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La Foss gestita come un ente privato? Ancora carte e “ombre” sulla sinfonica

martedì 25 Giugno 2019

Carte su carte, da cui emergerebbero ancora irregolarità all’interno della Fondazione orchestra sinfonica Siciliana, che da lunedì 25 giugno ha un nuovo sovrintendente, dopo la nomina del musicologo Antonino Marcellino. Sembrerebbe che per anni la Foss sia stata gestita come un vero e proprio ente privato.

Oggi alle 14 sono stati invitati l’ex commissario Giovanni Riggio e il presidente del consiglio di amministrazione Stefano Santoro, a presentarsi alla quinta commissione dell’Ars per discutere di ciò che sta accadendo all’interno dell’ente. Insieme a loro, sono stati convocati anche il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore per l’economia Gaetano Armao. La scintilla che ha fatto accendere le polemiche riguardo la Foss è stato un documento dell’ex commissario Nanni Riggio inviato alla Corte dei Conti e alla procura e la revoca ‘lampo’ della nomina della ormai ex Sovrintendente, Ester Bonafede.

La riorganizzazione lavorativa e le “stranezze”. Il ruolo del Maestro Di Mauro

Giorgio Pace, durante il periodo della sua Sovrintendenza alla Foss, ha cercato di ristrutturare la pianta organica. Una volta presa visione di numerosi curricula, uno fra questi, quello del Maestro Francesco Di Mauro, ha destato la sua attenzione. Di Mauro a quanto pare è in pianta organica dal 2004 con il ruolo di “maestro collaboratore con l’obbligo della Direzione d’orchestra e le mansioni di Coordinatore della Direzione artistica”.

“Nell’ultima fase della mia gestione – racconta a ilSicilia.it l’ex sovrintendete Pace –  visto che avevo in programma di sistemare la pianta dell’ente, ho iniziato a visionare alcuni fascicoli del personale. Quando mi sono imbattuto in questo fascicolo sono rimasto un po’ perplesso. Ho trovato solo un Cv redatto dal Di Mauro. A leggerlo ho appurato molti aspetti non riscontrabili. Tra queste, alcune collaborazioni con i direttori d’orchestra di fama mondiale, erano impensabili anche per l’eta anagrafica del Di Mauro stesso. Questo Cv non aveva una data, ma la cosa più grave è che questo curriculum non portava una traccia o un documento di appoggio a ciò che dichiarava il maestro Di Mauro. Il diploma di viola o violino o pianoforte e quant’altro, sono fondamentali per essere assunto in un ente come la Foss. Uno straccio di certificato è il minimo. Io ho trovato di fatto un fascicolo vuoto in merito alla situazione del maestro. Non so come è avvenuta l’assunzione a tempo indeterminato, senza una certificazione nel 2004. Ho chiesto integrazione al fascicolo, ma poi i fatti di cronaca testimoniamo che sono dovuto andare via dalla Foss”. Conclude a IlSicilia.it l’ex sovrintendente .

I premi ai professori d’orchestra a riposo

Altro capitolo, altre stranezze… Un’accordo integrativo aziendale avrebbe fatto ‘gola’ per anni ai musicisti dell’Orchestra Sinfonia Siciliana. I professori d’orchestra lavorano 28 ore settimanali con programmazione multiperiodale, “l’orario giornaliero e settimanale potrà essere diversamente articolato in settimana”. Per l’area amministrativa il turno di lavoro è fissato a circa 39 ore medie settimanali. A queste ore va aggiunto il premio di produzione che è “corrisposto sulla base della retribuzione contrattuale maturata nel mese di ciascun anno a tutti i dipendenti sulla base della effettiva presenza in servizio (cui è equiparata l’esenzione per gli orchestrali)”.

Stando a ciò che c’è scritto nell’accordo firmato anche dalle sigle sindacali, a quanto pare, il premio di produzione va ricevuto ugualmente anche se gli orchestrali non sono presenti in servizio. Ma perché simile paradosso all’interno della Foss? Prima dell’arrivo del commissario ad Acta, Nanni Riggio, il lavoro degli orchestrali era inteso come “lavoro usurante”.

Nel verbale di incontro sindacale del 15 febbraio 2019 si legge: “Le organizzazioni sindacali presenti, rappresentano l’esigenza di addivenire ad un accordo per la concessione delle esenzioni ai professori d’orchestra, in continuità alle procedure convenute ed avviate col precedente Sovrintendente nel corso della stagione artistica 2017-2018…sebbene con la consapevolezza che le esenzioni non risultano contemplate tra gli istituti contrattuali dei vigente CCNL ma concesse come consuetudini in alcuni teatri…dopo ampio dibattito fatta ad eccezione per la Fials Cisal nel manifestare disponibilità al Commissario ad Acta, si rendono disponibili a convenire sulla riduzione significativa delle esenzioni, assicurando comunque tempi di riposo per i professori”.

Le cause dei lavoratori della Foss

Nel 2013 sotto la Sovrintendenza di Francesco Guttadauro, la Foss versava in una grave condizione finanziaria. Il sovrintendete insieme alle sigle sindacali nel settembre 2013 hanno chiuso un’accordo in cui riducevano del 15% “l’ammontare complessivo economico della retribuzione relativo all’anno 2013…”. Ma questa storia non è andata come doveva andare. “Entrando nel merito della questione oggetto di tale esteso contenzioso, il tribunale di Palermo e la locale Corte di Appello hanno, in sostanza ritenuto illegittimo l’accordo sottoscritto nel 2013… l’esito dei giudizi dei giudici in atto, pendenti, difficilmente sarà favorevole alla fondazione”, scrive l’avvocato Simonelli in un documento indirizzato alla Foss. Tradotto: sembrerebbe che gli oneri dei contenziosi dei lavoratori della Foss nel corso di questi anni risultino più del doppio rispetto al taglio degli stipendi effettuato nel 2013.  l’Inizio del contenzioso è avvenuto con il deposito del ricorso di tre lavoratori della Foss. “Ovviamente a seguito dell’esito positivo di questa prima causa, la maggior parte dei dipendenti della Fondazione, hanno proposto analoghi ricorsi, il cui esito ad oggi è stato identico a quello portante il NRG 6915/2014”.

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