Le sconfitte, specialmente quando ci si aspettano larghe vittorie, bruciano, Eccome se bruciano. Fino al punto, come nel caso della Lega siciliana, di mettere in moto una vera e propria resa dei conti. Il guanto di sfida lanciato dall’europarlamentare Francesca Donato al segretario regionale, Stefano Candiani, del quale chiede le dimissioni, non si sa quali conseguenze avrà.
Donato ha attribuito l’insuccesso della Lega, nella scorsa tornata amministrativa siciliana, al fatto che il partito di Salvini ragioni al Sud con gli stessi identici criteri con cui si comporta al Nord. Un errore madornale, secondo l’europarlamentare, per i bisogni delle popolazioni meridioni sono diversi da quelli delle popolazioni che abitano nel settentrione.
Siamo al “redde rationem”? Si vedrà nelle prossime settimane. Perché le questioni sono due: o Candiani si dimette o l’onorevole Donato sarà espulsa dalla Lega. Se l’attuale segretario regionale della Lega dovesse dimettersi, potrebbe essere eletto un siciliano alla guida del movimento leghista. Se, invece, Candiani si dovesse arroccare sulle sue posizioni, allora, difficilmente potrebbe avvenire il cambio della guardia.
Quali sarebbero, secondo Francesca Donato, i motivi della sconfitta? L’avere nominato decine di commissari, avere consentito l’adesione di decine di consiglieri comunali, la costituzione all’Ars di un gruppo parlamentare di quattro deputati due dei quali se ne sono andati subito dopo. Per non parlare dell’insuccesso clamoroso della lista della Lega a Barcellona Pozzo di Gotto, rimasta molto al di sotto dello sbarramento del 5% pur essendo capeggiata dal capogruppo di sala d’Ercole, Antonio Catalfamo, che era stato eletto nella lista Fratelli d’Italia. Insomma, un gruppo parlamentare raccogliticcio che non ha portato voti.
Il risultato della Lega in Sicilia, dovrebbe indurre ad una riflessione i “cambia casacca”: non siete più proprietari di pacchetti di voti che un tempo riuscivate a trasferire in qualsiasi partito ritenevate di candidarvi. L’elettore è stanco delle vostre giravolte. Questo vale ancora di più per quei politici che hanno deciso di aderire alla Lega. Per esempio, pensate che sarà facile per il neo leghista Orazio Ragusa, con un passato nell’Udc ed eletto con Forza Italia, convincere i propri elettori a votare per la Lega? Tranne che il partito di Salvini non si sposti su posizioni più moderate. Come da qualche tempo auspica il vice segretario federale, Giancarlo Giorgetti. Ma questo ve lo racconteremo un’altra volta.