Il cielo sereno che paradossalmente aveva portato il coronavirus all’interno di Palazzo dei Normanni è paradossalmente finito.
La finanziaria di crisi inizia ad avere i primi nodi al pettine. I quali arrivano sia dall’opposizione ma anche dalla maggioranza. No al taglio delle risorse per le aree di crisi industriale di Termini Imerese e di Gela da parte dei 5 stelle e no alle norme sul centro direzionale della Regione siciliana da parte della Lega e non solo.
La bozza è pronta ma non mancano le polemiche, anch’esse pronte a partire. E se l’opposizione fa il suo lavoro ossia di non dare vita facile al governo Musumeci, la Lega ha lanciato un chiaro messaggio alla giunta del governatore: “Il sostegno della Lega a Palazzo dei Normanni non è scontato“. E la nota stampa inviata dal capogruppo Catalfamo ne è la prova. Nel frattempo che il deputato di Diventerà Bellissima cerca di alzare gli scudi a Palazzo dei Normanni alle bordate, che arrivano anche da parte della sua maggioranza al governo Musumeci.
Il governo spera di chiudere proprio oggi il confronto col Mef sulle risorse che la Regione ha chiesto di potere utilizzare per sostenere gli interventi per famiglie e imprese in un contesto drammatico per l’economia della Sicilia.
Solo per mettere in sicurezza il bilancio occorrono 650 milioni; la Regione punta ad avere il via libera dallo Stato a trattenere parte o tutto il contributo che deve per il risanamento alla finanza pubblica, un miliardo di euro. L’Ars si riunirà per fare il punto col governo domattina.
Intanto è stata rinviata di 24 ore la seduta dell’Assemblea siciliana che stamani, mercoledì 15 aprile, avrebbe dovuto ascoltare il governo Musumeci sulle misure finanziare per chiudere bilancio e legge di stabilità che devono essere approvate entro il 30 aprile, data di scadenza dell’esercizio provvisorio.