Il Brasile ha segnalato il primo focolaio di influenza aviaria (H5N1) sulla costa settentrionale di San Paolo. E’ quarto Stato brasiliano colpito dalla malattia.
L’uccello selvatico della specie Thalasseus Maximus, popolarmente noto come sterna reale, è stato rinvenuto nel comune di Ubatuba.
“Finora sono stati confermati 24 focolai con uccelli selvatici negli stati di Espírito Santo (14), Rio de Janeiro (sette), Rio Grande do Sul (uno) e San Paolo (uno)”. A dichiararlo è il ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento.
Il Paese rimane, momentaneamente “immune dall’influenza aviaria nell’allevamento commercial. Pertanto, può continuare a esportare i suoi prodotti per il consumo in sicurezza”.
Nel frattempo, tuttavia, il Parco Água Branca della città di San Paolo, il più grande del Paese, ha iniziato a isolare gli uccelli che vi abitano per evitare la contaminazione.
Il ministero ha poi ribadito alla popolazione di evitare il contatto con uccelli malati o morti. “Se qualcuno trova uccelli malati nella loro regione, è invitato a contattare il servizio veterinario locale”, continua la nota ufficiale.
Perché fa così paura?
Nuovi casi di Influenza aviaria ad alta patogenicità sono stati confermati anche in Europa. Tra il dicembre 2022 a marzo 2023 si sono superati i 520 casi negli animali domestici e 1138 casi nei selvatici. In quest’ultimo periodo particolare rilevanza ha assunto l’epidemia di Influenza aviaria ad alta patogenicità che ha colpito il gabbiano comune in particolare Belgio, Francia e Olanda. Pochi casi, che ancora non hanno fatto scattare l’allarme, si sono verificati nel nord Est Italia.
Il virus H5N1 è il più letale tra quelli che causano l’influenza aviaria. E’ in grado di adattarsi per migliorare il contagio nei mammiferi. Dopo il Covid, la paura è che avvenga un salto di specie e dia origine ad una nuova pandemia umana.