“Io, sbirro a Palermo“, questo il titolo del libro scritto da Maurizio Ortolan, presentato giovedì scorso a Palazzo Gulì, a Palermo.
Tratto dalla storia di un poliziotto romano che viene inviato a Palermo per dare la caccia ai mafiosi.
Un racconto a tinte fosche, agrodolci che si insinua nel quotidiano di un lavoro che non è fatto soltanto di irruzioni, inseguimenti e momenti al cardiopalma.
Nascoste tra le pieghe del libro, infatti, anche le lunghe e snervanti attese durante i pedinamenti, i pensieri che corrono veloci, la ricerca dei riscontri, i buchi nell’acqua.
Un libro dedicato “Agli insegnanti e a tutti quelli che tra molte difficoltà spiegano l’importanza del rispetto delle regole condivise; sono loro i veri professionisti dell’antimafia”.
La prefazione del testo è stata scritta da Alessandra Dino, docente di Sociologia della Devianza all’università di Palermo.
Maurizio Ortolan è stato ispettore di polizia dal 1987 al 2013, specializzato nel contrasto alla mafia e nella cattura dei latitanti più pericolosi ha operato ne Nucleo Centrale Anticrimine. Ha lavorato anche con i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Gabriele Chelazzi.