Un pulmino si muove in questi giorni per le strade siciliane, trasporta l’attrezzeria di uno spettacolo in tour tra i teatri antichi dell’isola. Porta affisso una locandina, quella di Medea di Antonio Tarantino con la regia di Manuel Giliberti.
Si tratta di una produzione Vergo Argo per il Circuito dei Teatri di Pietra. Dopo il debutto invernale romano, Medea arriva in Sicilia, il 14 luglio alle Cave di Cusa di Selinunte e il 15 luglio nel Teatro greco di Palazzolo Acreide, a pochi chilometri di Siracusa.
Per questa Medea contemporanea Antonio Tarantino, segnalato da Franco Quadri come uno degli autori contemporanei più interessanti del panorama italiano, pensa ad una donna straniera, disperata e imbarbarita che vive in cattività con la sua carceriera.
Cristina Borgogni, Medea, e Annalisa Insardà, Vigilatrice, sono le due protagoniste dello spettacolo, brave e intense come poche, e che con lo stesso regista Giliberti da anni condividono le più belle sfide del teatro contemporaneo. In questo mini tour siciliano Giliberti, autore di una importante biografia teatrale su Piera Degli Esposti oltre che noto coautore di regie in collaborazione con la grecista Eva Cantarella, propone un spettacolo che in realtà diventa una lunga confessione, una contrapposizione di mondi, di linguaggi tra prigioniera e carceriera.
“È un modo di reinterpretare il mito e di metterlo sempre sotto la viva luce della contemporaneità – commenta il regista.- Trattare il tema di Medea in qualche modo significa riscrivere il mito classico condividendone il valore dei principi assoluti. Qui le due protagoniste si nutrono luna dell’altra, non comunicando tra loro. Solo alla fine – conclude Giliberti – si riconoscono nella loro natura di vittime domate”.
Il mito, dunque, con il circuito ormai consolidato da anni dei Teatri di Pietra lo ritroviamo tra le antiche scene ma anche in parti della Sicilia, Selinunte, l’antica Akrai di Palazzolo, che di giorno accolgono turisti, di notte, spesso accompagnati da cieli stellati cedono il passo all’antico, ai poeti tragici o a quelli contemporanei che dei tragici sollevano sempre i massimi temi del vivere.
Le scene sono di Rosa Lorusso, le musiche di Antonio Di Pofi.