Giuseppe La Grassa si è salvato per miracolo dall’attentato di Berlino. Ferito al volto, dovrà essere operato. Il manager palermitano è perplesso su quanto accaduto questa notte a Sesto San Giovanni. Non esprime sentimenti di vendetta contro Anis Amri. E fa sapere di essere un po’ dispiaciuto del modo in cui sono andate le cose: “Sarebbe stato meglio se l’avessero preso vivo, forse così avremmo potuto sapere di più delle connivenze e degli appoggi che ha avuto: insomma poteva servire per le indagini”. Non è ovviamente una critica all’operato della polizia.E infatti La Grassa precisa: “Gli agenti hanno fatto il loro lavoro. Hanno reagito. Meglio sia morto un terrorista che un poliziotto“. D’altronde, i verbali dei due agenti Scatà e Movio sono chiari: non c’era altra possibilità se non quella di rispondere ai colpi di fuoco esplosi dal terrorista tunisino. .”Ho sentito la notizia della sparatoria in tv, che Amri sia morto non mi interessa, ma certo se fosse sopravvissuto ci sarebbero state speranze di chiarire i tanti punti poco chiari della strage di Berlino“, ha aggiunto La Grassa. “Non è possibile che un cane sciolto riesca a fare quel che ha fatto lui – ha proseguito – e possa attraversare, da ricercato, mezza Europa e tornare in Italia, a Milano. Sicuramente aveva appoggi e punti di riferimento“. “L’idea che abbiamo il nemico in casa – ha spiegato – e che suoi complici di cui non conosciamo l’identità circolino liberi per l’Italia è terrorizzante“.
La Grassa e la moglie Elisabetta Ragno avrebbero dovuto incontrare questa mattina a Palazzo d’Orleans il presidente Crocetta. Incontro rinviato, secondo una nota della Regione, proprio per le condizioni di salute di La Grassa.