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La Corte dei Conti boccia il ricorso del Comune di Catania sul dissesto economico-finanziario dell’ente

mercoledì 7 Novembre 2018
palazzo degli elefanti catania
Catania

Le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno rigettato il ricorso del Comune di Catania contro la delibera n.153 del 4 maggio 2018 con cui la sezione controllo della Corte dei conti della Sicilia ha decretato il dissesto economico-finanziario dell’Ente. Secondo i giudici contabili “il ‘buco’ sarebbe di circa 1,6 miliardi di euro e non ci sarebbe la sostenibilità finanziaria per gestirlo“.

Il Comune di Catania, aveva rilevato la Corte dei Conti di Sicilia nel suo provvedimento, ha “pretermesso un considerevole ammontare di passività al momento della predisposizione del piano di riequilibrio e non ha operato una rappresentazione corrispondente alla realtà dell’effettiva esposizione debitoria che, a vario titolo, coinvolgeva l’ente“.

Il Collegio ha ritenuto che “l‘accertamento della suddetta condizione mina alla base la realizzazione del programma di risanamento ma, in ogni caso, si traduce in un sostanziale inadempimento degli obiettivi connessi alla realizzazione del piano di riequilibrio“.

La gravità degli inadempimenti rilevati – aveva osservato la Corte dei Conti – già emersi all’esito delle precedenti verifiche relative al secondo semestre 2014 e ai due semestri 2015 e confermati con la presente verifica relativa ai due semestri 2016 e al primo semestre 2017, consentono di accertare la gravità degli inadempimenti e delle irregolarità contabili e la reiterazione del sostanziale mancato perseguimento degli obiettivi prefissati dal piano di riequilibrio approvato dall’Ente“.

Nel loro provvedimento i giudici avevano segnalato come dai controlli fosse emersa una “rappresentazione della situazione economico-finanziaria contraddistinta dalla sussistenza di gravi e rilevanti irregolarità contabili registrate nel corso degli ultimi esercizi finanziari, oltre che dalla sussistenza di un considerevole ammontare di passività, in gran parte sottostimate al momento dell’approvazione del piano che, in ogni caso, alla data odierna, appaiono tali da non consentire l’attuazione del programmato risanamento e che, viceversa, evidenziano un preoccupante definitivo consolidamento e, per talune di esse, addirittura un sostanziale aggravamento“.

La delibera delle sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma che ha rigettato il ricorso del Comune di Catania, rappresentato dal professore Agatino Cariola, contro la dichiarazione di dissesto sarà trasmessa alla Regione Siciliana.

Sarà l’assessorato agli Enti locali a intimare, poi, all’Amministrazione comunale di redigere, entro 10 giorni, la delibera che dichiara il dissesto dell’Ente, che dovrà essere portata in Consiglio per il voto dell’Aula.

La prefettura nominerà quindi i componenti dell’Organismo speciale per la liquidazione (Osl) che, come nelle procedure fallimentari, gestirà la massa passiva. Il sindaco e il consiglio comunale resteranno in carica.

Al momento il Comune di Catania ha bisogno di circa 20 milioni di euro al mese per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Ente e delle aziende partecipate e per la raccolta dei rifiuti e il loro conferimento in discarica. I dipendenti dell’Ente non hanno ancora ricevuto lo stipendio di ottobre, quelli della partecipate di settembre e ottobre.

Prendiamo atto con amarezza di questo giudizio della magistratura contabile che conferma la delibera del 4 maggio scorso e che toglie al Comune ogni possibilità di evitare il default” dichiara il sindaco di Catania, Salvo Pogliese. “Fin dal nostro insediamento, 4 mesi fa – aggiunge – consapevoli delle enormi difficoltà ricevute in eredità, abbiamo operato con scrupolo e coscienza e un impegno totalizzante, per salvare il Comune e la città da una condizione di fallimento che mette in difficoltà i lavoratori, le imprese e i cittadini che usufruiscono dei servizi. Come fatto con la delibera del consiglio comunale sui correttivi chiesti dalla Corte dei conti ai rendiconti 2014-2015-2016, ora, questo nuovo pronunciamento dei giudici ci riconferma che la strada intrapresa è quella giusta: fare rientrare il Comune nell’alveo della legalità e delle veridicità dei documenti contabili, precondizione indispensabile per riprendere un cammino virtuoso di risanamento, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini“.

Per “senso di responsabilità” e per “riprendere un cammino virtuoso di risanamento nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini” fino ad ora “abbiamo evitato ogni polemica, persino quando abbiamo subito provocazioni, talvolta grottesche, da parte di chi invece di esternare falsità in continuazione avrebbe fatto bene a riflettere su quanto sta accadendo“, aggiunge Salvo Pogliese, sulla delibera delle sezioni riunite della Corte dei conti di Roma che ha rigettato il ricorso dell’Ente contro la dichiarazione di dissesto finanziario.

Quando ci siamo candidati alla guida del Comune – continua Pogliese – abbiamo detto che facevamo una scelta d’amore verso la città e che avremmo voltato pagina. E così sarà, anche nell’affrontare questa pesante vicenda del dissesto con cui siamo giocoforza costretti a fare i conti, senza ipocrisie senza infingimenti, ma con risolutezza e coraggio. Un impegno di verità e serietà per cui da oggi, ancora più di ieri, metteremo il massimo impegno per individuare, insieme ai tanti cittadini onesti di Catania, il percorso più idoneo per chiudere definitivamente con il passato, consapevoli – conclude il sindaco di Catania – che abbiamo radici forti, maturate in una città che ha sempre saputo risorgere dalle proprie ceneri“.

Riguardo la massa debitoria dell’Ente si deve rilevare l’incertezza nella rappresentazione effettiva dei debiti da ripianare” sia perché “risultati sottostimati” sia per “l’ulteriore insorgenza di debiti in continua evoluzione esponenziale“, a rilevarlo è il Pg delle sezioni riunite della Corte dei conti di Roma, Marco Boncompagni, nelle 20 pagine di richiesta di rigetto, accolta dai giudici, della richiesta del Comune di Catania di annullare la dichiarazione di dissesto finanziario.

Relativamente alla cassa – scrive il Pg – la gestione finanziaria condotta dall’Ente negli ultimi anni risulta caratterizzata da un susseguirsi di criticità che nel tempo hanno compromesso la capacità di garantire gli equilibri negli esercizi futuri registrando un costante e crescente ricorso all’anticipazione di tesoreria, puntualmente inestinta al termine dell’esercizio di ciascun anno per importi considerevoli con notevole aggravio della spesa per interessi passivi“.

La mancanza di liquidità, rileva il Pg, è “strettamente collegata alla bassissima capacità di riscossione delle proprie entrate, con particolare riferimento a quelle del recupero dell’evasione tributaria, tramutatasi poi in residui attivi cancellati perché con anzianità superiore ai 5 anni“.

Secondo il Pg la valutazione della situazione economica-finanziaria del Comune di Catania ha “consentito l’emersione di criticità che hanno posto in evidenza la grave violazione di norme e principi contabili”, mettendo in “rilievo una grave condizione di precarietà” e che quindi, conclude il Pg, “sono da ritenersi configurati i presupposti per la procedura di dissesto“.

 

 

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