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Incontri fra i boss nel rimessaggio nautico di Barcarello, interdittiva del prefetto | VIDEO

venerdì 1 Febbraio 2019

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Il Prefetto ha adottato tre provvedimenti interdittivi antimafia a carico delle ditte Nautica Barcarello società cooperativa, Frutti di mare Cardillo di Bosco Maria Chiara  e  Ceramiche Gitochi di Salvatore cacocciola & c.

I provvedimenti prefettizi sono stati adottati perché sarebbero stati acquisiti molteplici elementi e circostanze circa l’infiltrazione mafiosa nelle tre società e fanno seguito all’operazione antimafia “Cupola 2.0” concernente l’arresto lo scorso 22 gennaio di cinque presunti appartenenti a Cosa nostra.

Per quanto riguarda la Nautica Barcarello, questa sarebbe stata prescelta quale luogo di molteplici summit mafiosi, favoriti dall’isolamento della struttura. Il cantiere nautico sarebbe stato utilizzato da Calogero Lo Piccolo, ritenuto capo del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, che vi organizzava un incontro anche nel mese di maggio 2017, quando era ancora detenuto e in città in permesso premio per la nascita del figlio primogenito.

Utilizzata anche l’attività di rimessaggio per gli incontri fra Lo Piccolo e altri boss, fra cui il capomafia Settimo Mineo e Leandro Greco, detto Michele. Secondo la prefettura, Giovannino Corrao, titolare della struttura avrebbe avuto un ruolo nel permettere gli incontri nel proprio rimessaggio barche fra questi esponenti mafiosi

La ditta “Frutti di mare Cardillo di Bosco Maria Chiara”, con sede a Palermo in via Tommaso Natale è stata costituita due mesi dopo la precedente scarcerazione di Giuseppe Serio, finito adesso nuovamente in cella, tra l’altro,  per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Tommaso Natale.

L’attività in questione sarebbe risultata nella piena disponibilità dello stesso Serio che, nella propria zona di influenza, imponeva ai ristoratori delle località Sferracavallo e Mondello la fornitura dei propri prodotti ittici, operando in quel territorio in regime di monopolio ed estromettendo con modalità tipicamente mafiose altri rivenditori. Da un’intercettazione risulterebbe anche la fornitura di “cozze morte”, cioè con la data di consumazione scaduta.

La ditta Ceramiche Gitochi di Salvatore Cacocciola & c con sede a Capaci, in via Kennedy entra nell’inchiesta perché fra gli arrestati figura Carmelo Cacocciola, padre del socio accomandatario, ritenuto quale  “soggetto intraneo al consesso criminale di stampo mafioso operante sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine”, oltre che “soggetto direttamente “sponsorizzato” dai Lo Piccolo.

Nel provvedimento di fermo è scritto che Carmelo Cacocciola “presta la sua attività lavorativa presso il negozio di rivendita di ceramiche intestato a suo figlio Salvatore, ma di fatto a lui direttamente riconducibile e impone la fornitura dei materiali”.

Dalle recenti intercettazioni telefoniche su utenze  intestate alla predetta società, formalmente nella titolarità del figlio Salvatore, risulta che Carmelo Cacocciola si sarebbe recato  “presso il cantiere di… per assumere informazioni sull’impresa che stava realizzando i lavori di costruzione della palazzina e proporsi come fornitore del materiale necessario per la realizzazione del fabbricato”.

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