“Dal 2017 si è registrato un aumento dei decessi legati all’uso di sostanze stupefacenti. Nella maggior parte dei casi ne sono responsabili gli oppiacei, tra i quali il più diffuso è l’eroina, anche se la sostanza illegale in assoluto più diffusa in Europa resta la cannabis. I dati consolidati del 2017 riferiscono di circa 8.200 morti per droga nell’UE, e un aspetto particolarmente preoccupante è l’aumento dei nuovi oppiacei sintetici: sono monitorati da circa due anni e ne sono stati individuati già 730, ma altri vengono costantemente immessi nel mercato”.
È l’allarme lanciato stamattina al Parlamento Europeo da Caterina Chinnici, che durante i lavori della commissione Libe ha presentato il report sulla missione svolta dal 30 al 31 ottobre scorsi presso il Centro europeo di monitoraggio per le droghe e la tossicodipendenza (EMCDDA), a Lisbona. L’eurodeputata di S&D ha sottolineato la necessità di “avviare un’attenta riflessione sulle politiche antidroga indispensabili sia per la tutela della salute pubblica sia, sul piano della sicurezza, per contrastare la criminalità, che dal traffico di droga trae ingente ricchezza da utilizzare poi per ulteriori attività criminali”.
“L’utilizzo di droga in Europa comprende ormai nuove sostanze psicoattive – ha aggiunto Caterina Chinnici – e tra queste alcune che normalmente sono destinate all’impiego in medicina ma che, se usate in modo improprio, diventano veri e propri stupefacenti. A volte, come per esempio nel caso del fentanil, è molto facile commercializzarle attraverso canali illegali on-line perché possono produrre una severa azione psicoattiva anche se assunte in piccole dosi. E tutto questo avviene nonostante il sistema di allerta rapido gestito in collaborazione con Europol abbia consentito già nel 2017 di effettuare circa 1300 sequestri”.
“I flussi di provenienza delle sostanze stupefacenti rimangano gestiti dalla criminalità organizzata – ha detto ancora Caterina Chinnici – e le aree geografiche di provenienza sono quelle consolidate: Africa del nord o del sud e Asia occidentale, ma ormai ci sono anche l’India e soprattutto la Cina, paese nel quale la produzione, secondo quanto rilevato dall’osservatorio, ha raggiunto una dimensione quasi industriale. Le metodologie di monitoraggio hanno dato ottimi risultati, fornendo informazioni obiettive, affidabili e comparabili, un supporto concreto per le politiche antidroga. È essenziale – ha concluso – garantire all’agenzia una dotazione finanziaria sempre adeguata e inoltre andrebbe ampliato il suo compito includendo il monitoraggio sulle dipendenze da alcool, gioco d’azzardo e internet”.
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