Carissimi
Esistono due realtà, la prima quella che sta nella nostra mente, quella che ci immaginiamo o quella che auspichiamo, la seconda realtà è quella che accade giornalmente.
Mi viene di pensare a ciò ogni qualvolta perdo tempo a guardare le trasmissioni televisive politiche (o meglio quelle dove dietro l’intrattenimento si occulta la propaganda politica) dove per tanto tempo si discute con convinzione sull’esito scontato di competizioni elettorali che alla fine finiscono per avere un risultato completamente opposto a quello auspicato per un sacco di mesi-
Mi viene di pensare costoro sono realmente dilettanti.
Costoro fanno parte, dicono, a scuola di pensiero che crede ancora oggi di influenzare gli esiti elettorali con le chiacchiere e le discussioni, l’offesa e il ridicolizzare l’avversario, non solo all’interno del nostro territorio ma a volte anche in paesi lontani.
Tragico pensare di perdere tempo dietro determinate chiacchiere poiché ormai è chiaro che da tanto tempo la gente vota con la propria testa e che non esista più la casalinga di Voghera da influenzare, perché la gente vota con quella che è con disprezzo “la classe radical chic” chiama “la pancia”, questa pancia che molti di noi superati una certa età occultano o mostrano con orgoglio, ma che intesa in quella maniera dovrebbe significare “fame”.
Non penso che la gente voti perché abbia “fame”, ma penso che è più frequente l’ipotesi che la gente cerchi dei riferimenti seri in coloro che sono più legati alla realtà del contingente che non è solamente la fame, ma i fatti della vita reale, che si contrappongono indubbiamente ai grandi temi per i quali ci vuole molto più tempo a volte generazioni.
E’ vero, la globalizzazione ha cambiato il nostro modo di vivere, e abbiamo imparato (grazie alla teoria del caos) che “il battito d’ali di una farfalla, possa avere conseguenze molto significative e imprevedibili nel tempo e nello spazio”.
Ma le situazioni contingenti umane, più che dalla globalizzazione o ancor di più degli effetti della ribellione della natura, sono ancora governate dalle scelte della collettività e dipendono necessariamente dalle scelte e gli indirizzi dati da una classe dirigente che messi da parte tutti gli interessi economici delle fazioni o delle lobby, dovrebbe iniziare a perseguire un comune intento che va oltre lo schieramento idealistico o di convenienza, il cosiddetto “bene comune”, il cosiddetto “sistema paese”, il cosiddetto “sistema città” che ancora dalla nostra parte non funziona del tutto.
Vivo nella città dell’ “Io” altro che sistemi, mi sono visto proporre “visioni” ma aldilà di pessime o grandi intuizioni erano sempre il frutto di singoli che non riuscivano a fare squadra e pertanto tutte queste energie positive finivano sprecate.
Ho avuto sempre fiducia nelle novità attese come evoluzioni e cambiamenti di idee frutto delle esperienze fino a quel momento fatte e mi ritrovo all’interno di un grande “gioco dell’oca” che ad ogni giro ci rimanda al “via” e dici anni indietro.
Non andiamo avanti, ma più procediamo, più andiamo indietro perché anche se non siamo a conoscenza di qualcosa ci arroghiamo il diritto di non ascoltare nessuno e perdendo così il contributo della “storia” torniamo indietro, affrontando gli stessi problemi e sbagliando ancora e facendo danno su danno e sconfortando la popolazione che finisce per rifugiarsi (se non ti ha già mandato a quel paese, astenendosi) dietro qualunque bravo imbonitore di folle.
Sbaglia chi pensa che i consensi si fanno attraverso una foto e un nastro tagliato, quello è l’ordinaria amministrazione che non si celebra perché è dovuta, i consensi si guadagnano attraverso la percezione del miglioramento della qualità della nostra vita, attraverso la percezione di una maggiore sicurezza, una maggiore giustizia ed equità, una corretta applicazione dei compensi in funzione dell’importanza del lavoro svolto, una maggiore qualità dei servizi.
Ci hanno voluto fare credere negli ultimi anni che le competizioni popolari fossero pericolose soprattutto se avesse vinto l’avversario (visto come nemico da demonizzare).
Avremo dovuto credere che la verità e la giustizia stessero da una sola parte e continuando in questo modo le opposizioni non hanno costruito credibili alternative, tanto da riportare al potere sistemi che la storia aveva già sconfitto e leader sempre più anziani.
Ecco nuovamente “Donald”, non mi dite che non ve lo aspettavate? Aver pensato che il nostro “sistema talk” potesse esser condiviso dagli americani che anni fa l’avevano inventato, è stato solo un esercizio didattico per gente che non aveva alcuna cognizione di come in America si voti ma soprattutto per chi in America si vota.
Ciò serva da insegnamento e soprattutto da invito a non distrarsi dai nostri problemi per i quali forse a tutt’oggi si può cercare di trovare una soluzione, lasciando che quella farfalla batta le ali lontano e mentre ci sarà chi dovrà pensare ai “grandi sistemi”, qualcuno si sforzi qui con modestia ed intelligenza ad aiutarmi a riconquistare una qualità di vita soddisfacente. Un abbraccio, Epruno.