Lasciano tutti la nave che affonda. Il racconto delle ultime ore del centrosinistra siciliano, quelle che precedono la chiusura delle liste, (oggi il termine ultimo) lascia sul campo pezzi sfilacciati che riconducono a un’unica verità: il vento è cambiato, ma soprattutto la capacità di accogliere risorse da società e territori e mantenere i propri pezzi al proprio posto, nello schieramento di Micari, è ridotta ai minimi termini.
L’ultimo caso, in ordine cronologico, è quello di Gianfranco Vullo, che lascia il Pd (era stato eletto a Catania nelle liste del Megafono 5 anni fa) e sceglie gli autonomisti di centrodestra: “Vado con chi vince”, aggiunge uno dei collaboratori dello staff di Vermiglio, assessore ai Beni culturali fino a poche settimane fa, che voterà Germanà, mentre persino Bianco a Catania fa fatica a tenere dentro i suoi. L’ultima defezione annunciata è quella di Alessandro Porto, capogruppo del Pd a Catania, e dato in procinto di passare a Forza Italia.
Ieri è stata una vera e propria giornata di “passione” dalle parti di Via Bentivegna, sede dei Dem. Viene avvistato Faraone, ma degli uomini di Orlando nessuna traccia.
La defezione di Orlando si è fatta, fisica, concreta, palpabile. Rimane la lista Micari-Arcipelago Sicilia, contenitore di forzature e contraddizioni, di parti che non sono riuscite a saldarsi politicamente tra loro, in questo tempo che ha separato l’annuncio della candidatura di Micari dalla vera e propria selezione e discesa in campo dei candidati.
Un effetto tranciante che rischia di arrivare dritto agli elettori come un boomerang.
Orlando che non mette i candidati, il Pd che non glieli “presta“, Crocetta che deve ritirare la sua lista. Più che una narrazione di fatti che si succedono tra loro, sembra un bollettino di guerra. Irreversibile nelle sue forme.
Orlando che ottiene la sua ultima “vittoria di Pirro“, l’ennesimo passo indietro di Crocetta.
Ieri, poco prima delle 14, è arrivata anche questa nota: “ Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta annuncia una possibile conferenza stampa per questo pomeriggio per comunicare le prossime decisioni. A breve aggiornamenti”. Una “quasi conferenza stampa” che alla fine non c’è stata. Gli aggiornamenti sono rimasti lettera morta, un’estensione a tutti gli effetti della traballante campagna elettorale del rettore palermitano.
Più che una resa dei conti, sembra a tutti gli effetti una resa e basta.