Il Comitato Consultivo Provinciale della sede Inail di Palermo, che si è riunito per discutere sui casi d’infortunio mortale accaduti a Palermo tra il 25 gennaio e il 15 febbraio 2019, ha approvato un documento di proposte trasmesso oggi 26 febbraio al Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto.
“Nel campo della sicurezza sul lavoro non esiste un’emergenza Palermo, esiste un’emergenza nazionale”, dichiara Michelangelo Ingrassia, presidente del Comitato Consultivo Provinciale Inail Palermo, che aggiunge: “per questo abbiamo ritenuto necessario, con le nostre proposte, riaffermare innanzitutto il diritto costituzionale alla sicurezza dei lavoratori”.
Il documento, che ha preso in esame i recenti casi d’infortunio occorsi nel territorio provinciale, contiene i dati preliminari forniti dallo Spresal dell’Asp di Palermo, che nel periodo compreso tra l’1 gennaio e il 22 febbraio 2019 ha effettuato 9 interventi di cui 5 per infortuni gravi e 4 per infortuni mortali.
“Questi dati – commenta Ingrassia – rivelano che ben quattro dei nove incidenti sul lavoro sono accaduti sempre di venerdì e sempre nella fascia oraria 16/17; una traccia di quel malessere che si sta diffondendo sui luoghi di lavoro e generato dalla persistente crisi economica e dalla progressiva precarietà”.
“Un malessere che ingenera nei lavoratori e nei datori di lavoro preoccupazione per la sopravvivenza del lavoro e dell’impresa a scapito della sicurezza; non a caso, infatti, gli accadimenti si sono prevalentemente verificati al termine del ciclo settimanale lavorativo ossia quando si è già accumulato nel lavoratore e nell’imprenditore lo stress derivante dalle condizioni di lavoro, dalle preoccupazioni per il lavoro, dall’urgenza di consegnare il lavoro o di rispettare la tabella di marcia”.
Altro elemento emerso è quello relativo alla fascia d’età medio-alta cui appartenevano tre delle quattro vittime. “Già lo scorso anno – continua Ingrassia – analizzando il primo trimestre, avevamo segnalato in una apposita relazione il pericoloso rapporto tra invecchiamento della popolazione lavorativa e infortuni mortali”.
Nel documento si fa riferimento pure alle cause d’infortunio emergenti, che si aggiungono alle tradizionali. “Dobbiamo prendere atto che la crisi e la precarietà, insieme ai nuovi cicli lavorativi e produttivi che si stanno imponendo con la rivoluzione digitale, stanno modificando in peggio il rapporto tra sicurezza e lavoro”, avverte Ingrassia, per il quale occorre ripartire proprio dalla mutazione del rapporto tra sicurezza e lavoro.
Tra le proposte, riprese dal “Patto per la Fabbrica” siglato nel marzo 2018 da Confindustria e da Cgil Cisl Uil, vi è quella di utilizzare parte degli avanzi di gestione dell’Inail per incrementare la dotazione organica dell’Istituto, il numero degli ambulatori e delle sedi nel territorio, per migliorare le prestazioni economiche in favore di malati con patologie di origine professionale e a favore delle lavoratrici e dei lavoratori.
Si propone inoltre di attuare una revisione della procedura per la valutazione dello stress da lavoro correlato, tenuto conto dei ritmi di lavoro cambiati e della crescente interazione con le nuove tecnologie; di tutelare adeguatamente i lavoratori coinvolti nelle forme moderne di lavoro come i riders e anche gli operatori di call center; di concretizzare il sostegno alla piccola e media impresa e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali e alla pariteticità, come previsto dall’art. 52 del Dlgs. 81/08.
“Infine”, conclude Ingrassia, “chiediamo di bloccare la proposta contenuta nel Progetto di Legge 219, in discussione presso la Commissione Trasporti della Camera, di aumentare l’età utile alla conduzione di autotreni ed autoarticolati di massa superiori alle 20 t, portandola dagli attuali 65 a 68 anni con possibilità di proroga fino a 70 anni. Non credo sia una proposta che vada in direzione di una maggiore prevenzione degli infortuni”.