnologie, economie, scienza, ambienti che ci accomunano, conoscenza della terra e del mare quale condizione dei doni della natura e dell’arte di goderne, impegno lavorativo e creativo degli uomini, a qualsiasi etnia appartengano, ragioni che ci possono tenere uniti, anche oltre le emozioni sensoriali, nella tutela e nella custodia comune dei beni, con l’intento di realizzare lo star bene che è salute del corpo e della mente. Non ragioni di ostilità dunque ma di pace, con la consapevolezza che alimentarsi è un diritto, rispettare la natura e i territori è un dovere, ritrovarsi nella convivialità è una condizione che restituisce al pensiero la direzione della fraternità. Il cibo è “mediazione simbolica”.
Si prefigura qui la funzione diplomatica nel rapporto internazionale?
“I valori umani e i comportamenti economici possono costruire insieme l’ “agire sociale dotato di senso” e segnare ovunque il percorso di reti relazionali tra i popoli. Per questo essenziali al nostro fianco sono stati, nella prima edizione, i Consoli Onorari di Lituania, Polonia e Repubblica Ceca, nella seconda edizione quelli di Cipro, Grecia e Spagna e quale ospite d’onore il Console generale del Regno del Marocco a Palermo. Quest’anno ci accompagnano i Consoli onorari di Danimarca, Portogallo e Norvegia.
Ma molto dobbiamo alla Fe.N.Co che ha dato il suo patrocinio al nostro percorso triennale. Al dott. Andrea Marchione responsabile Fe.N.Co del Distretto Sicilia, che ha sostenuto la forza dell’idea posta in essere, dobbiamo il coordinamento con i Consoli Onorari”.
Ritiene che sia stato raggiunto lo scopo?
“Crediamo che nel Piatto si possano trovare i perché, ingredienti della Pace tra gli uomini. Noi abbiamo seminato l’idea che può tradursi in comportamenti, a cominciare da quelli degli studenti coinvolti. Era il nostro scopo”.